Jeremy Fooler lo Gnomo Gigante - La nascita di una leggenda...?

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Sebbene in tanti nel corso dei secoli abbiano lasciato un segno nella storia di Eterion, soltanto alcuni risultarono talmente eccezionali da divenire leggenda, il più "singolare" tra essi, senza dubbio alcuno, fu: Jeremy Fooler lo Gnomo Gigante.

Risalire con esattezza alle origini di un tale mito è arduo poiché passando da una generazione all'altra molti fatti vengono travisati, creando decine di variazioni che mescolano realtà e fantasia. Accingendomi a narrare questa storia, vi invito a dimenticare ciò che credete di sapere e ad abbandonare ogni scetticismo (vi sarà solo d'intralcio), in quanto vi svelerò la verità dietro la leggenda... o almeno qualcosa del genere.

Cominciamo col parlare dei Giganti, spesso descritti come creature avide e brutali; il che sembrerebbe strano considerate le dimensioni del loro cervello, ma per averne conferma sono andato a bussare alla loro porta per chieder in prestito un po' di zucchero, trovandomene giusto a corto durante la preparazione di un gustoso strudel di mele. Nonostante la mia buona fede, sono finito rincorso da una grossa scopa, prima ancora di avere avuto modo di presentarmi. Un fatto increscioso, che però ho compreso non essere sintomo di malevolenza, solo d'ignoranza: essere scambiato per un topo è sintomatico di una profonda carenza a livello faunistico. Senza soffermarci oltre sull'esperienza, quasi fatale, di un modesto Narratore, diciamo che il gigante medio è tendenzialmente diffidente e facile all'ira, tuttavia esistono eccezioni, come la coppia di cui tratteremo.

Il capo famiglia il grosso Burnut era un omaccione alto tre metri e mezzo, col naso a bottiglia e i capelli stoppacciosi, che di mestiere faceva il contadino. Aveva, invero, provato a fare anche il pecoraio, ma, per qualche ragione, nel contare i capi del gregge veniva sempre colto da un gran sonno, occasione in cui fiere e individui senza scrupoli glieli avevano sottratti quasi tutti, lasciando giusto due vecchi caproni: Bill e Fred. Si era quindi dedicato alla coltivazione delle zucche, sua naturale vocazione; le cucurbitacee del suo orto erano straordinarie, tanto grandi da poter ospitare una famiglia di conigli al proprio interno, forse non molto numerosa e di poche pretese, ma che si sarebbe trovata a proprio agio una volta adattatasi a quella abitazione appiccicaticcia. Del resto i giganti sono tra i più abili agricoltori, in grado di arare da soli interi ettari di terreno, la cui fertilità è eccelsa, un pregio che alcuni attribuiscono ad una singolare forma di magia della loro specie e altri all'alta qualità del concime...

La moglie, la signora Matum, una donna magra, in grado di guardare lo sposo dritto negli occhi, era solita portare una acconciatura a crocchia, che oltre a farla apparire ancor più alta la faceva assomigliare vagamente an un fungo. Eccellente cuoca era in grado di trasformare questi ortaggi, dolci e sani, in una miriade di piatti gustosi: involtini di zucche senza sale, mantecati in salsa di zucca, semi di zucca arrosto, frittelline e stuzzichini grigliati (sempre di zucca), finanche il pandolce di zucca. Per le ricette stiamo organizzando un libro a parte! Inoltre Matum era un'eccellente padrona di casa: la loro modesta capanna era sempre in ordine, inclusa la stanza degli ospiti, per quanto ne ricevessero assai pochi... almeno di graditi! Difatti, ogni tanto capitava qualche viandante umano che, senza un motivo apparente, nel vederli o si metteva a urlare prima di fuggire o si comportava come un vero attaccabrighe, obbligando la povera gigantessa a schiacciarlo sotto le scarpe. Fatta eccezione per queste saltuarie scocciature, la vita della coppia procedeva piacevole e tranquilla fin quando un'idea bislacca balenò in mente a Burnut.

<<Ma', ho deciso di piantare dei cavoli insieme alle zucche>>.

<<Che passa dentro alla tua di zucca? Perché mai vorresti piantare dei cavoli nel nostro orto?>>.

<<Ricordi il matrimonio di mia cugina il mese scorso? Al ricevimento è stato servito un saporito cavolo in pastella che ancora m'insogno>>.

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