I.

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Era il 22 dicembre. Sensi era preoccupato, angustiato e infelice. "Infelice" era il suo standard, ma "angustiato" e "preoccupato" erano due novità natalizie – o meglio – erano il suo standard natalizio.

Sedeva, depresso, alla sua scrivania, quando entrò Mainardi. Erano le quattro del pomeriggio, il cielo, fuori da qualche parte dietro le tende, era già così scuro che le tende in realtà erano inutili.

«Capo?» disse l'ispettore, in tono guardingo. Mainardi era un poliziotto assolutamente mediocre, ma c'era almeno una cosa in cui eccelleva: capiva sempre quand'era il caso di stare alla larga dal commissario. Visto che il commissario, poi, era Sensi, quest'eventualità era tutt'altro che rara. Quindi, non si poteva dire che Mainardi non avesse modo di esercitarsi.

«Sì?» rispose Sensi, infatti, senza alzare lo sguardo dallo schermo del computer.

«Un suicidio» riportò Mainardi, telegrafico.

«Un altro?»

«Periodo natalizio, sai com'è.»

Sensi sbuffò, sempre senza sollevare gli occhi dal monitor. «Potrei iscrivermi anch'io al club. Sempre meglio di infilare chiavi di ricerca a caso su eBay sperando di imbattermi in qualcosa di adatto.»

Quindi, ragionò Mainardi, la disperazione attuale del capo era di tipo natalizio.

«Ci sono anche un paio di liti domestiche» cercò di risollevargli l'umore. «E una donna ha teso un agguato sulle scale al marito, colpendolo con un abete.»

Sensi sollevò per un attimo lo sguardo. «Abete? No, ne avrà già comprato uno» concluse.

«Se posso permettermi... per chi è il regalo?»

Il commissario si alzò e si infilò la sua giacca sdrucita di pelle nera.

Visto che fuori c'erano sì e no tre gradi, uscire con solo quella addosso a Mainardi sembrò un ottimo modo per mettere fine alle proprie sofferenze.

«No, non puoi» rispose Sensi e prese dalla scrivania le chiavi della macchina.

Mainardi colse una distinguibile traccia di ostinazione nella depressione del suo superiore, segno che il commissario era deciso a risolvere da solo i propri problemi.

Lo vide dirigersi verso l'ascensore con aria distratta, imperturbato dal suicidio e dalle liti domestiche.

***

Quando Sensi aveva deciso di inoltrarsi nella calca prenatalizia, sapeva benissimo che si stava infliggendo la peggiore delle punizioni. Le strade erano costipate di veicoli: macchine piene di bambini urlanti o single nevrotici, station wagon che vagavano qua e là come le palline di un flipper, senza una destinazione precisa; camioncini delle consegne con autisti ben oltre la crisi di nervi e trentenni sprezzanti del freddo, che serpeggiavano con i motorini tra le macchine, coperti da giacconi in gore-tex.

Non pioveva, il che – per La Spezia – era praticamente un miracolo. Naturalmente, avrebbe piovuto la notte di capodanno.

Sensi, imbozzolato nel suo wrangler con il riscaldamento al massimo, iniziò la ricerca del parcheggio dai posti più improbabili, visto che di sicuro i posti probabili erano già stati occupati ore prima. Era possibile che ci fossero dei compratori natalizi che campeggiavano ai giardini dal diciannove dicembre, per essere sicuri di riuscire a procurarsi tutti i regali sulla loro lista.

Dopo aver verificato che il parcheggio più vicino al centro era quello sotterraneo della questura, dal quale era partito un'ora e mezza prima, il commissario rimise la macchina al suo posto e uscì a piedi.

Black Christmas - Un'avventura del commissario SensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora