Capitolo 2

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Capitolo 2

Il vento che tirava in giardino le solleticava il volto. Era tiepido, ancora troppo freddo per l’arrivo della primavera ma sopportabile. Affondò silenziosa le mani nelle tasche del giubbotto e fissò il ragazzo che di fronte a lei, la osservava con interesse.

-Dunque?-Non capiva ancora come avesse avuto il fegato di presentarsi a quella specie di “sfida”. Perché non voleva pensarlo ad un appuntamento. Meglio idealizzarlo come incontro di morte.

Gli altri studenti, finiti i loro corsi abbandonavano l’edificio per dirigersi ai cancelli cosa che in verità, voleva fare al più presto anche Nami.

Non erano molto lontani, ma captò immediatamente il movimento del braccio di lui, affondare nella tasca laterale dei pantaloni. Il piccolo biglietto nero era riapparso e con molta precisione, lo studiò.

Piccolo, grande quanto il pollice di una mano e da quel che aveva intravisto, era scritta in una calligrafica elegante e pulita in argento.

Non aveva potuto leggere altro.

-Per tornare a casa-Parlò guardando un punto imprecisato alla sua destra-Percorri il centro di Coco…è vero?- Si impettì Nami…come diavolo faceva a saperlo!?

-Cosa te ne frega!?-Rispose più aspra di quel che si aspettava. Stalker.

Ecco che cosa era e cosa pensò di lui. Stalkeraggio! E quella era la prova del nove!

-Non passare per la via principale.-Spalancò gli occhi Nami. Cosa!?

-Non ho capito-

-Hai capito benissimo-Studiò nuovamente il biglietto-Ho detto: non passare per il centro!-Sospirò deciso. Il suo volto ad una maschera tesa dove al momento, non c’erano posto i sorrisi.

-Come ti permetti?-Domandò con voce incrinata.-Io …passo dove voglio!- Lo osservò inarcare un sopracciglio e scuotere il capo per poi, strappare il biglietto tenuto in mano fino a quel momento.

-Io ti ho avvertita…-L’avvisò voltandole le spalle. Si fermò e nuovamente, si voltò a guardarla.-La vita è tua…-

Con passo spedito, in barba agli avvertimenti o per meglio dire, alle minacce di quell’invasato, stava camminando a passo spedito, per le tranquille ma trafficate e affollate strade del centro di Coco.

La tracolla tintinnava ad ogni passo, sballottando le chiavi del portone di casa. Al solo pensarci, le saliva una rabbia. Ma perché avvelenarsi il fegato!?

L’indomani l’avrebbe mandato a quel paese. Poco ma sicuro!

Con la solita mossa che ripeteva tutte le volte che andava e tornava da scuola, schiacciò il richiamo per il semaforo verde. Alzò lo sguardo, accecata dai deboli raggi del sole e attese che cambiasse.

Thò! Ecco! Sbuffante, avanzò per le strisce pedonali seguita a ruota da un tumulo di gente, quando sentì il clacson di una macchina lì vicino. Aprì di scatto gli occhi e volse il volto da dove proveniva il suono. No da una direzione in particolare intorno a lei…no. Da davanti a lei.

Le sembrò che il tempo si fermasse nell’esatto istante in cui a rallentatore, osservava la scena come una spettatrice. La macchina le si avvicinò e lei, trovandosi proprio in mezzo, sarebbe morta.

Se lo sentiva, avvertì i peli dei bracci e dietro al collo rizzarsi…Chiuse gli occhi cercando di contenere la paura con l’ignoranza di quello che avrebbe visto.

Time to DieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora