Capitolo 19

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Le settimane passarono e ogni giorno mi dividevo tra l'ufficio e l'appartamento del Presidente: durante il giorno lavoravo al suo fianco mentre la sera il lavoro era di altro tipo.
Lo vedevo giorno dopo giorno più a suo agio con me e percepivo anche molta più apertura: mi aveva raccontato alcuni aneddoti della sua infanzia e tante curiosità riguardo le cause più interessanti vinte durante la sua carriera da avvocato.
Anche lui si interessava della mia vita, mi chiedeva dei miei amici, dell'Università e delle mie passioni. Voleva sapere quali fossero i miei autori preferiti, i cantanti che ascoltavo più volentieri e i miei hobby. Mi stupiva tutto il suo interessamento, considerando il fatto che ogni giorno alla stessa ora il suo telefono squillava e lui spariva per venti minuti lontano dalle mie orecchie. Sapevo perfettamente chi ci fosse all'altro capo del telefono e devo dire che l'indifferenza che provavo in quei momenti stupì anche me. Non era cattiveria, neanche pietismo, era semplicemente che avevo conquistato un angolo felice in mezzo alle mille preoccupazioni e ai mille dubbi e non volevo rovinarmelo per assurde gelosie o problemi. Del resto è facile giudicare quando non ci si trova nelle situazioni, è più difficile dover combattere tra cuore e cervello.

In quel momento eravamo a letto: lui teneva un libro tra le mani, ma sapevo che non stava leggendo neanche una parola, era rapito dalle mie dita veloci che digitavano sulla tastiera del telefono. La mia vicinanza con Marco lo aveva ingelosito parecchio e questo si era tradotto in molta più passionalità tra i nostri incontri e in attenzioni particolari che mi riservava ogni giorno.
Più volte gli avevo ripetuto che un solo segreto mi bastava, ma il fatto che lui scrutasse cosi attentamente ogni mia mossa non mi dispiaceva affatto, mi faceva capire che a modo suo teneva a me, teneva a quella strana relazione nata per caso.

"Dormi?" gli chiesi senza spostare lo sguardo dal telefono.

"No." rispose girando pagina.

"Domani è il grande giorno..." dissi riferendomi ad un'importante riunione che avrebbe avuto con il comitato scientifico per pianificare la famigerata "fase 2".

"Eh si." asserì con una nota dolceamara nella voce.

"Che c'è?" chiesi leggermente preoccupata.

"Nulla, tranquilla." rispose afferrandomi la mano e accarezzandola piano.

Appoggiai il cellulare sul comodino alla mia sinistra e mi rigirai verso di lui, cercando di fargli chiudere quel libro.
Lo posò al suo fianco e iniziò ad accarezzarmi i capelli, rilassandomi a tal punto che mi addormentai in meno di cinque minuti.

Al mio risveglio lui era ancora lì, abbracciato a me e con le gambe intrecciate alle mie: per tutta la notte il suo profumo era stato la mia culla e le sue braccia il mio riparo.
Non avrei mai voluto svegliarlo ma sapevo bene quanto quella riunione fosse importante, per me, per lui, per tutti.
I suoi occhi scuri si aprirono sul mio volto e la prima cosa che fece fu un sorriso.

"Che ore sono?" chiese subito dopo.

"Sette, credo." risposi per poi allungarmi al cellulare per controllare.

"Va bene, allora devo alzarmi. -disse iniziando ad alzarsi per poi guardarmi mentre controllavo i messaggi e le email arrivati durante il sonno- Marco?"

"Sei geloso?" lo provocai.

"Certo." urlò dal bagno.

"Ci hai presentati tu!" continuai a punzecchiarlo mentre iniziavo a vestirmi anch'io.

"Quindi?" rispose uscendo dal bagno con un tono incredibilmente serio.

"Ma tranquillo, continuerò a fingere di avere un fidanzato a casa che mi aspetta." gli risposi rivelando la scusa che da settimane usavo per allontanare le continue avance che il ragazzo mi faceva dopo essersi convinto che tra me e Giuseppe non ci fosse niente.

"Che brava..." sussurrò al mio orecchio provocandomi un brivido, mentre ero riuscita ad infilare anche l'ultimo indumento sparso per la stanza.

"Presidente, buona giornata!" gli dissi fiera aprendo la porta per poi richiuderla immediatamente avendo riconosciuto la figura di mio padre e sperando che lui non avesse sentito le mie parole.
Sgranai gli occhi e chiamai Giuseppe con un sibilo impercettibile.

"Che c'è?" chiese lui avvicinandosi.

"Mio padre." sussurrai.

Cambiò espressione, pensò un attimo a come risolvere il problema e poi uscì, invitando i due uomini a seguirlo per un caffè, lasciandomi libera la strada per poterlo raggiungere nel suo ufficio.

Ammetto che le emozioni provate in quel periodo furono tra le più discordanti della mia vita, ma, in qualche modo, anche le più giuste.

"Ti do una buona notizia: presto potrai tornare a casa."
Così Giuseppe mi sorprese entrando nella mia stanza, accompagnato da un curioso plico di fogli in mano. La sua giornata tesa tra impegni e riunioni ci aveva diviso quasi subito quella mattina e, in realtà, tutto il giorno avevo sperato che pronunciasse quelle parole.

"Davvero? -chiesi incredula- E quelli?" indicai i fogli.

"Dicevo: puoi tornare a casa e dimenticare questa parentesi il prima possibile, se vuoi, altrimenti -fece una piccola pausa- puoi rimanere come segretaria del Presidente del Consiglio: la scelta è tua."

"Ma che dici? Non posso lavorare qui, non ho titoli, non ne sarei in grado..."

"Io ti ho vista lavorare, sei brava e capace: saresti davvero di grande aiuto qui dentro."

"Ma io-"

"Non mi devi rispondere ora, pensaci bene e fammi sapere domani. Buonanotte Eva!" mi salutò con un bacio ed uscì dalla stanza con la stessa velocità con cui ci era entrato.

Per tutta la notte mi girai e rigirai nel letto divisa tra la necessità di tornare alla mia vita normale, smettendo di mentire a chiunque incontrassi, incluso mio padre, e la grandissima voglia di continuare a vivere in quella piccola bolla che mi ero costruita con Giuseppe.
Sapevo bene che la quarantena sarebbe finita, presto o tardi, e che lui avrebbe ricominciato a vivere la sua vita di padre e fidanzato, lasciandosi alle spalle tutto quello che era stato.
Ma la mia inevitabile sofferenza nel vedere la sua felicità con un'altra persona sarebbe stata così forte da impedirmi di accettare un posto di lavoro di quel calibro?

LA MIA QUARANTENA CON TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora