20.

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scusate l'attesa.

Erano le tre di notte, mi alzai dal letto silenziosamente e andai in cucina per bere un po' d'acqua.

"Dan?" chiesi sconcertata vedendolo sul divano.

"Ciao Jasmine." disse senza alzare lo sguardo su di me.

"Come mai sei qui?" mandai giù un sorso.

"Voleva stare da sola." disse e accesi la luce del soggiorno.

"Vuoi parlare?" chiesi, scosse la testa velocemente e scacciò una lacrima.

"Va bene." sospirai.

Tornai in camera, presi un paio di leggins e una semplice maglietta, mi legai i capelli in una crocchia disordinata, mi sciaquai il viso e me ne andai.

"Che cosa ci fai qui?" chiese Hanna, aveva la faccia sporca di trucco, i capelli arruffati e un fazzoletto in mano.

"Hanna.." iniziai, mi fermai subito dopo e l'abbracciai forte.

"Ti aspettavo." tirò su col naso.

"Sono qui, ora." le accarezzai la schiena ed entrammo in casa.

"Quindi cosa pensi di fare?" chiesi, dopo averle spiegato mille volte che era normale facendo parte di una gang.

"Ci siamo appena sposati, certo che ritornerà qui con me." sorrise, finalmente decisa.

"Tu con Justin?" chiese.

"Va tutto perfettamente." dissi, non ero sicura di averle detto la verità.

Eravamo sempre impegnati, così tanto da non dedicarci un po' di tempo.

"Be', vado a casa. Sono le otto e Justin starà imprecando." ridacchiai.

"Ciao." mi salutò con la mano ed uscii.

Tornai a casa velocemente..ahia.

Sul divano c'erano tutti i ragazzi e Justin era in piedi con una faccia  preoccupata.

"C..Ciao" dissi.

"Dove sei stata?" chiese Justin, prendendomi la mano.

"Da Hanna." dissi e mi portò in camera.

"Questa sera vado ad una festa."disse dopo un po' di silenzio.

"Okay."

"Voi due non potete venire." disse e ci restai male.

"Oh, okay." dissi solo.

"È meglio questa maglietta o quest'altra?" chiese e sbuffai.

"Quella." dissi seccata,indicando quella nera.

"Che hai?" chiese.

"Nulla. Non bere per favore." dissi.

"Ovvio." alzò gli occhi al cielo.

Se n'era andato da un' ora e io stavo guardando la televisione, in realtà non ero interessata al programma, pensavo alle cose brutte che sarebbero potute succedere.

Bussarono alla porta e mi alzai ad aprire.

"Buonasera." dissi e alzai lo sguardo, rimasi pietrificata.

Pov's Justin.

"Justin, aspetta qui. Vado a prendere un drink." disse Jason.

"No, forse è meglio di no." dissi.

"E dai.. uno solo!" insistette.

"Okay, uno." sorrisi.

Pov's Jasmine.

"Che cosa ci fai qui?" chiesi terrorizzata. Puzzava di alcol e volevo cacciarlo, ma i miei piedi erano cementificati a terra.

"Ti amo." mi abbracciò, la puzza entrò nelle mie narici, facendomi quasi vomitare.

"Simon, va' via." cercai di staccargli le mani da dosso.

Chiuse la porta d'ingresso chiave e mi afferrò il polso.

"Che cosa vuoi?" chiesi,cercando di non piangere.

"Sta' zitta." strinse più forte la presa e chiusi gli occhi, lasciando scivolare qualche lacrima.

Pov's Justin.

"Ceniamo?" chiese Dan.

"Ma abbiamo appena bevuto due bottiglie di whisky." ruttò poi Jason.

Erano ancora le undici, ma mi stava piacendo la musica e il caos.

Pov's Jasmine.

Mi strappò la maglietta da dosso e la lanciò sul divano.

"Per favore." sussurrai piangendo.

Mi lasciò lunghi baci sul collo e rabbrividii,volevo solo scappare da lui.

"Non sei cambiata per niente cara Jasmine, sei sempre stata così bella." disse e mi abbassò i leggins.

"Basta!" urlai e mi tirò uno schiaffo.

Mi torturò, abusò di me e si addormentò sul divano.

Riuscii a prendere il telefono dalla cucina e digitai il numero di Justin.

Pov's Justin.

Dopo la cena controllai il telefono e vidi una chimata persa da Jasmine. Ero troppo ubriaco per richiamarla, mi avrebbe fucilato.

Pov's Jasmine.

"Che cosa stai facendo?" aprì gli occhi prima, sputò vedendomi col telefono in mano.

Corsi sulle scale ma mi inseguì velocemente e mi tirò un calcio nello stomaco e un altro schiaffo sul viso.

"Basta, per favore." supplicai e mi pulii la bocca sporca di sangue.

Sentimmo un rumore, probabilmente di una macchina e ringraziai Dio.

Simon mi diede un altro colpo sullo stomaco e sputai sangue.

Justin entrò in casa e spalancò gli occhi.

"Sei morto!" urlò fortissimo  dalla sua voce potevo percepire che era ubriaco.

L'unica sobria in quella stanza ero io ed ero anche quella senza forze.

Mi scuso per eventuali errori, spero vi piaccia.

Bad Boy | Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora