Capitolo 11: Lunedì, 2 gennaio 2012

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"Ma la mamma da quanto è dentro?" gli domanda Asia.

"Non da tantissimo..." risponde lui guardando l'orologio. "Una ventina di minuti, più o meno."

"Ma se siete qui da un sacco di tempo!" ribatto io perplesso.

"Sì, ma prima siamo stati dalla Lisandri..."

"Ah..."

"E hanno deciso di anticipare la chemio ad oggi, perciò ha dovuto fare gli esami del sangue e..."

"Come sarebbe, scusa?!" esclamo io alzando la voce. "Hanno deciso, chi?!"

"La Lisandri e la mamma."

"E perché?!"

"Perché c'è una saletta libera, e allora la Lisandri gliel'ha proposto. E la mamma ha pensato che era meglio così, dato che siamo già qua... E così non devo prendermi un altro permesso domani".

Sono contrariato. Non mi piace questa faccenda di anticipare la chemio. Ok, è solo un giorno, ma io non sono pronto, non sono preparato all'idea di vederla stare di merda oggi.
"Beh, se è per questo domani potevo farle compagnia io!"

"Non te lo permetterebbe mai..." puntualizza Asia scuotendo la testa, e mi fa incazzare di brutto, perché so che è vero, ma mi impongo di non darlo a vedere e me ne sto zitto, cercando di mandar giù l'idea che mamma ricominci la chemio oggi. Eccheccazzo! Non bastava il port, per oggi?

Non passa molto tempo che la porta del Blocco Operatorio si apre ed esce mamma sulla carrozzella spinta da Ester, e non mi ero sbagliato nel dire che sarebbe stata felice di vederci.
"Ma tu non avevi promesso di fare i compiti, stamattina?" mi chiede provando a restare seria, ma non riuscendo a trattenere un sorriso.

"Li faccio più tardi, giuro!"

"Faccio senza chiedere di chi è stata questa iniziativa!"

"Di Asia, ovviamente!" esclamo ridendo.

"Come ti ha corrotta?" le chiede mamma.

"Non mi fidavo a lasciarlo venire da solo..." risponde lei un po' imbarazzata. "Temevo che combinasse uno dei suoi casini."

"E cosa del mio preferisco che mi aspettiate a casa, non è stato chiaro?"

"Eh..., era chiaro, ma poi non rispondevate al telefono!" mi difendo io.

"Ho tolto la suoneria per non disturbare" mi spiega papà.

"Potevi lasciare la vibrazione, no?"

"Non ci ho pensato..."

"Va bene" interviene mamma. "Però adesso che avete visto che sono viva e vegeta, potete pure tornarvene a casa e ci vediamo più tardi".

No.

Non voglio andare a casa e lasciarla qui. E poi ho paura che stia molto male per colpa della chemio e che non la lascino tornare a casa, com'è già successo altre volte.

"Voglio aspettarti" le dico con decisione, guardandola negli occhi.

"Non se ne parla" mi risponde lei con lo stesso tono, sostenendo il mio sguardo. "Anche perché ne ho ancora per molto."

"Lo so. Papà ce l'ha detto."

"Quindi adesso voi andate a casa, che tra poco è pure ora di pranzo. E dopo tu fai gli esercizi di latino come avevi promesso, che più tardi li voglio vedere".

Io non sono disposto a cedere e sbuffo: "E se ti trattengono qui per la notte?! Eh?!".

Lei sospira ma mantiene lo stesso tono deciso di prima: "Se mi trattengono qui per la notte, vorrà dire che ci vedremo domani."

Leo (Io non ho finito)Onde histórias criam vida. Descubra agora