EPILOGO

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Damiano raggiunse a passo spedito il palazzo dove aveva lungamente abitato. Con il visore indossato si stava godendo la familiarità del mondo che per lui era stato normale fino a tre giorni prima. Ora la sua vita era cambiata, ma mentre camminava pensò che avrebbe visitato spesso il livello due, almeno fino a che non fosse riuscito a eliminare gli altri due e farne l'unico mondo. Com'era giusto, com'era una volta.

Aprì la porta del suo palazzo ed entrò nell'androne, poi imboccò le scale per scendere al piano interrato.

"Dov'è lo scarico centrale?" chiese ai due dell'assistenza.

"Lo scarico di cosa? Ci sono molti impianti." chiese Michele.

"Acque nere, acque grigie," si mise a enumerare sulla punta delle dita Gianni con la sua voce tagliente "vetro, carta, plastica, secco, organico, batterie, farmaci..."

"Quello degli avanzi di cibo. Voglio ispezionare lo scarico del cibo."

"Ah, dipende dall'abbonamento."

"SynteFood, McDelivery, Feedora, VegAtHome, EastFood, PizzAway..." ricominciò Gianni.

"NapulEat, io avevo NapulEat."

"Buongustaio... di qua." disse ancora il piccoletto e si incamminò lungo un corridoio.

"Dovrebbe essere in fondo, dopo McDelivery." suggerì Michele.

"Lascia fare, so io. Piuttosto, passami un cacciavite."

Damiano seguì gli uomini, poi attese un tempo che gli parve interminabile che Gianni svitasse a mano, una ad una, le numerosissime viti che tenevano in posizione un pannello di plastica grigia. Mai come in quel momento aveva sentito la mancanza del suo avvitatore MK23.

"Vi ricordate?" chiese "Qui sotto avete tentato di ammazzarmi."

"Sono molto spiacente, capo, ma eseguivamo gli ordini." rispose Michele "Alberto Prosdocimo ci aveva ordinato di farla fuori, non ne abbiamo colpa."

"Lo so, non vi preoccupate. Spero che vorrete essere così obbedienti anche con me."

"Lo saremo, capo."

"Ci siamo" disse Gianni rimuovendo il pannello "Adesso può dirci cosa cerca, capo?"

"Amici. Libero Sei!" gridò lui nel condotto "Libero Sei, Primo Libero, sono ritornato per voi."

"Chi ssei?" rispose una voce nota "Cossa vuoi dai liberi?"

"Sono l'uomo ferito, quello con l'avvitatore. Vi ricordate di me?"

"Ricordo uomo ferito, io ho aiutato, ma tu cosa vuoi?"

"Io... Primo Libero, avevi ragione: è tutto falso, tutta una finzione. Non c'è luce, niente di quello che tocchi è vero, ma ho trovato un posto... c'è tanto cibo lì, per te e la tua gente."

"Cibo?" chiese il primo Libero "Dove hai trovato il cibo?"

"In una casa. Ci sono condotti molto comodi e tanto da mangiare. Ci vorreste venire?"

"Quanto cibo ci sarebbe?"

"Quanto ne vuoi."

"Io ne voglio molto."

"Allora ne avrai molto."

Dal condotto si sentì un lungo sussurrare, poi il primo Libero parlò: "Noi non vogliamo spostarci da qui, non vogliamo andare in una casa. Però, se vuoi darci lo stesso il tuo cibo..."

Damiano rimase per un attimo perplesso, poi scosse la testa e rispose: "Va bene, se è questo che volete. Avrete da mangiare in abbondanza. Addio."

Fece cenno a Gianni di riposizionare il pannello di ispezione dell'impianto di scarico.

"Addio, uomo dell'avvitatore, grazie." sentì dire prima che il pannello si chiudesse.

"Voglio che versiate in questo scarico dieci pasti completi, due volte al giorno, tutti i giorni." Disse Damiano e poi continuò più per se stesso che per i due uomini. "Credo che questa sia stata la mia prima lezione da governante: dobbiamo dare alle persone quello che vogliono, non quello che vogliamo noi. Li consulteremo, sentiremo i loro desideri. Chiamate tutti i vostri colleghi. Vi aspetto domattina alle otto nella sala grande. Da domani diventerete veramente 'quelli dell'assistenza'."

FINE

Realtà virtuale - Il viaggio di DamianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora