Un ammasso di arroganza, strafottenza e ricci

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꧁𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓꧂
5

"𝑈𝑛 𝑎𝑚𝑚𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑟𝑟𝑜𝑔𝑎𝑛𝑧𝑎,
𝑠𝑡𝑟𝑎𝑓𝑜𝑡𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑟𝑖𝑐𝑐𝑖"
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Nelson passò quasi tutta la serata a raccontarmi gli aneddoti più divertenti successi durante i loro concerti, mentre Tobia rideva, Trey stava al telefono e Layton gli lanciava il cibo per infastidirlo e portarlo ad ascoltare i discorsi del gruppo.

Per quanto riguarda Harrison, dopo avermi presentata al gruppo, era sparito a salutare gli invitati.

*02:15*

Iniziai a guardarmi in giro nella speranza di scorgere una testa riccioluta che mi portasse a casa.

«Se stai cercando Harrison credo sia con Morgan» mi si fece più vicino, sul divano, Tobia in modo che potessi sentire. «Grazie ma non stavo cercando quel troglodita» mentii malamente.

«Ecco in arrivo la mora stronza e il principe sul pisello» annunciò Nelson guardando un punto preciso della stanza. Alzai lo sguardo nella direzione in cui stava guardando il biondino ed incontrai quelli verde smeraldo di Harrison e, per questo, quasi mi sentii sollevata, ma quando guardai affianco a lui e vidi Morgan Hellis in tutta la sua infinita bellezza e altezza mi sentii improvvisamente fuori posto. I ragazzi nel mentre scoppiarono a ridere per la battuta di Nelson.

«La mora stronza?» ridacchiai «Non deve starti molto simpatica» constatai portando di nuovo la mia attenzione sui quattro bellissimi ragazzi che, fino a quel momento, mi avevano tenuto compagnia allegramente. Nelson mi sorrise.

«Fidati qui nessuno la sopporta se non la fidanzata di Trey, non so se hai presente: Glory Hee» Finì la frase con un'alzata di spalle mentre io sentì un'improvvisa felicità invadere tutto il mio corpo.

Se ce l'avevo presente? Diamine l'amavo.

Non ebbi il tempo di riprendermi da quella notizia che una voce tremendamente fastidiosa ma sensuale mi arrivò all'orecchio. «Oh Nelson stasera fai conquiste?» La "stronza mora" chiese semplicemente ed io desiderai in quel momento, intensamente, che non lo avesse fatto. Era già troppo bella per potersi permettere anche un cervello abbastanza sviluppato e una voce decente. Nelson mise un braccio sulle mie spalle e mi avvicinò a sé sorridendomi gentile, per poi scuotere la testa in senso di diniego a Morgan.

«Piacere, Bennet Wilson» le porsi la mano con care educato, ma lei non accennò a ricambiare.

«E per quanto riguarda la sua domanda, nessuna conquista ma Nelson è molto meglio di alcune persone qui presenti» sorrisi falsamente.

Poteva una persona che neanche conoscevo starmi così totalmente sul cazzo fin da subito?

Feci l'occhiolino a Nelson che mi sorrise e poco dopo ricambiai finché, girandomi, non vidi la faccia di Harrison; sembrava infuriato, per essere riduttivi. «Morgan puoi andare a prendermi qualcosa da bere?» Gli chiese senza neanche guardarla e lei acconsentì immediatamente.

«Aw ma che cagnolino ubbidiente» pensai cercando di trattenere un risolino. In un attimo mi sentì afferrare per il polso e trascinare in mezzo alla folla fino al piano di sopra di quella villa meravigliosa. Davanti alla porta che dava certamente su una stanza da letto strattonai il braccio dalla presa ferrea di Harrison.

«Harrison non sono il tuo cane che mi trascini in giro» iniziai ad alterarmi per il suo modo di fare. «Entra» Proferì con un tono duro mentre lo guardavo schifata. «Scordatelo» incrociai le braccia al petto, non avrei ubbidito come quel pomeriggio senza fare neanche un po' di resistenza.

Sotto il cielo stellato di Times SquareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora