II.

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Frugò nell'armadio fino a trovare un cappotto pesante. Certo, sembrava il cappotto di un ussaro – tranne per il fatto che era nero, ovviamente – ma sarebbe servito a non farlo assiderare.

Lasciò la costosa – e inutile – guêpière sul divano e chiamò in questura per farsi venire a prendere da una volante.

Quel Babbo Natale morto non ci voleva proprio. Aveva cose molto più delicate di cui occuparsi, tipo il regalo per Carmel.

Nel corso degli anni, Sensi aveva provato un po' tutto, a volte, anche con notevole sforzo immaginativo.

L'anno precedente pensava di aver trovato un'idea pressoché perfetta, ma le cose non avevano funzionato molto bene, per usare un eufemismo.

Il Natale prima, in effetti, era stato un disastro: qualcuno aveva bussato alla sua porta mentre aspettava Carmel e c'era mancato poco che Sensi aprisse alla signora Vittori con solo un nastro rosso legato attorno al collo.

La signora Vittori aveva iniziato a lamentarsi del rumore della musica – niente di nuovo in questo – e Sensi, da dietro la porta, aveva cercato disperatamente di convincerla ad andarsene.

Poi era arrivata Carmel e Sensi aveva insistito che la Vittori se ne andasse, ma quella aveva iniziato a lamentarsi anche con Carmel che, intanto, continuava a chiedergli perché non potesse aprire la porta.

Quando alla fine quell'orrida donna se n'era andata, Sensi era stato così depresso che da regalo-di-Natale-arzillo si era ormai trasformato in un regalo-di-Natale-floscio.

Carmel aveva alzato un sopracciglio con aria scettica e Sensi si era limitato a borbottare che il mondo era un luogo peggiore di quanto immaginasse.

Quest'anno non si sarebbe messo nessun nastro attorno al collo, poco ma sicuro. Non era neanche dignitoso, cosa alla quale, in effetti, avrebbe già dovuto pensare l'anno precedente.

Il problema di questo Natale era la scelta: un completo intimo non era un regalo "ideale"; era un regalo "banale."

Alla fine, la volante che lo doveva prelevare arrivò e Sensi accantonò il problema. La nevicata era aumentata d'intensità e le strade si erano un po' svuotate. Relativamente, perché, se è il 22 dicembre, e devi ancora comprare quindici regali, non c'è nevicata che tenga – o almeno questo era quello che dovevano pensare i pedoni residui, che avevano tutti un'aria angosciata, e non certo per la neve.

Negli uffici della squadra mobile, Tudini cercava di aprire un fascicolo sul Babbo Natale morto. Di solito, di queste formalità si occupava la Giusti, ma ora la Giusti era in vacanza e l'unico che avesse una mente adatta per quel genere di incombenza era Tudini.

Intanto la Riu compendiava i punti salienti del caso.

«Gregor Smutien, nato a Varsavia 38 anni fa, passaporto polacco, carta d'identità italiana. Per il momento questo è tutto quello che sappiamo di lui, a parte il fatto che è morto.»

Sensi si sedette sulla scrivania vuota della Giusti. «Come mai era vestito da idiota?» chiese, iniziando a sfilarsi il cappotto da ussaro.

«Questo è strano, capo» intervenne Mainardi. «Strano quasi quanto la tua giacca. Pare che non fosse sul libro paga di nessuna delle compagnie che forniscono "Babbi" – che poi, a Spezia, sarebbero solo due –, ma devo ancora informarmi con i privati e le compagnie fuori provincia.»

«Che razza di compagnia si occupa di fornire Babbi

«Organizzatori di eventi. Hanno delle liste di persone a cui attingere per ogni genere di ricorrenza: Babbi Natale, Befane, streghe di Halloween, personaggi per le feste a tema, clown...»

Black Christmas - Un'avventura del commissario SensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora