«Ancora meglio, tesoro.»

Jimin arrossì a quell'appellativo.
«Andiamo a scattare foto laggiù?» Lo trascinò dal braccio verso una cabina. Si fermò ad osservarla. «È chiusa..» Jimin corrugò la fronte. «Vado a chiedere le chiavi, torno subito. Aspetta qui.» Corse via.

Yoongi scalciò qualche ciottolo per terra.

«Figliuolo.» Si sentì richiamare da una voce flebile.
Si voltò all'istante trovando un'anziana accompagnata da un cesto. Quest'ultimo conteneva un'infinita di cerchietti, ognuno adornato in maniera differente. Due in particolare destarono la sua attenzione, uno era color cremisi con due piccole corna, l'altro era bianco con un'aureola costellata di stelle. Gli piaceranno?

Li afferrò delicatamente per paura che le sue mani impure potessero mandarli in frantumi, come i suoi sogni. Un attimo, aveva avuto dei sogni?

My heart kept aching
So I wanted to forget.

«Che scelta, ragazzo. È per il suo compagno, non è così?» Sorrise leggermente l'anziana.

Yoongi scosse la testa decisamente, lasciando il resto all'anziana e tornando ad aspettare Jimin.

L'anziana che si era allontanata, prese piano piano ad innalzarsi, i suoi capelli si tinsero di grigio, intrecciandosi. La più giovane delle guardiane dell'Yggdrasill sorrise soddisfatta per poi dissolversi nel nulla.

Jimin arrivò con il fiatone. Aveva corso, notò il demone.

Scosse le chiavi nella sua mano mentre era piegato in avanti. «E-ecco qua.» Aprì immediatamente la cabina invitando il menta.

«È stretta..» Si morse il labbro per l'imbarazzo. Non sapeva come rimediare a quell'imprevisto né prevedere la reazione del maggiore.

L'altro rimase per qualche istante in silenzio, valutando qualora quell'imprevisto fosse realmente un inconveniente, poi posando entrambe le mani sui fianchi del minore lo sollevò improvvisamente poggiandolo sopra di lui. «Penso che così ci sarà possibile risparmiare spazio, no?» Constatò tranquillamente mentre il minore era impegnato ad andare a fuoco.

Feels like I've loved you from a long time ago.

«U-uhm, i-immagino di sì?» Fece per cliccare lo schermo per regolare gli scatti ma fu interrotto dalla presa salda dell'altro.

Non parlò, semplicemente si limitò a fargli indossare l'oggetto acquistato poco prima.

«Scambiarci per un giorno, non farebbe male, sai?» Tale affermazione risultò più seria di quanto avesse desiderato.

Jimin annuì ipnotizzato, nonostante le spalle.

If this is a dream, please let me wake up.

Yoongi protese la mano in avanti sfiorando leggermente le braccia dell'arancione, digitò varie funzioni sullo schermo e una volta azionato il timer si ritrasse.

Jimin dubitò per un attimo, uno solo. Yoongi lo percepì, la rigidità contro il suo corpo, era così ovvia. Tuttavia, lo sentì rilassarsi lentamente.

Era così combattuto il suo pel di carota.

Jimin prese un respiro e sorrise inclinandosi leggermente verso il menta. Prima che l'apparecchio potesse scattare le ultime foto, Yoongi si sentì avvolgere dalle braccia minute del minore e la sua guancia riscaldarsi al contatto con le sue labbra.

«Sono belle, non è così?» Chiese Jimin sforzandosi di risultare il più disinvolto possibile mentre estraeva le foto appena scattate.

Yoongi ancora scosso dal calore precedente, scosse le spalle con indifferenza. Prese una delle foto e la fece scivolare abilmente nella propria tasca.

Jimin rivedendole una volta usciti dalla cabina, notò la scomparsa della foto con il bacio. Preferì, comunque, non commentare l'accaduto.

«Cosa desidera, adesso?» Chiese il menta con l'ormai familiare punta d'ironia.

«Beh, voglio provare quella macchina.» La indicò in lontananza.

«Oh no-» Yoongi lo osservò. «Andremo in banca rotta, signore.»

Jimin gli dette un pugno scherzosamente sul braccio. «Voglio riuscire ad acchiappare almeno un peluche.»

«Quale desidera?» Yoongi continuò. «Min Yoongi, al suo servizio.»

«Vorrei quel gatto.» Lo indicò una volta avvicinatosi. I suoi occhi brillavano, desiderava quello e nient'altro. Sotto quella luce, risultava difficile distinguerlo da un bambino.

«Il calico cat?»

«Così si chiama?»

«La leggenda narra che porti fortuna.»

«Tu sei proprio a conoscenza di tutte le leggende.»

«Non posso di certo lamentarmi.» Inserì una moneta ed impugnò il telecomando. Lo spostò in basso, facendo poi giusto un po' di pressione perché l'aggeggio impugnasse il gattino.

Jimin era giusto alle sue spalle, lo osservava attentamente, sentiva il suo corpo venir inondato da un'ansia sconosciuta. Poggiò distrattamente le mani sulle sue spalle, sbirciando.

Yoongi si voltò leggermente di lato ghignando. «Stai forse dubitando?» Rivolse lo sguardo alla macchina. «Sei mio.» Diretto al pupazzo o a Park Jimin? Poco importava, ormai.

Are you the line of my fate?
Are you the one I've been waiting for?

Spostò il gattino verso destra, avanti, e poi dritto in buca. «Ha!» Sollevò il finestrino, acchiappando gelosamente il suo premio. «Te l'avevo detto.»

Jimin sorrise alla reazione del maggiore, non c'erano freni, non c'erano calcoli, in quella reazione. Era sincera. «È tuo.» Ancora una volta, era discutibile chi fosse il soggetto di sua proprietà.

Are you really my destiny?

Yoongi fece per controbattere ma all'improvviso sentirono delle gocce bagnare inizialmente i loro volti, ed inseguito inzuppare i loro corpi.

«Cazzo, cazzo.» Sbottò il menta notando l'altro starnutire. Si tolse la giacca di pelle, utilizzandola come riparo per i due.

Corsero verso un angolo, rifugiandosi.
«Penso che qui possa andare bene.»

Yoongi utilizzò la giaccia per asciugare distrattamente i capelli dell'altro, scuotendoli un paio di volte.

Jimin si limitò ad osservarlo, era più semplice quando l'altro non lo studiava.

Si mise sulla punta dei piedi, e all'insaputa dell'altro gli rubò un bacio.

«Mi sono innamorato del ragazzo dai capelli color menta, per caso lo conosci?»

Falling you.

운명;; Ÿööńṃïń.Where stories live. Discover now