*Due - l'audizione della mia vita

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«Oh sei viva? Parla dai. Dimmi, come ti senti?» le chiese Federica,concentrata sulla strada semi-deserta.

«Niente,solo molto agitata. Mamma, pensi che io possa vincere?»

«Ma certo, tu hai una voce meravigliosa. Io e papà te lo diciamo sempre mica solo per farti contenta!»

Ah si?

Raggiunsero in meno di mezz'ora gli studios di Cinecittà, dove si sarebbe tenuto in maniera del tutto eccezionale il talent "Le stelle d'Italia". All'entrata un omone, pelato e dal viso tutt'altro che rassicurante, chiese loro cosa le servisse. Federica parlò chiaro: «Salve! Anna Luminanti, siamo qui per lo show Le Stelle D'Italia»

L'uomo controllò pazientemente tra la sfilza di nomi spesso uguali e ripetitivi.«Prego, studio 3. Il parcheggio è a destra, dopo la bmw nera. »

Difronte alla porta stavano decine di ragazze e ragazzi, giovani e meno giovani, vestiti eleganti i più, alcuni più casual tenendo sempre un certo decoro. Una ragazza, non troppo diversa da Anna nell'aspetto, stava tra le braccia del padre in lacrime; Mio Dio,pensò Anna. Le tremavano le gambe, la mandibola non cessava di agitarsi; era come quelle mandibole di plastica, caricate tramite un meccanismo a molla, che se rilasciate s'aprivano e si chiudevano come presi da un forte spasmo. Si morse la lingua due volte, il sapore del sangue era appianato dal dolore, che a sua volta si confondeva con la miriade di pensieri accomulati nella piccola testa, ronzanti come centinaia di calabroni.

Non ce la posso fare.

Guardò sua madre; era preoccupata dalla modalità d'entrata. Non era mai stata in uno studios, ne tanto meno aveva mai messo piede in un luogo  dedito allo spettacolo come quello. Il ragazzo all'ingresso parlava con un signore in giacca grigia, camicia viola, pelato. Federica stava aspettando che se ne andasse, ma perse quasi subito la pazienza e si diresse a passo spedito verso il ragazzo. Anna, che aveva già previsto la scena, conoscendo bene sua madre, provò ad intercettarla prima che potesse fare stupidaggini.

«Ferma dove vai?» Disse Anna. Le prese la mano, poi il braccio, fino quasi strattonarla via. «sta parlando, non lo vedi?» le teneva incollati due occhi spaventati; non voleva trovarsi lì, stava per chiedere di tornare a casa.

«Voglio solo chiedere informazioni su quando devi entrare. » Per Federica,stava per fare qualcosa di normalissimo. Anna non lo pensava affatto.

«Dai se non mi chiamano andiamo a casa e basta!» Anna si guardò velocemente intorno; le persone la stavano osservando. Decine di occhi guardinghi, scrutavano dentro la sua fragile anima, lanciando frecce di atroce dolore. Sentiva un forte senso di repulsione nello stomaco, e dovette lasciare il braccio della madre.

«Non dire scemenze. Tu sei venuta qui per esibirti, non vali mica meno degli altri.»

E Invece si. Non valgo niente.

La figura di Federica, da classica donna mediterranea in carne, lasciò interdetto il ragazzo, ancora impegnato a spiegare qualcosa al signore di fronte a lui. Qualcosa legato alla pazienza e alla non professionalità dei giovani d'oggi, colpa – diceva l'uomo dalla giacca grigia – dei genitori iper protettivi. Il ragazzo fece segno a Federica di attendere, e qualche secondo dopo l'uomo se ne andò;Federica lo riconobbe ma non potè fermarlo, aveva cose più importanti da fare.

«Serve aiuto signora?»

«Si,mia figlia è qui per il talent e volevo sapere qual'era l'ordine d'entrata sa...»

Il giovane si mise a sfogliare i fogli, come l'uomo all'entrata; era pieno di nomi, ognuno seguito da un numero. «Guardi, le dovrebbero aver spiegato che ogni concorrente ha un numero. Sua figlia è?»

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