Welcome to Cairo

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Eren non riusciva neanche a tenere gli occhi aperti per colpa dell'alzataccia di quella mattina. In più il vociare uniforme delle persone in fila conciliava il suo sonno.
Fortunatamente fu Levi ad occuparsi dei loro documenti, porgendo i passaporti con i biglietti alla ragazza al gate.

Lei li fece passare e i due, con gli zaini in spalla, camminarono lungo il corridoio diretto all'entrata dell'aereo.

"Stai attento a dove metti i piedi", borbottò Levi quando Eren inciampò in una giuntura del corridoio sospeso in aria. Sorrise imbarazzato e finalmente entrarono nel veicolo, raggiungendo i loro posti.

Era un aereo piuttosto grande, il secondo che prendevano e anche l'ultimo, diretto a Il Cairo.

Ed Eren passò quelle ore di viaggio dormicchiando, cullato dal rumore bianco dei motori.

Aprì gli occhi quando l'aereo toccò terra e segnò l'inizio di una nuova avventura. Una via di fuga dalla realtà dove si sarebbero comportati in modo completamente diverso.

Il cuore di Eren prese a battere più velocemente all'idea e dovette essere quasi trascinato al ritiro bagagli poiché troppo immerso nelle sue fantasticherie.

Presero le loro due valige nel grande aeroporto internazionale, pieno di gente di tutto il mondo con centinaia di lingue e colori diversi. Eren si perse a guardare quella moltitudine che rappresentava il mondo.

Invece Levi stava cercando un qualsiasi mezzo di trasporto che li avrebbe portati alla cittadina degli scavi.

"Eren, muoviti", lo richiamò dopo aver adocchiato un taxi una volta usciti dal grande edificio. Lungo il viale c'erano delle palme e la temperatura era mite, si stava bene con una felpa leggera nonostante fosse primo pomeriggio.

I due salirono sull'auto e Levi diede prontamente l'indirizzo all'autista, parlando il suo inglese dall'accento francese.
Durante il volo si era studiato i posti dove avrebbero alloggiato e si era segnato i vari metodi per arrivarci con i mezzi.

Il ragazzo egiziano mise in moto, guidando come un pazzo nel traffico della capitale.
Eren si attaccò al finestrino, osservando ciò che scorreva davanti ai suoi occhi. Era un posto totalmente diverso dall'Europa e trasudava antichità, storia, mistero. Non era abituato alle culture orientali ma ne era affascinato poiché gli sembravano così diverse dalla propria.

Levi cercò di rimanere impassibile ma quando vide le piramidi di Giza per poco non schiuse le labbra per la sorpresa. Erano a dir poco meravigliose con quella struttura perfetta ed imponente.

Anche Eren si voltò verso l'altro finestrino, sgranando i suoi occhi verdi alla vista di quei colossi.

"Forse riesco a capire perché desideravi così tanto venire qua", mormorò a Levi.

"È questo è solo una minima parte dell'Egitto e della sua storia", rispose l'uomo con uno strano tono di voce. Era sognante, quasi.

Il ragazzo trattenne un sorriso e riprese a guardare dalla propria parte mentre l'auto percorreva quella che doveva essere l'autostrada. Attorno ad essa il deserto.

In un'oretta arrivarono in una cittadina totalmente circondata dalla sabbia. Non c'era molta gente per le strade e in lontananza si vedeva il profilo delle piramidi.
Non erano lontani dal Cairo ma percorrere strade trafficate aveva fatto perdere loro tempo.

Il tassista si fermò davanti a un piccolo hotel che non sembrava male. Levi pagò il ragazzo e poi scese assieme ad Eren, trascinando le valige verso le porte in vetro dell'edificio.

La hall era ben messa con un bel pavimento in marmo colorato, piuttosto lucido. Doveva esserci un hotel adatto ai turisti che volevano alloggiare vicino ai siti archeologici.

Riren// That damn student Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora