Capitolo due.

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I rumori che provenivano dal piano di sotto svegliarono Layla, che si stropicciò gli occhi e andò in bagno.
Si guardò per un attimo allo specchio e notò che i suoi capelli color oro erano appena un pò arruffati, la maglietta del pigiama su cui erano raffigurati dei microfoni era poco alzata e lasciava scoperto un lembo di pelle, compreso l'ombelico.
Fece una smorfia portando le piccole mani sulla pancia, si girò di lato e vide il grasso, il grasso era uno dei motivi per cui era stata male, odiava il suo corpo, ma il bello era che non aveva grasso. Tornò alla posizione di partenza fissando il ventre piatto, poi ad un tratto sentì un altro rumore provenire dal piano di sotto.
Corrugò la fronte, si sistemò la maglietta e decise di scendere.
Mentre raggiungeva il primo piano, raccolse i lunghi capelli  in una coda disordinata, per poi lasciarli cadere sulla spalla destra. Si aggiustò quei quattro ciuffi che erano rimasti fuori dalla coda, portandoli dietro l'orecchie.

Raggiunse il corridoio principale, dove vi era anche la porta di ingresso. Era tanto che non si recava in quel luogo.
Sospirò pesantemente guardando la porta verso la libertà per poi continuare a camminare verso la stanza da cui provenivano i rumori.
'C'è...c'è nessuno?' La voce le tremò in gola. Nessuno rispose, facendo così deglutire la ragazza che si leccò le labbra 'Ti sento...chi sei?' Boom. Un altro colpo e qualcosa che le sfiorò il braccio. Prima che se ne potesse accorgere, si ritrovò la bocca coperta da una grande mano. Cercò di urlare e iniziò a dimenarsi.
Ad un certo punto la ragazza morse un dito a chiunque la stesse tenendo ferma, che sussultò indietro mentre la ragazza corse ad accendere la luce.
'J-Justin?' Balbettò rimanendo ferma davanti alla porta.
'Porca puttana. Perchè mi hai morso?' Sbottò massaggiandosi l'indice che la bionda aveva appena morso.
'Mi hai, bhe...mi hai spaventata.' La ragazza si avvicinò al ragazzo che la guardò, aveva gli occhi che luccicavano, ma lui non capiva il perchè.
Si guardarono per pochi secondi l'uno negli occhi dell'altro, fino a che Justin scosse la testa ritornando alla realtà.
'Bene. Adesso io vado, tu torna a letto.' 
Solo in quel momento Layla notò una busta fra le mani di Justin.
'Cos'hai li?' Chiese indicando la busta nella mano destra del ragazzo.
'Non ti deve interessare.' Justin strinse i denti avvicinandosi sempre di più alla porta.

Layla si morse l'interno del palato. Quel ragazzo la eccitava troppo, in tutti i suoi movimenti, i suoi gesti, il suo fisico...era il tipico bad-boy che piaceva alle ragazze.
Dopotutto, tutte le brave ragazze vogliono un cattivo ragazzo che sia buono solo con loro.
E Layla non era da meno, fidatevi.
Justin rimase a fissare il corpo della ragazza coperto solo da una mini-canotta e dei pantaloncini corti che faceva risaltare le sue curve, notò i capelli raccolti in una coda disordinata che la rendeva ancora più bella di quanto lo era già, ma lui non si poteva innamorare, quindi scosse la testa rimuovendo completamente quel pensiero.

All'improvviso sentirono uno sparo fortissimo, Justin raggiunse la finestra dall'altra parte della stanza e si sporse per vedere meglio.
'Bruce.' Ringhiò a denti stretti.
La ragazza confusa seguì il ragazzo fuori dalla porta e intravide due ombre, abbastanza alte, con delle cose in mano. Solo quando furono più vicini, potè capire di che cosa si trattasse, erano pistole.
'Justin, che succ-.' Il ragazzo le tappò la bocca con la sua mano per evitare di essere sentiti.
'Sssh.' Appoggiò il suo indice sulle proprie labbra, Layla annuì incantata da quei fantastici occhi color miele.

'Bieber, lo so che sei qui dentro. Vieni fuori, non ho voglia di giocare a nascondino.' Una voce dura e roca.
Layla vide Justin afferrare qualcosa dalla cintura, era una pistola. Spalancò gli occhi dimenandosi. Justin la fulminò con lo sguardo facendole cenno di fare silenzio.
'Stai zitta, o ci beccheranno.' Prese in braccio la ragazza spostandosi lentamente dietro una colonna, abbastanza grande per coprirli 'Quando io sparo, tu corri verso l'uscita okey? Davanti al palazzo c'è una macchina, sali.'
La ragazza scosse la testa restando in silenzio pur non avendo più la mano di Justin che le copriva la bocca.
'Ma-.' Justin le poggiò l'indice sulle labbra sussurrando un flebile 'ssh'
'Niente ma, vuoi sopravvivere?' Layla annuì leggermente 'Bene, allora sali su quella cazzo di macchina.'

'Bieber, facciamola finita. Esci così ti uccido.'
All'improvviso una pallottola partita da Justin, colpì la gamba di uno dei due uomini che cadde a terra.
L'altro uomo si accasciò  per controllare il suo 'amico' dando così, il tempo a Justin di raggiungere la macchina all'esterno dell'edificio, ma quando fu vicino alla porta vide la busta fra le sue mani. Aveva dimenticato una cosa.
Si fermò a pochi centimetri dalla maniglia quando sentì una voce, proprio dietro di lui.
'Dove credi di andare?' La voce accennò un piccolo pizzico di sarcasmo.
Quando Justin si girò vide un uomo in piedi davanti a lui con la pistola fra le mani.
'Aspetta...non sei Bruce.' Prima che potesse finire la frase il ragazzo premette il griletto facendo scivolare Justin a destra, dove vi erano le scale.
Prese a correrle fino ad arrivare al secondo piano, poi si fermò davanti ad una porta e la vide. Vide per la prima volta, dopo tanto tempo, sua sorella, Jazzy. Non aveva mai pensato che fosse in quel fottuto palazzo di matti. La guardò stupito.
 Era grande e bellissima, lunghi capelli castani si estendevano sul grande cuscino su cui era appoggiata la testa. Era li per lei. Aveva bisogno di lei. 
Si fermò a fissarla dal vetro, fino a che non senti qualcosa di freddo sulla tempia.
'Bene, ti ho preso. Mio fratello sarà felice quando gli dirò che ho ucciso il mitico Justin Bieber.'
Il ragazzo deglutì non potendo fare niente, abbassò lo sguardo per meno di un minuto e quando lo rialzò vide Jazzy seduta sul letto a guardarlo.

Non poteva fallire, non adesso, che avrebbe potuto conoscere meglio sua sorella, e anche Jaxon. Rspirò pesantemente quando sentì più pressione sulla tempia.
'Le tue ultima parole, Bieber.' Il ragazzo alle sue spalle evidenziò il suo cognome, era uscito dalle sue labbra come una bestemmia.

Jazzy si era alzata e si era avvicinata di poco al vetro. Sapeva che suo fratello era un poco di buono, ma non pensava avesse a che fare con la criminalità, dopotutto non lo aveva mai conosciuto per davvero. Aveva visto quel ragazzo molte volte aggirarsi per i corridoi di quell'edificio ma non aveva mai fatto caso alle somiglianze che aveva con lei. I tratti del viso, erano più morbidi in confronto a quelli del fratello, le linee del naso erano leggermente meno marchiate...
Sobbalzò quando sentì un rumore assordante provenire da davanti alla sua porta. Justin aveva sparato a quel uomo.

'Amo questo posto, nessuno si sveglia mai.' Disse in sussurro Justin. 
Ed era vero, in quel palazzo vi erano molte persone cieche e sorde, quindi non avevano sentito niente.

Layla raggiunse la porta di ingresso e ad un centimetro dalla maniglia si fermò sospirando pesantemente.
Ripensò all'ultima volta in cui era stata all'aperto, al volto deluso di sua madre sull'ambulanza e alle sue urla nei primi giorni di controllo.
Sorrise appena, aprendo uno spicchio di porta, così da non dare troppo nell'occhio.
Chiuse la porta alle sue spalle e vide un furgone nero parcheggiato davanti all'entrata. Un ragazzo con il colore di capelli come Justin era seduto al posto del guidatore, mentre una ragazza da lunghi capelli castani era seduta sul sedile del passeggero.
Si avvicinò lentamente evitando di farsi male ai suoi delicati piedi, poichè era uscita sclaza sul ghiaino.
'Justin mi ha detto...ehm...di salire.' Balbettò Layla accarezzandosi i capelli sulla sua spalla.
Stefan la guardò dall'alto verso il basso come fece Elena.
'No, non ci credo.' Sbottò la ragazza chiudendo il finestrino a Stefan.
Layla fece un respiro profondo bussando nel finestrino dei sedili posteriori.
Quando il vetro si abbassò, rivelò un ragazzo dagli occhi verdi e un tatuaggio sul petto, poteva vederlo perchè indossava una maglietta con uno scollo a 'V'.
'Dimmi.' Disse quasi incantato dalla bellezza di Layla.
'Justin mi ha detto di salire in questa macchina.' Scattò la testa verso la ragazza ai posti davanti, non voleva farla salire.
'Elena, sta zitta.' Un altro ragazzo moro, aprì la portiera concendendole di entrare.
'Justin?' Chiese spazientito Elia.
'Non lo so, mi ha detto solo di venire qua.' Layla continuava a fissare Elena, quest'ultima aveva un ghigno di disgusto sulla faccia, quasi sicuramente rivolto verso la bionda. Ma non le interessava, era andata in riabilitazione a causa delle critiche che ascoltava, non voleva che accadesse di nuovo.

'Piacere, Justin Bieber. Tuo fratello.' Il ragazzo tese la mano verso la ragazza castana di fronte a lui.
Jazzy lo guardò storta, analizzandolo in ogni minimo particolare. Era un bellissimo ragazzo, la sua migliore amica se ne era innamorata, Layla.
Jazzy diventò amica di Layla dal momento in cui, quest'ultima arrivò alla casa di cura.

La ragazza castana sorrise per poi saltare a dosso al fratello che la strinse fortissimo a sè.
'Ho sempre voluto conoscerti.' Le disse all'orecchio con la voce strozzata dal pianto. 
Justin le accarezzava i lunghi capelli che le cadevano sulla schiena.
'Non abbandonarmi più, ti prego.' Jazzy bagnò la spalla del ragazzo con le lacrime che le uscivano dai suoi meravigliosi occhi leggermente sfumati di celeste.
'Non ti abbandonerò mai più piccola, tranquilla.'  Rimasero abbracciati per pochi minuti in cui  Justin fece sentire tutto l'amore che provava in quel momento alla sorella, stringendola fortissimo al suo corpo.

'Ho bisogno di te.' Justin si staccò guardandola negli occhi. 
Jazzy annuì sistemandosi i capelli su una spalla.
Era felice di aver ritrovato suo fratello maggiore, era tutta la vita che aspettava quel momento e finalmente era arrivato.

HEY,NON IGNORARMI!

ed eccoci con un altro capitolo,uno dei più belli,per me.

Justin che ritrova Jazzy,aw

e poi vediamo anche Layla e Justin più in confidenza.

Che dire,amo questo capitolo,è ahsdjkfn.

Insane Love//Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora