I wanna be yours

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Quando i raggi solari fecero capolino dalle tende bianche e si sporsero timidamente sulle lenzuola, le due figure sul letto capirono che il giorno era arrivato e con esso le conseguenze della notte prima.

Levi si svegliò per primo, abituato da tempo a dormire per poche ore e destarsi con la luce mattutina. Ma quella era una giornata diversa dalle altre, non era da solo e si sentiva stranamente bene nonostante tutti i dubbi che lo avevano tartassato prima di chiudere occhio. Era arrivato alla conclusione che non poteva ribellarsi ai sentimenti e li aveva accettati, placando la guerra in atto nel suo cuore.
E avrebbe preso con se anche le conseguenze e tutto ciò che sarebbe venuto dopo.

Si abituò pigramente alla luce del sole che illuminava il viso giovane e delicato della persona al suo fianco. A Eren piaceva particolarmente dormire e occupare gran parte del letto con il suo corpo slanciato.
I suoi capelli erano un disastro e le lenzuola lo avvolgevano in malo modo, lasciando scoperti parte del busto e una gamba.
Levi si concesse di osare di più con lo sguardo, soffermandosi sulla pelle morbida della sua coscia per poi salire su una spalla dove si notava la muscolatura poco sviluppata ma non per questo assente.

Eren era così giovane e puro mentre dormiva. E forse fu il suo sguardo intenso a destarlo dal sonno. Borbottò qualcosa e aprì i suoi grandi occhi verdi per poi sorridere, ancora assonnato.

"Hey", mormorò con la sua voce roca e mattutina. Il cuore di Levi fece qualche capriola nel sentirla.

"Ciao, moccioso", gli rispose prima che il ragazzo si avvicinasse ancora di più, allungando le braccia per stringerlo a se. Anche questo gli era mancato e capì di aver preso la giusta decisione. Era felice con Eren e lui non aveva mai sentito il bisogno di sentirsi così con qualcuno.
Il ragazzo gli avvolse il bacino e lasciò piccoli baci su una sua spalla coperta dalla maglietta prima di poggiare la guancia nello stesso punto.

"Possiamo rimanere a casa?", domandò, rompendo il silenzio idilliaco fra di loro.

"Non se ne parla, devi andare a scuola", gli disse, lanciandogli un'occhiata severa per fargli capire che non avrebbe accettato nessuna scusa, neanche davanti al suo sguardo implorante.

"Dai, dobbiamo recuperare il tempo sprecato", continuò a bassa voce, lasciandogli baci meno casti di prima, sfiorando la sua pelle calda con la propria lingua mentre risaliva verso il suo viso.
Quel ragazzino sfacciato sapeva come ottenere ciò che voleva.
Alla fine Levi lo assecondò, lasciandosi baciare pigramente dato che avrebbero avuto tutta la giornata per loro.

Eren era steso su parte del suo corpo e il maggiore gli accarezzava spesso i capelli o la schiena nuda, tracciando disegni immaginari su quella distesa liscia e che stava imparando a conoscere a memoria.
Si ricordava della posizione dei suoi nei, dei punti dove preferiva le carezze e quelli dove desiderava dei baci.

"Potrei rimanere così per sempre, sai?", sussurrò Eren, strusciando il proprio viso sulla maglietta dell'altro, inalandone il buon profumo.
Levi non rispose, immaginando che il ragazzo dovesse continuare il proprio discorso. Sapeva quanto gli piacesse dare aria alla bocca.

"Ti rivelo una cosa: non ho mai avuto dell'interesse per qualcuno. Non sono neanche mai stato innamorato, accidenti", disse con una piccola risata.

"È una dichiarazione?", lo prese in giro Levi. Neanche lui aveva mai amato qualcuno ne aveva desiderato conoscere ogni lato di una persona. E sospettava che Eren lo sapesse.

"No, no, non dovrai scappare in Messico. Volevo solo dire che sto bene con te ed è la prima volta che mi succede. E sono felice perché credo, anzi sono quasi sicuro, che per te sia lo stesso", disse con il suo sorriso sghembo, sollevando il viso per incrociare lo sguardo dell'altro.

Riren// That damn student Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora