Penso che chiunque abbia letto Pasolini o ne abbia visto i film o ascoltato le interviste o letto i suoi articoli sul corriere della sera, penso che avrebbe preferito vederlo andarsene come Camilleri (cito lui perché ci ha lasciato di recente e di sicuro non di morte violenta) o come tanti altri scrittori e pensatori che se ne sono andati per volere della natura, senza essere vittime di altre interferenze.
Invece anche oggi dobbiamo ricordarlo più per come se n'è andato che su come viveva e trattava le questioni sociali ed esistenziali del suo tempo, che se vogliamo sono sicuramente anche oggi di estrema attualità.
Quindi ancora una volta non parleremo del Pasolini poeta, scrittore e pensatore ma del Pasolini che se n'è andato massacrato all'idroscalo di Ostia la notte tra il 1° e il 2 Novembre 1975.
Avevo visto superficialmente "la macchinazione" di David Grieco la prima volta ed ho deciso di riguardarlo con attenzione i giorni scorsi ed ho scoperto che oltre ad essere uno dei tanti racconti "dell'Affair" Pasolini negli ultimi mesi della sua vita terrena, sia anche una precisa e dettagliata inchiesta sulle vicende ed i personaggi che attorniavano l'autore nell'ultimo periodo della sua esistenza. Ed emerge un fatto nuovo, forse romanzesco, ma che se vero metterebbe Pasolini nel novero dei pensatori scomodi trattato alla stessa stregua dei dissidenti di stato così come nell'unione sovietica ad esempio Alexander Solženicyn (arcipelago gulag) o Andreij Sacharov o negli Stati Uniti, incredibile a dirlo, Charlie Chaplin.
Questi perlomeno avendo dovuto scappare dai regimi persecutori, si sono salvati e alla fine sono stati redenti dalla loro madre patria, non appena il vento si è invertito. Pasolini invece, non essendo mai stato dichiarato ufficialmente un dissidente, perché almeno in apparenza l'Italia non era al tempo un regime, non fu mai costretto a lasciare l'Italia per cercare rifugio in altra nazione, è così rimasto alla mercé delle sordide trame di stato e di tuttora non conclamati poteri oscuri che alla fine ne hanno deciso e successivamente portato alla eliminazione.
I dettagli descritti in questo film sono agghiaccianti e parlano di un organizzazione pre-P2 che già operava parallelamente alle istituzioni con l'ausilio delle bande criminali organizzate romane (indovinare quali...) nonché la mafia.
A parte il film intero ho anche trovato un 'intervista al regista, David Grieco, di certo non prolifico come pellicole dirette ma di sicuro con un curriculum di tutto rispetto sia come giornalista che come sceneggiatore ed oltretutto essendo stato amico personale di Pasolini e di molte sue persone care è tuttora uno dei più esperti sui fatti accaduti al tempo.
Da ascoltare, sincero diretto e senza peli sulla lingua...
A chiudere lasciatemi citare un monumento della nostra storia musicale e teatrale, interprete del ruolo di Pasolini stesso e quindi indiscusso protagonista del film, e cioè Massimo Ranieri.
....... ah quasi mi dimenticavo la colonna sonora che già meriterebbe storia a sé
C'è una scena verso la fine del film che mi ha particolarmente impressionato, se pur non vista di buon occhio dai critici, in cui tramite una sorta di "flash forward" il regista proietta una visione futuristica di fronte al protagonista in cui si vede una massa di persone nei tipici panni odierni, come si può vedere in una qualunque strada di città di oggi, con allo sfondo una serie di numeri e caratteri in stile Matrix. Dando così l'impressione che davanti ai suoi occhi si materializzassero le profezie delle sue parole proiettandolo così in un ipotetico futuro che poi è quello di oggi. E' facile per noi vederlo ma il dramma vero è constatare che Pasolini non si era sbagliato.
Non voglio dire altro, lascio alla visione del film e alla lettura del libro sempre di David Grieco.