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Mart, 27 Novembre.

Ero sdraiata sul divano; la coperta sulle ginocchia, il cuscino del letto dietro alla schiena e il computer portatile sulle gambe.

La mattina, quando mi ero alzata alle sette, mi ero ripromessa che non appena fossi tornata a casa mi sarei subito messa a scrivere qualcosa, ma i buoni propositi erano finiti nel cestino insieme a tutti i fogli pasticciati delle mie bozze e dei disegni.

Fin da piccola avevo una passione innata per il disegno e la scrittura, cose che ero riuscita a portare avanti anche grazie alla scuola che avevo frequentato e a piccoli corsi che mi permettevano di coltivare le mie passioni e di esprimere me stessa.

Lanciai un'occhiata all'ora: 8.45 PM

Il lavoro che facevo da anni, fortunatamente, aveva orari che mi permettevano di conciliare tante cose anche se la maggior parte delle volte tornavo a casa talmente stanca che la voglia di mettermi a scrivere era calata da cento a sotto zero.

"Fanculo"

Tirai la testa indietro e lasciai le braccia a penzoloni dal divano, prendendo un cuscino che avevo lasciato a terra prima e lanciandolo contro il muro di fronte a me.

L'unica cosa che non mi fece uscire di testa in quel momento fu il semplice fatto che non ero obbligata a scrivere. Hope mi diceva sempre che dovevo almeno provarci e portare a termine qualcosa di ciò che avevo scritto perché se un giorno fossi riuscita a farmi notare da qualche casa editrice famosa avrei dovuto avere qualcosa di completo fra le mani.

Fortunatamente, o forse no, questo non era un problema dato che non avevo mai provato neanche a mettere online qualcosa di mio.

La maggior parte delle volte prima di scrivere uscivo e mi svagavo un po' al parco, o leggevo qualche libro da cui poter trarre ispirazione ma questa volta non avevo avuto tempo di farlo.

Leggere era un'altra delle mie molteplici passioni e quando riuscivo, nei momenti liberi o nelle pause, lo facevo anche a lavoro. Chiusa nella stanza del retro oppure nel soppalco dedicato alle letture dei clienti.

Chiusi il computer, alzandomi e appoggiandolo sul tavolino davanti al divano. Sbuffai, passandomi le mani sul viso. Ero stanchissima e il mio stomaco era persino chiuso e di mangiare non se ne parlava proprio.

In quel preciso istante sentii il mio telefono vibrare per poi illuminarsi.

Di Chris neanche l'ombra. Non che mi aspettassi che mi chiamasse o mi scrivesse un messaggio da un giorno all'altro dato che ci eravamo visti giusto ieri ma il mio cervello continuava a non volerne sapere di non pensare a quel sorriso e ai suoi occhi chiari.

Da Scar:

Ciao Ni del mio cuore! Tutto bene il lavoro? Non ho avuto tempo di scriverti prima.. è passato Chris?

O mio dio, e adesso?

Presi un respiro profondo e le risposi velocemente. Scarlett si preoccupava sempre troppo per me, forse più di quello che faceva mia madre. Sapevo già quali fossero le sue paranoie: è troppo grande, è troppo famoso, non avete niente in comune.

La cosa che più mi infastidiva era proprio questa: lei decideva sempre chi dovessi o non dovessi frequentare perché, a detta sua, lei la sapeva lunga sulle persone false che si incontrano per la strada.

Da qualche anno a questa parte si era tranquillizzata un po', forse anche grazie alla sfuriata che le avevo fatto e per un periodo, anche abbastanza lungo, non ci eravamo parlate.

A Scar:

Ciao Scar il leone! Sono stravolta.. come sta la mia piccola nipotina? Si, è passato! Avevo perso l'agenda.. che testa!

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