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Capitolo 19 - Harry

19.

●•Harry•●

Un sorriso si diffuse sulle mie labbra non appena vidi quelle piccole scarpe femminili da sotto gli scaffali. Non c'era molta visibilità in un primo momento, ma presto lei si avvicinò e vidi i suoi lunghi capelli biondi cadere di lato mentre sbirciava per trovarmi, rivelando quegli occhi profondi e quel sorriso caldo, felice davvero di vedermi. Misi il CD che avevo tra le mani al suo posto, e dopo che Angel si assicurò che non fossi più occupato, corse verso di me, saltandomi sopra la vita, e dovetti fare attenzione a non farla cadere mentre avvolse forte le braccia intorno al mio collo.

"Ehi, Harry! Sono finalmente venuta,"

disse mentre la poggiavo sul pavimento.

Nel corso delle ultime settimane, dopo la sua festa di compleanno, Angel mi aveva invitato a casa sua. Lana ha dovuto parlare con Nathan, che le ha dato il mio numero di telefono, e poi mi ha chiamato, in pratica mi ha ingaggiato per un paio d'ore, dal momento che Angel non riusciva a smettere di parlare di me e di come io avessi preso una lucciola. Era la bambina più adorabile mai incontrata in tutta la mia vita, ad essere onesti.

Dal giorno in cui Lana mi chiamò, provai a vedere la ragazza bionda almeno una volta alla settimana, di solito andavo a casa sua dopo il lavoro, per qualcosa tipo mezz'ora prima di andare all'università. Per prima cosa mi portò in camera sua e mi mostrò le sue cose preferite: il carillon che le aveva regalato Kirsten, gli orsacchiotti sul suo letto, i poster di Phil Collins sul soffitto e specialmente la collezione della sua discografia. Questa è stata sicuramente una cosa nuova per me; ha 10 anni ed è dipendente da Phil Collins. Non è una cosa da tutti.

Conosceva tutte le sue canzoni a memoria, e ogni volta che andavo a trovarla conoscevo qualcosa in più sulla vita dell'artista. Il momento migliore accanto a quella dolce bambina, però, è stato quando le ho detto che potevo suonare una delle sue canzoni al pianoforte, se le andava. Non ci sono parole per descrivere il bagliore nei suoi occhi quando ha assimilato completamente le mie parole Potrei giurare che stava per fluttuare in aria.

Altri giorni mi aveva parlato di Kirsten e da quanto tempo si conoscevano. Mi ha spaventato il fatto di come curioso e eccitato fossi ogni volta che pronunciava il suo nome, e non riuscivo a fare a meno di prestare tutta l'attenzione possibile per non perdere una sola cosa detta. Ogni volta che cercava di cambiare argomento e passare a qualcosa di diverso, chiedevo qualcosa di stupido, e Angel continuava a parlare di Kirs. Anche se non ho scoperto molto su di lei; si sono conosciute pochi anni fa presso l'ospedale in cui Lana lavora come infermiera (non come medico, come pensavo prima), e già Kirsten frequentava Tyler. Ho anche scoperto che vivevano insieme, ma era evidente dalla prima volta che sono entrato in casa sua. C'erano troppe cose là che non potevano appartenere a Kirsten, come la bottiglia di dopobarba in bagno. Ho dubitato fosse sua.

Oltre a questo, sapevo solo che era la sorella di Leroy. Non molto, ma mi ha fatto sentire come se la conoscessi meglio. E non potevo negarlo, per qualche motivo, mi ha soddisfatto. Avevo pensato a lei un sacco da quel giorno in ufficio, perché, per qualche ragione, aveva attirato la mia attenzione. Era carina, naturalmente, ma non era stato a causa di questo. Qualcosa nel modo in cui aveva agito quel giorno, non solo in ufficio, ma anche al centro commerciale, mi faceva immaginare che ci fosse molto di più dietro quello sguardo costantemente infastidito. Ero curioso di sapere di cosa si trattava.

Ecco perché avevo detto ad Angel dove lavoravo, e le avevo anche detto di andare lì con Kirsten, perché ero sicuro che non sarebbe stata in grado di dire 'no' alla bambina che amava così tanto. Certo che dire ad Angel che avrei potuto trovarle l'LP che mancava sulla sua collezione aveva aiutato molto. Anche se lei era molto emozionata all'idea di vedermi lavorare tra le diverse file di DVD anche prima di citare il suo idolo.