Capitolo 4

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Non posso sopportare ancora.
Tutto questo sembra surreale.
Fino a pochi mesi fa eravamo una coppia perfetta.
Cosa devo pensare? Mi ama? Mi odia?
Io lo odio.
Prima mi ha dato quella creatura che mi ricorda tanto male, poi me l'ha strappata via.
Che razza di uomo farebbe tutto questo?
Lo sento alla porta.
Urla di aprire.
Quasi butta giù il palazzo.
Sono stanca di subire.
Sono stanca di essere picchiata.
Afferro il coltello da cucina più grande che c'è nel cassetto.
Urlo da dietro la porta di andare via.
Lui la sfonda, come è ormai d'abitudine.
Mi attacca.
Le uniche parole che che riesco a capire fra urla e botti sono "puttana" "bastarda" e altre molto spiacevoli, tutte rivolte a me.
Sono stanca.
Afferro il coltello, che mi è caduto dopo che mi ha spintonata sul tappeto.
Lui non si accorge di niente, è impegnato a prendermi a pugni.
Conto fino a tre.
1...
2...
3...
Conficco il coltello sul suo stomaco, all'altezza del costo.
Lui urla, come una bestia selvaggia, incidendomi ancora più terrore.
Nessuno può più fermarmi.
Sono io la violenta ora.
Le sue mani sono piene di sangue, nel tentativo di fermare l'emorragia.
Il suo lurido sangue è su tutto il tappeto.
Inizio ad accoltellarlo dove mi capita.
Sul viso, sul petto, alle gambe, alle braccia.
Lui è agonizzante a terra, ed io a cavalcioni su di lui.
"Ricordi quando mi hai lasciata tu in questo stato?!" Gli urlo.
"Le tue luride mani non toccheranno più nulla!" Con un colpo secco, con tutta la forza che ho il corpo, taglio la sua mano sinistra.
Lui geme e urla.
"Zitto" sussurrò, prendendo la sua mano e ficcandolgliela in quella sua lurida bocca, mentre taglio la destra come fosse carne da macello.
Cosa sto facendo?
Sono diventata una sottospecie di assassina psicopatica?
Dopo tutto quello che mi ha fatto.
Non posso provare pena per lui.
Lui non ne ha provata per me quando mi ha picchiata.
Lo lascio sul pavimento, a morire lentamente mentre io, seduta sul divano, lo guardo, come un film alla TV.
Un film davvero bello.
Credo stia cercando di chiedermi aiuto.
Dopo meno di venti minuti muore.
O almeno, credo sia morto.
Lo avvolgo con il tappeto.
Pulisco il disastro tinto di rosso.
Adesso dove getto il corpo?
Aspetto la notte.
Alle due in punto lo carico nel bagagliaio, a fatica, trovando in me quelle poche forze rimaste.
Vado nella fitta campagna fuori città e scavo una fossa.
Credo che ci abbia messo delle ore per farla, ma è davvero profondissima.
Faccio fatica anche ad uscire.
Getto il suo corpo nella fossa.
Lo guardo per pochi secondi, e ripenso a tutto il male che mi ha fatto.
Copro il tutto con la terra umida.
Grazie al corso di giardinaggio che ho frequentato questa primavera riesco a riportare tutto normale.
Il terreno è perfetto, è impossibile riuscire a notare che qualcuno abbia scavato.
Prima di salire in macchina tolgo l'anello che mi aveva regalato, e lo getto in una pozza di fango.
Sono un'assassina.

Demoniac: Non toccarmi - Don't touch me ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora