Capitolo 31

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Dopo quella frase nell'ascensore cade un silenzio che sembra non finire mai.

Non sono mai andata in un ascensore e per quanto questa possa essere grande e spaziosa nonostante siamo in tanti, mi sento mancare l'aria, forse a causa del fatto che è ricoperta da specchi e vernice bianca.

Non posso paragonare quest'ascensore ad un'altra ma sono sicura che di solito non ci impiegano così tanto. Il viaggio sembra non finire mai.

Poi Jay Bennet taglia il silenzio. -Non capisco, ma di solito le ascensori non vanno su e giù?- chiede.

Boggs sorride. -Si, anche questa lo fà-

-Ma a me sembra che...- inizia Jay ma viene interrotto da Boggs.

-Questa vada anche a destra e sinistra- continua.

-Esatto... è solo una mia impressione?- mormora Bennet.

-No, ragazzo. Va in ben quattro direzioni diverse-

-Comunque io sono Jay Bennet- si presenta porgendogli la mano.

Boggs la stringe.

Con la coda dell'occhio vedo che Marcus sta per presentarsi ma le porte si aprono.

Arriviamo in un corridoio con il soffitto e le pareti bianche e un pavimento nero lucido. Boggs esce dall'ascensore e noi lo seguiamo.

-Dove stiamo andando?- chiede Jhon.

-Dal presidente del distretto 13, ovvio- risponde Boggs.

-Alma Coin?- chiedo.

Lui annuisce.

Stringo forte la mano di Peeta e lancio un'occhiata a Jones che sembra ancora turbato.

Gli altri sembrano più che altro emozionati.

Alla fine del corridoio troviamo due guardie, con la stessa armatura di Boggs, ai lati di una porta nera.

Entrambi guardano Boggs con aria interrogativa ma quando egli annuisce loro si spostano e ci fanno passare.

Boggs apre la porta ed entriamo in una stanza poco illuminata con un tavolo nero posto al centro.

Davanti al tavolo ci sono alcuni schermi con diverse immagini.

Ci sono 12 piccoli schermi su ognuno c'è l'immagine dei palazzi di giustizia di tutti i distretti; su altri schermi ci sono diverse zone del distretto 13, per lo più rovine, e vedo anche il muro divisorio dove gli altri della squadra di Boggs stanno togliendo la dinamite facendo attenzione a non saltare in aria; in altre ancora ci sono corridoi, bunker, serre e quella che sembra una mensa; altri schermi proiettano le immagini di Capitol City, il palazzo del presidente Snow e alcune strade piene di capitolini stravaganti; poi un grande schermo posto al centro proietta un intervista di Ceaser Flickerman al capostratega Seneca Craane.

Al tavolo sono seduti rivolti verso lo schermo tre persone, che non riconosco essendo di spalle.

-Alma Coin- mormora Boggs.

La persona al centro, una donna che deve essere la Coin, con dei lunghi capelli grigi e lisci ci sorride.

-Sedetevi- dice con calma.

-Non volete neanche sapere chi siamo?- le chiedo, nonostante si sia nuovamente girata verso gli schermi.

-Me lo dite dopo, ma ora ascoltate- risponde.

Facciamo come ci dice e tutti ci sediamo al tavolo.

IL RIBELLE (sequel to "IL RAGAZZO DEL PANE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora