"L'umanità io l'ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un'esistenza grama. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l'autorità, l'abilità o l'intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera."
Già, siamo Uomini o caporali? Per trovare la risposta a questa curiosa domanda bisogna tornare parecchio indietro nel tempo, a una pellicola di metà anni '50 che vede protagonista Totò cimentarsi con una serie di personaggi definiti "caporali", interpretati tutti da un indimenticabile Paolo Stoppa, che lo tormentano in ogni fase della propria esistenza, subissandolo nelle maniere più subdole e scorrette.
Alla fine del film (https://www.facebook.com/watch/?v=463275570893653) viene la domanda ... qual è l'ultimo caporale con cui si è venuti a contatto ?