Asciugo il mio corpo con un telo appeso ad un gancio in legno e torno in camera, non notando più la presenza di Neya. Incomincio a vestirmi, non voglio farmi trovare nudo da Jeongguk, assolutamente.

Dopo aver infilato la pesante casacca — l'ultimo capo del mio vestiario —, ecco che la porta d'ingresso si apre, rivelando il soggetto dei miei pensieri.

Il corvino entra in tutta la sua forza e maestosità, trasudando odore di Alpha da tutti i pori.

«Taehyung, sai perché sei qui?» chiede, avvicinandosi lentamente.

«Nemmeno un "Ciao! Come va? Come ti senti dopo esser stato venduto dalla tua stessa famiglia per venire a sfornare figli in un altro regno?"— faccio, retorico, e vedo i suoi occhi illuminarsi di rosso per qualche istante. Lo sto facendo incavolare — Comunque, sì! Certo che so perché sono qui.»

«Non sembra che tu ne sia al corrente, date le tue risposte.» replica, infastidito dal mio comportamento.

«Mi stai dando dell'idiota?» sbotto, incrociando le braccia al petto.

«Non ho mai detto nulla del genere, voglio spiegarti come stanno le cose. Non farmi arrabbiare.» ringhia, stringendo i pugni.

«Oh! Sennò cosa mi fai?» ridacchio, posizionandomi difronte a lui. Voglio proprio rischiare, forse sono sul serio un idiota.

«Kim, non farmi infuriare, ci rimetteresti tu. Sono per un motivo il miglior combattente dei nostri regni. — mi guarda dall'alto, in modo serio — Tu sei qui perché i nostri genitori hanno deciso di unirci in matrimonio quando eravamo molto piccoli. Niente di più, niente di meno. Non è di certo colpa mia se c'era una guerra e tuo padre ha chiesto pietà al mio.»

Sento i miei occhi cambiare colore, diventando blu scuro. Adesso sono io quello veramente arrabbiato.

«Hai osato insultare mio padre?!» esclamo, sbalordito.

«Ho solo detto la verità.» replica, soffocando una risatina.

Alzo una mano, per schiaffeggiarlo, ma subito il suo braccio blocca qualsiasi movimento, stringendo forte la presa. Mi guarda dritto negli occhi, senza la minima espressione in viso.

«Non so come sei stato abituato nel tuo regno, ma qui, di certo, uno stupido Omega non può alzare le mani su un Alpha molto più potente di lui.» ringhia, lasciando la presa.

Indietreggio, tenendomi il polso. La forza degli Alpha contrasta nettamente quella degli Omega. Non c'è paragone. Ricaccio le lacrime con forza.

«Non sono solo uno stupido Omega.» sbotto, incrociando i nostri occhi.

Il corvino inclina il  capo, guardandomi per qualche altro secondo poi scuote la testa, incrociando le braccia al petto.

«Stai dimostrando il contrario. — replica — Non sei più al Branco Kim, Taehyung. Fattene una ragione e vivrai più tranquillo nel mio regno.» si volta ed esce nuovamente, lasciandomi solo e con l'amaro in bocca.

Mi accascio a terra, stringendo le gambe al petto e affondando la testa in esse. A casa mia, mi hanno insegnato a tener testa agli Alpha, a non farmi mancare di rispetto. Qui, però, sembra l'opposto. Non voglio esser trattato come uno straccio.

Stringo le labbra e mi impongo di non piangere, non dimostrerò di essere un debole Omega.

Torno a guardare fuori dalla finestrella, notando il Sole già alto e splendente. Mi alzo e provo ad aprire la porta, trovandola chiusa a chiave. Ringhio e do un colpo alla superficie legnosa, provocando solo un gran male alla mia povera mano.

Sospiro, accarezzandola. Non ho niente da fare, qui. Sono come in prigione— anzi, mi correggo, sono in prigione.

[- - -]

«Padre, ma siete proprio sicuro che sia lui il mio compagno?» domando, aggrottando la fronte.

«Sì, Jeongguk. L'ho visto coi miei occhi.» ridacchia, scuotendo la testa.

«Ma è così diverso da me...» sospiro, senza pensarci.

«Ah, sì? Bhe... Non dovrei ricordartelo, visto che già sai, ma fra poche ore inizieranno i sintomi del calore. Come ti comporterai?» chiede, inarcando un sopracciglio.

Deglutisco, spostando lo sguardo verso altro. «Non saprei, padre...» mormoro.

«Jeongguk, — mi richiama con tono fermo — compi il tuo dovere.»

Annuisco, inchinandomi leggermente per poi uscire dal castello, lasciando fuoriuscire un rumoroso sospiro.

Come dovrei fare? Quell'Omega mi sta talmente antipatico, non importa che sia il mio compagno. Non riesco a farmelo piacere come dovrei anche se... C'è qualcosa che non mi fa perdere le speranze.

Dopotutto, abbiamo conversato solo una volta, nemmeno tanto civilmente, oserei dire. Sarà ancora scioccato dal trasferimento, dal trovarsi in un luogo mai visto prima e dall'imminente calore.

Devo guadagnarmi la sua fiducia. Già, più facile a dirlo che a farlo, non credo sarà molto semplice. Provare a mettermi assieme a lui è come accoppiare un gatto ed un serpente, da quanto ho capito.

Cammino inconsciamente verso la capanna, perso fra i miei pensieri. Vedo qualcuno corrermi incontro e realizzo sia la levatrice di Taehyung e una strana preoccupazione prende possesso del mio essere. Ti prego, fa che non sia...

«Principe Jeon, — esclama, una volta che la raggiungo, ha il fiatone — T-Taehyung...»

«Cosa?» sbotto, preso dall'ansia.

«L-Lui...»

Ad un tratto, come una tempesta, un odore fortissimo di fragola e lampone stordisce i miei sensi, facendomi barcollare. Sgrano gli occhi, ricomponendomi e cercando di non correre verso quella meravigliosa fonte.

«Il suo calore è prossimo, signore. Fra qualche ora sarà pronto.» spiega velocemente ed annuisco.

Santa la Dea Luna, dimmi cosa dovrei fare.

I'm not just a stupid Omega  |KookTae|Where stories live. Discover now