Capitolo 24 - Giorno 161

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Non comprendeva come mai potesse provare attrazione verso Jimin, verso un ragazzo, ma si convinse del fatto che avesse passato troppo tempo insieme a lui e semplicemente doveva prendere distanze.
Nari invece passava molto tempo con Yoongi che, a parere suo, poteva ascoltare per ore ed ore esercitarsi al pianoforte e sentirlo imprecare al minimo sbaglio che faceva, percettibile solo a lui.
Tra di loro si creò una bella relazione, di fratellanza, di sintonia, infatti il più delle volte erano assolutamente d'accordo su tutto, soprattutto sulle risposte acide. Pensavano in modo simile e, cosa più importante di tutte, avevano entrambi la capacità sovrumana di dormire ovunque e per decisamente troppo tempo.

Ripensando ai suoi amici, Jae sospirò sentendo quanto gli mancassero. Negli ultimi anni non avevano passato neanche un giorno senza vedersi quindi essere strappata d'un tratto da questa quotidianità, la faceva sentire debole, come se niente le appartenesse.
In questo momento si trovava per la prima volta in vita sua a Los Angeles, città dove i BTS si sarebbero esibiti per quattro notti, e nell'oscurità della sua camera d'hotel, aspettava che Jungkook tornasse da lei.
Per ammazzare il tempo prese il cellulare e scrisse a Bunny.

05/09/2018 22:19

Io:

Bunny!!!

Come staaai?

Ma non ricevette risposta.

Nell'ultimo periodo, Bunny era più distaccato, rispondeva molto raramente e le scriveva di propria iniziativa ancor meno, azioni che fecero riflettere Jae ed arrivare alla conclusione che forse lo aveva offeso in una qualche maniera, o semplicemente non aveva tempo per lei.
Certo, per una persona che non conosceva nemmeno di persona, si aspettava anche fin troppo da lui, ma le piaceva parlargli, le ricordava Jungkook da certi punti di vista, come per esempio il senso dell'umorismo o le risposte ironiche, quasi cattive.
Sospirò ancora tenendo il cellulare in mano e fissando lo schermo.

Al Staples Center, i BTS si stavano esibendo nel loro primo concerto del tour a Los Angeles ed i ragazzi erano incredibilmente carichi, soprattutto Jungkook che, seppur adorava essere in scena e fare quello che amava, non vedeva l'ora di arrivare all'hotel e sgattaiolare nella camera di Jae.

Jeremy stava facendo loro foto dal balconcino organizzato apposta per i giornalisti, in quanto fotografo ufficiale dei ragazzi, e mentre scattava, osservò Jungkook a lungo attraverso il mirino dell'apparecchio per un bel po' di tempo.
Non sapeva cosa ci fosse tra lui e Jae, ma sapeva che doveva esserci sicuramente qualcosa. Il fatto che la ragazza glielo stesse nascondendo lo faceva imbestialire ancora di più, era come se non avesse neanche il diritto ad una spiegazione dopo essersi confessato, anzi, Jae gli aveva anche mentito.
La gelosia lo stava rendendo irriconoscibile e lo stava anche allontanando dalla sua "amica" per la quale continuava ad avere una cotta colossale, una cotta che lentamente sembrava trasformarsi in qualcosa di più pericoloso, di più malato, ossessivo quasi.

Dopo il concerto i ragazzi ripresero il respiro nel loro camerino, sudati ma felici.
- Los Angeles! – gridò Namjoon estasiato.
- LA!!! – aggiunse Yoongi col suo solito swag facendo ridere fortemente Jin e Hoseok.

Jungkook ridacchiò vedendoli così su di giri e prese il cellulare da lavoro per poter controllare gli impegni per i giorni successivi, ma quando vide il messaggio da Jae per Bunny, s'incupì.
Non voleva continuare a mentire. Aveva provato a non risponderle ma sembrava molto strano che tutto d'un tratto, questo personaggio inesistente sparisca dalla vita della ragazza, ma decise che quello sarebbe stato il problema di un altro giorno: quella sera era troppo felice, troppo soddisfatto e gli mancava troppo Jae, per cui decise di non preoccuparsi per la faccenda "Bunny" neanche un minuto in più.

Dopo quasi due ore, finalmente arrivarono all'hotel e raggiunsero Jae nella sua stanza tutti insieme, anche al resto dei Bangtan stava molto simpatica Jae e non vedevano l'ora di chicchierare un po'.
- Jaeee! – Hoseok e Taehyung si buttarono letteralmente tra le braccia di una Jae divertita che li accolse come una madre.
Tra Hoseok, Taehyung e Jae si era instaurato un rapporto diverso da tutti gli altri: pazzi tutti e tre nel loro modo, estremamente spontanei gli uni vicini agli altri e sempre col sorriso sulle labbra.

- Jae, io tenterò di non soffocarti come questi marmocchi, scusaci se ti abbiamo lasciata da sola. – Jin legò la ragazza in un abbraccio più pacato ma con un grande affetto, abbraccio al quale si unì un Namjoon decisamente commosso.
- Ragazzi, ma dico io, perchè dovete essere sempre così sentimentali? Mi ucciderete un giorno... – si lamentò il leader tentando di mantenere un'espressione neutra ma fallendo.
- Nam... è per caso una lacrima quella che vedo nell'angolo dell'occhio? –
- Yoongi giuro che se non stai zitto, questa scarpa numero 42 ti arriverà dritta nel didietro. –
- Nam! Linguaggio! - Jin era sempre molto attento alla buona educazione dei suoi compagni, anche se aveva ancora Jae tra le braccia che rise nel suo avanbraccio.
- E tu Jimin? Come mai così silenzioso? – Jae interpellò il moro che sembrò svegliarsi tutto d'un tratto.
- Oh, niente! Sono solo stanco. – rispose col suo solito sorriso.
- Ho parlato prima con Daeshim e Nari e vi salutano un sacco. – al sentire il nome di Daeshim, Jimin salutò i presenti e semplicemente se ne andò dalla stanza per raggiungere la sua.

Continuava a pensare a Daeshim ed a quell'orribile ultimo incontro che avevano avuto.
Non era la prima volta che aveva trovato qualcuno confuso dalla propria sessualità; rendersi conto di essere gay è un processo difficile da accettare e può arrivare abbastanza tardi nella vita, ma Daeshim l'aveva ferito profondamente.

Cercava di capirlo però: si ricordava anche lui dei dubbi e della paura che aveva sentito quando ebbe la sua prima cotta per un compagno di scuola. Non ne parlò con nessuno, troppo spaventato dai giudizi che avrebbe potuto ricevere, però poi trovò la sua seconda famiglia: i Bangtan, e loro lo avevano accolto, capito ed aiutato senza mai chiedere nulla in cambio, senza mai giudicarlo.
Entrò nella sua stanza buia, prese il cellulare e digitò qualche lettera per trovare il contatto di Daeshim. Guardò lo schermo per alcuni secondi solo per poi sospirare e posare il telefono sul comodino, arreso.

Forse aveva ragione lui, essere amici sembrava una terribile idea ed essere qualcosa di più non esisteva nemmeno, per cui, Jimin decise di smetterla di soffrire così tanto per qualcuno che non conosce abbastanza sè stesso.

Nella camera di Jae era rimasto solo Jungkook ora che aveva scacciato tutti i suoi compagni tra le proteste di questi ultimi.
Subito dopo aver chiuso la porta dietro a Hoseok che continuava a fare gesti d'intesa a Jae, Jungkook si fiondò sulla ragazza incollandola al muro e dandole un bacio che semplicemente la lasciò senza fiato.
Le loro labbra continuavano a muoversi vogliose l'uno dell'altro, staccandosi per qualche frazione di secondo soltanto per prendere fiato.

- Si può sapere perchè non sei venuta al concerto? – domandò il minore tra un bacio e l'altro.
- Vi ho già visti a Seoul, ricordi? Per ben due notti di seguito mi hai fatto arrossire con quel tuo ballare. – replicò affannosamente continuando a non stancarsi dell'odore di lui, delle mani di lui sul suo corpo.
- Sai quello che voglio io per almeno due notti di seguito? – Jungkook si fermò per annegare i suoi occhi in quelli di lei.
Jae scosse la testa con un sorriso malizioso sul volto.

- Voglio te, Jae. -

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