Capitolo XVII- Allevi, io ti uccido.

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Pensare di conoscere una persona è come credere che il mare finisca all'orizzonte.

Buona lettura...

Svegliarsi la mattina e pensare di non essere soli nel letto è una sensazione indescrivibile. E' ciò che provo tutte le mattine che mi sveglio con accanto l'unico uomo che la notte riesce a farmi sentire unica, bella e inaccessibile.                                                                               La scorsa notte mi sono fermata a dormire da Claudio ed è inutile dire che ho dormito poco, ma ho passato una nottata fantastica.                                                                                  

Questa mattina mi sono svegliata con un profumo di brioches che mi ha pervaso le narici e una sensazione di calore che ha abbracciato il mio corpo nudo sotto le lenzuola lino.    La sensazione di calore si scopre essere il vapore dell'acqua calda che scorre nella doccia.  

Mi alzo e vado verso gli indumenti che sono sparsi sul parquet di legno della stanza. Mi infilo velocemente il reggiseno, gli slip e la camicia di Claudio, dopodiché vado verso la cucina, dove sul bancone è appoggiato un piatto con un croissant. Lo prendo e lo addento, solo che la crema al cioccolato schizza fuori e cola sulla camicia pulita di CC.

Posso reclutarmi morta e sepolta.

mi scappa. Lascio la brioches dove l'ho trovata e corro verso il bagno. In quell'esatto momento mi ricordo che Claudio si trova sotto la doccia. Quando arrivo nella stanza sento la porta della doccia che scricchiola, segno che Claudio sta uscendo. Mi tolgo la camicia in fretta e furia. Mi guardo un po' intorno, per cercare un posto lontano dalla sua vista per nasconderla. Adocchio la finestra socchiusa.

<Okay. Se mi scopre sono morta sul serio.> dico tra me e me. <Di sotto c'è il cortile, quindi, poi mi basta andare sotto quando lui esce. Poi la porto in lavanderia.>
Sento i suoi passi che si avvicinano. Appallottolo la camicia, apro la finestra e la lascio cadere giù.
<Ehi. Già sveglia?>
Chiudo di scatto la finestra e mi volto.
Caspita che spettacolo! Non capita tutti i giorni di alzarsi e trovarsi un Claudio Conforti umido con solo un asciugamano che gli avvolge la vita.                            No, beh, non è del tutto vero. Ormai è così tutte le mattine, ma non ci si abitua mai.
<Ehm...si. Non riuscivo più a dormire.> gli rispondo nervosa.
<Tutto okay? Ti vedo strana> mi domanda strofinandosi l'asciugamano sui capelli bagnati e spettinati.

WOW. Ora vado in una sorta di trance se continuo a guardare.

<S-si, tutto a posto.> rispondo ancora nervosa.
<A me non sembra.> afferma facendo spallucce. <Comunque, questa tu situazione non mi dispiace.> continua.
<In che senso?> chiedo confusa.
In risposta mi squadra dalla testa ai piedi. I suoi occhi cadono su ogni singola parte del mio corpo, mentre sul suo viso si forma uno strano sorrisetto.
Ed è in quel momento che rammento di non aver indosso nulla a parte l'intimo.

<Ma! Accidenti!> mi lancio verso il letto dove è appoggiato il vestito che avevo indosso la sera prima.
Lui però è più veloce di me e mi si scaglia contro prima che io possa toccare la morbida superficie.
Mi schiaccia contro il muro e mi afferra i polsi e li punto sopra il mio capo. Col suo bacino inchioda il mio al muro.
<Ehi! Ma che fai?!> dico agitandomi.
<Stia zitta dottoressa Allevi> dice iniziando a baciarmi sul collo e andando sempre più giù e poi di nuovo su.
Alla fine cedo alle sue tantazioni, tanto per cambiare.

Ormai lui per me è insostituibile. Ho raggiunto talmente tanta gioia che sento di non poterne più fare a meno, di non volere niente di meglio di questo senso di beatitudine che è anche perdizione, di questo senso di felicità che è anche paura.

~Il Mio Dolce Tormento~//Lost__inmy__Books (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora