XXXIX - Albino o Corvino?

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Ricomincia la partita e mancano pochi minuti alla fine della partita, proprio mentre era in corso uno scontro diretto tra me e Paolo sentiamo il triplice fischio dell'arbitro.

Con il fiatone guardo la palla cadere a terra e rotolare in un punto indefinito del campo, alzo la testa sul tabellone come tutti gli altri notando che la partita è finita in pareggio, diminuendo ulteriormente la nostra possibilità di passare alle semifinali del FFI.

Poggio le mani sulle mie ginocchia e faccio profondi respiri per riprendere fiato esattamente come tutti gli altri, Mark vedo che si butta a terra come Jack, mi passo una mano tra i capelli notando che vicino alla radice sono bagnati di sudore, che schifo, ho bisogno di una rilassante e lunga doccia.

Sento i dubbi di tutti, che sono convintissimi che il nostro torneo sia finito qui, dato che ormai dobbiamo affidarci al risultato dell'ultima partita ancora in corso dell'Unicorno, che nervoso.

Mark si alza in piedi e si rivolge a tutti noi, io cammino e mi metto vicino a Shawn che è seduto a terra.

«Ragazzi, dovete essere fieri di voi, il nostro dovere l'abbiamo fatto dando il massimo di noi stessi fino all'ultimo.» dice il capitano sorridendo.
«Ben detto capitano.» lo appoggio.

Dopo qualche secondo ci mettiamo in fila per l'ultimo saluto con la nazionale italiana.

«E stata una bella partita.» afferma Mark agli italiani.
«Hai ragione, ci siamo divertiti molto.» risponde il capitano della Orfeo.

«Paolo ti devo ringraziare, perché hai tirato fuori la vera natura di quell'uomo.» gli dice Jude.
«Mi ero dato questo obbiettivo e ce l'ho fatta.»
«Ha ragione Jude, sei stato fantastico.» lo appoggio io sorridendogli.

Poi la gente inizia ad andarsene e noi restiamo a osservare Willy e Celia che fissano il computer di lei dove aspettano i risultati della partita in corso in questo momento.

Poggio la testa sulla spalla dell'albino che mi circonda le spalle con un braccio.

Mentre ascolto Willy che ricapitola la nostra situazione facendoci chiaramente capire che se l'unicorno dovesse vincere arriveremmo a un totale di punti uguali e quindi sarebbe decisiva la differenza di reti, ma su questo possiamo essere sicuri che non potremmo vincere noi questo "scontro", quindi dobbiamo sperare in un pareggio o una sconfitta.

Alzo lo sguardo sempre in quella posizione e osservo il ragazzo poggiato alla ringhiera che si congratula con i suoi compagni per la magnifica partita e se la ride felice, poi gira la testa verso di noi e il suo sguardo incrocia il mio.

«Non sei male.» mima e scuoto la testa accennando a un sorriso.
«Meglio di te.» mimo di rimando.
«Illusa.» capisco e poi non ce la faccio più e scoppio a ridere.

Tutti mi guardano straniti, essendo in un momento critico non dovrei, ma tutta questa pressione unita alla faccia di Samuele che gonfiava le guance offeso, non ce l'ho più fatta e mi sono messa a ridere.

«Avanti ragazzi, abbiamo dato il massimo e probabilmente è stata la partita migliore che abbiamo giocato, niente rimpianti, sarà il destino a decidere e dovremmo accontentarci quindi su con la vita.» dico guardando tutti e sembra che si rilassano.
«Hai ragione.» dice Mark.
«Come sempre.» rispondo facendolo infuriare.

Tornando a osservare gli spalti noto che Samuele mi stava ancora fissando ma non appena i nostri sguardi si incontrano torna a guardare e parlare con Paolo che è davanti alla sua panchina a qualche metro di distanza dal suolo rispetto a lui.

«Io torno tra poco, devo fare una cosa.» dico immediatamente alzandomi in piedi.
«Cosa?» chiede Austin.
«Nulla di importante, torno tra qualche minuto.» corro verso gli spogliatoi e davanti alla mia borsa cerco di raccattare più soldi che posso, e a passo svelto vado verso l'entrata dello stadio dove vendono cibo e souvenir.

Fallin' All In You || Shawn FrosteOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz