Capitolo 3

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- Ma quanta pesantezza! – sbuffò la ragazza buttando sul letto il cellulare.
- Chi era? – le domandò il ragazzo entrando nella stanza.
- Cosa? Oh niente, solo... L'ennesimo call center – finse di sorridere lei.
- Va bene, la mia ultima valigia è pronta, il taxi è qui –
- Arrivo – rispose lei aspettando che il ragazzo uscisse dalla porta, poi riprese in mano il cellulare ed eliminò il registro delle chiamate, lui non doveva sapere nulla.
Non doveva sapere che Angie sarebbe rientrata a Sceaux, e lei aveva programmato tutto nei minimi dettagli.
Oh, Angie. Se non fosse stata la sua ingenuità a dirle la data esatta in cui arrivava lì ed in cui partiva, lei non sarebbe mai stata in grado di far combaciare una improbabile fuga romantica tra lei e Jacob, avrebbe dovuto ringraziarla.
Perciò, secondo la storia raccontata a Jacob, lei non aveva notizie di Angie da qualche giorno dopo che lei era partita, ormai nemmeno chiedeva più. Forse ormai si era persino dimenticato della bionda.
Uscì dalla camera e trovò Jacob ad aspettarla sul ciglio di casa.
- Sbrigati – la rimproverò.
Lei per poco non riusciva nemmeno ad avvicinarsi a lui.
- Hai bevuto? – domandò seria, scuotendo la testa.
- Ho visto che hai una riserva di liquori – si giustificò lui, poi entrò nel taxi senza nemmeno aiutarla con la valigia o tenendole la portiera aperta.
Il Jacob gentiluomo non esisteva più, e voleva farglielo capire a Désirée. Quella ragazza era diventata troppo appiccicosa, doveva ammetterlo. Doveva ammettere che l'unico motivo con cui stava con la mora era per avere notizie dell'amica.
Lasciarono l'abitazione della ragazza senza nemmeno notare il flash di una fotocamera che li riprendeva.
- Con questa vi distruggo – sussurrò una voce guardando attraverso un cespuglio quasi spoglio. n"A



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