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Kevin fece in tempo a girare un'ultima volta la testa per incrociare gli occhi della rossa, prima di spalancare i suoi nel vedere la figura dietro di ella.

I brividi iniziarono a percorrere il suo corpo mentre il terrore gli gelò le vene.

Le sue iridi iniziarono a osservare il corpo quasi completamente rosso sangue dell'amica, nel quale il tentacolo nero dell'essere oscuro, che ormai era diventato polvere, contiuava ad alzare il cadavere della ragazza fino a farlo toccare con il soffitto.

La bocca di colore viola della ragazza rimase sigillata, mentre gli occhi divenuti ormai vitrei erano fissi su un punto qualsiasi del pavimento, come se stessero osservando qualcuno o un qualcosa.

I due ragazzi nei quali la vita ancora scorreva imperterrita iniziarono ad indietreggiare, allontanandosi dall'essere misterioso il quale, esattamente come apparve, nel nulla più assoluto scomparve, lasciando solo l'oggetto non identificato continuare a salire fino a fissare al soffito il corpo esanime della ragazza.

Come il tronco di un'albero, il tentacolo nero creò la sua base, dividendosi poi in diversi e numerosi rami, finendo con l'intrappolare Ginger o, meglio, il suo cadavere, al soffitto.

Le biscie di colore nero finirono con lo stringere la carne morta con avidità e cattiveria, mentre gli occhi dei due erano fissi sul cadavere.

Tutto smise di muoversi all'improvviso, però solo un'ultima cosa decise di fare qualcosa.

Ecco che gli occhi vitrei della rossa sembrarono muoversi, e si fissarono esattamente sul biondo, che guardava la scena con un conato di vomito che iniziava a salire dai meandri più profondi del suo stomaco.

Ma, prima ancora che potesse in qualche modo espellerli, ecco che la paura iniziò a fare pressione nel suo basso ventre, liberando la vescica.

Se la fece addosso.

Come un bambino spaventato dal buio.

Solo successivamente decise di vomitare.

Così un liquido dal colore rivoltante decise di uscire dalla sua bocca.

Goccia dopo goccia.

Sempre di più.

Sempre di più.

Il dolore si fece largo in lui.

Sempre di più.

Sempre di più.

Potè percepire l'altro nel mentre iniziava a tremare.

Sempre di più.

Sempre di più.

Il terrore stava ridendo.

Sempre di più.

Sempre di più.

Quando finì di liberarsi da tutto ciò che il suo stomaco conteneva, si giró verso quello che riteneva un'amico, e che lo aveva protetto fino a quel momento.

Colui che l'aveva abbracciato.

Colui che lo aveva cullato.

Colui che aveva tentato di calmarlo.

E lo vide distrutto.

Lo vide con le mani tra i capelli.

Lo vide con le lacrime che scorrevano lungo il lungo viso.

I ricci che si afflosciavano e che perdevano tutta la loro vivacità.

Il naso rosso dal pianto che risaltava sulla pelle biancastra a causa della paura.

The Game of SilenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora