Sins and innocence

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Acqua fresca, un pacco di patatine, dépliant sulle piramidi da visitare, telefono ben carico e un capellino in cotone nel caso il sole battesse con più forza nelle ore più calde della giornata.

Infilò tutto in uno zainetto che si era portato, sempre sotto lo sguardo protettivo di Levi.
L'uomo era stato un po' riluttante a lasciarlo andare da solo e anche ora non era del tutto convinto. Aveva chiesto al giovane di inviargli spesso dei messaggi e a quella richiesta lui si era illuminato. Gli piaceva quell'atteggiamento protettivo.

"Mi raccomando, non fidarti di nessuno, sono stato chiaro?", gli disse Levi, come ennesima raccomandazione.
Eren annuì senza lamentarsi. Se Levi fosse stato suo padre non ci avrebbe pensato due volte a rispondere malamente dopo la centesima preoccupazione.

"Ti manderò tante foto", aveva detto poco dopo, mettendo lo zaino sulle proprie spalle. Indossava una maglietta a maniche lunghe, bianca e con alcuni bottoni sotto al colletto. Due non erano abbottonati e lo sguardo di Levi cadde in quel punto dopo poteva intravedere la pelle dorata del giovane.

"Non intasarmi il telefono", replicò l'uomo, scostando i suoi occhi da quel lembo di pelle invitante. Eren se ne accorse e ghignò divertito, allungando le proprie dita lunghe verso l'uomo, riuscendo ad afferrargli i fianchi.

"Ti manco, per caso?", disse, facendo scivolare le parole dalle proprie labbra con tono melenso. Fece guizzare la lingua su di esse, inumidendole. Ogni suo gesto sembrava invitarlo a desiderare quel corpo solo per se.

Mantenne il suo sorriso sghembo, sopratutto quando Levi non rispose, sapendo bene di non essere in grado di ingannarlo completamente. Quel ragazzino era sveglio e sfacciato, sapeva come arrivare al proprio scopo anche se esso lo spaventava.
Portò le dita più avanti, raggiungendo la base della schiena di Levi, attirando il suo corpo al proprio. I loro sguardi si incrociarono e l'uomo tentò di mantenere la propria espressione severa ma quando Eren inclinò il viso, guardandolo con desiderio, non resistette e fece scontrare le loro labbra.

Era come se si fossero baciati mille volte poiché riuscivano a muovere le bocche con un ritmo perfetto, senza esagerare ne trattenersi, riuscendo a capire cosa piacesse all'altro. E, allo stesso tempo, sembrava sempre un primo bacio per l'intensità e il desiderio che ne scaturiva ogni volta. Era come aspettare mille anni per poi ottenere quel contatto tanto voluto.

Le labbra di Eren erano morbide, di un bel colore e con un sapore fantastico. Era bello poterle avvolgere con le proprie, leccarle e stuzzicarle per sentirle più gonfie e renderle più sensibili. Poi il ragazzo non era per niente in grado di soffocare i propri gemiti e si lasciava sfuggire degli ansimi capaci di provocare l'uomo in modo così semplice.

Le dita di Levi erano impigliate alla maglietta del ragazzo, strattonandola per costringerlo a stargli vicino, riuscendo a fargli schiudere la bocca per incontrare la sua lingua.
L'accarezzò, l'avvolse con la propria e la morse leggermente prima di staccarsi, ottenendo un mugolio di Eren.

Sollevò le palpebre e guardò la maglietta bianca e stropicciata del ragazzo. Poi sollevò lo sguardo sulle sue labbra rosse al punto giusto e così dannatamente gonfie.

"Non possiamo rimanere qui?", brontolò Eren, sapendo bene che no, non sarebbero potuti rimanere in hotel anche se entrambi lo avrebbero preferito.
Levi avrebbe volentieri ripreso a baciare quella bocca e il resto del suo corpo fino a sentire la voce di Eren che lo pregava di andare più a fondo. Non sarebbe stato male vedere il suo giovane corpo sudato, ansimante, disteso su quel letto con un'espressione stremata.

Cercò di mandare via quel pensiero per non doversi eccitare proprio in quel momento. Lui non era mai stato così, era passato il tempo in cui gli bastava poco per avere un'erezione.
Poi aveva conosciuto lo sfacciato e bellissimo Eren e le cose erano cambiate, facendolo sentire come un dannato moccioso con gli ormoni a mille.

Riren// That damn student Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora