Diario

People change. Memories don't.

"Non puoi. Non puoi entrare nella vita degli altri e poi andartene. Non puoi ammazzarmi così, sai che morirò. Lo sai, perché mi lasci così, perché mi vuoi morta. Dimmelo, dimmi perché hai finto di amarmi, perché mi hai mentito, mi hai spezzata, no mi hai completamente distrutta. Hai fatto di me un giocattolo. Hai fatto di me una persona fredda, impossibile. Grazie per essertene andato ammazzandomi senza pietà. Grazie per avermi uccisa ne terrò di conto, puoi giurarci. "

Questo, è solo l'inizio della mia breve e tormentata vita.

Appena nata fui abbandonata, niente di grave, solo due genitori in meno e poco tempo per capire che ero un errore. A nove anni mi adottò una splendida coppia, mi dettero tutto quello di cui una bambina aveva bisogno: una casa, dei vestiti, affetto. Ripensandoci ora, avrei potuto essere migliore di come sono stata con i miei genitori adottivi. Il primo sport che praticai fu tennis, tentativo fallito dopo aver lanciato una pallina tanto forte che rimbalzando contro il muro tornò indietro e centrò pienamente il mio bel nasino. Fratturato. Secondo tentativo: nuoto. Ho solo rischiato di affogare in una piscina alta un metro e sessanta. Come si può capire gli sport sono il mio forte..ma non vi ho ancora detto la parte migliore (ironia portami via) della mia felice vita di adolescente: la scuola. L'hanno chiamata scuola perché "posto in cui ragazzi e ragazze vengono etichettati appena mettono piede nella scuola" era un tantino lungo.

Il primo giorno di liceo fu immensamente stressante. La gente mi fissava, ma avete mai sentito parlare di farvi gli affari vostri? Voglio dire, era una cosa sconcertante che tutti ti fissassero e capire il perché era una missione impossibile, quindi meglio fregarsene e andare avanti.