.𝟜𝟘. (𝕡𝕒𝕣𝕥𝕖 𝟚/𝟚)

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Aveva gli occhi arrossati e lucidi mentre altre lacrime sfuggivano al suo contro ma, nonostante tutto, lei mi sorrise calorosamente. «Ti chiedo di metterti da parte, fratellino. Ti chiedo di far sacrificare me al tuo posto.»

Sgranai gli occhi e rimasi immobile, a bocca aperta, nel momento in cui compresi la gravità di quelle sue parole.

In quel preciso istante, ero completamente certo che mia sorella fosse impazzita del tutto e che non ci fosse più nulla da fare per ridarle la lucidità mentale che era venuta a mancare.

«Devana, tu sei fuori di testa se pensi che io possa accettare una cosa del genere» le risposi. «Non permetterò mai che ti accada qualcosa di brutto solo per proteggermi come nostra madre ti aveva chiesto in punto di morte.»

«Sei davvero uno zuccone! Possibile che tu non capisca ciò a cui vuoi andare incontro?» ribadì lei. «Astraea tornerà in vita e, se io prendo il tuo posto in questo rituale, tu potrai continuare a vivere con lei fino alla fine del mondo. Nessuno soffrirà.»

Non potevo credere che Devana stesse davvero dicendo una cosa del genere.

«Non mi farò da parte e non farai questa sciocchezza» dissi, deciso a non sentire più obbiezioni al riguardo.

Cercai di liberarmi dalla sua presa ma lei mi guardò con sempre più determinazione nello sguardo.

«Non lo sto facendo solo per te, Veles. Lo faccio anche per me stessa» affermò. I nostri occhi si incontrarono nuovamente. «Questa è la mia occasione per essere nuovamente in pace con me stessa, di essere libera da un dolore che mi porto dietro da milleni. Ho dovuto imparare a convivere con il senso di perdita da tutta una vita e, finalmente, ora mi si presenta la possibilità di porre fine alle mie sofferenze. Se tu morissi oggi, io vivrei non solo con il dolore per la perdita dell'unico uomo che io abbia mai amato, ma dovrei imparare a sopportare anche quello dovuto alla tua morte. Non farmi questo, Vel. Non condannarmi a dover vivere una vita che non vivo realmente.»

«Devana» pronunciai il suo nome per continuare a definire ciò che vuole fare una stupidaggine che non le avrei mai permesso ma, non appena lo feci, mia sorella mi sorprese abbracciandomi forte a sé.

Sgranai gli occhi e rimasi completamente di stucco, esterefatto.

Non me lo sarei mai aspettato e, difatti, solo dopo un lungo momento di silenzio e stupore, mi decisi a ricambiare il suo abbraccio.

Chiusi gli occhi.

In quel momento, sembravamo i due ragazzini di un tempo ormai fin troppo lontano.

Devana iniziò a singhiozzare ed io le accarezzai la schiena scossa da piccoli brividi. Lei, in risposta, mi strinse più forte tra le sue braccia e, dopo un po', sciolse quel contatto tra noi per potermi guardare negli occhi.

I suoi erano ancora colmi di lacrime.

Le due mani finirono per accarezzarmi entrambe le guance. «Tu devi vivere, fratellino. Tu devi vivere anche per me...»

Scossi ancora una volta il capo in risposta alla sua affermazione. «Non ti lascerò morire.»

Le sue lacrime continuavano a bagnarle il viso delicato. «Assomigli alla mamma. La tua testardaggine devi averla ereditata da lei, ma, ti devo ricordare che anche quando io mi metto in testa qualcosa nessuno può impedirmi di farla.»

Le mie mani si posarono sulle sue. «Non sono d'accordo con questa tua scelta...»

«Così come io non sono d'accordo con la tua» mi interruppe lei. «Tu hai una ragione per continuare a vivere, a me cosa resterebbe se anche tu morissi?» Quella domanda riuscì a spiazzarmi. Lei sorrise nel vedere quella mia reazione. «Te lo dico io: nulla. Mi sentirei ancora più sola a questo mondo mentre tu avrai la persona che ami al tuo fianco ed essere felice nonostante la mia perdita sarà inevitabile. Per questo motivo ti chiedo di lasciarmi prendere il tuo posto. Solo così io potrò essere felice.»

ASTRAEA "Il sangue degli Eterni"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora