Un tuffo al cuore

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                                                                    Un tuffo al cuore

Un cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra: si dona.

                                                                        (Gustave Flaubert)

«Ti passo a prendere tra mezzora. Non farmi aspettare». Schiaccio il tasto invia e poi metto subito in moto. C'è stato l'ennesimo omicidio, per cui ho praticamente buttato Alice giù dal letto (considerando che lei non arriva mai in istituto prima delle nove). Durante il tragitto sono costretto a fermarmi (causa posto di blocco). È prima mattina e sono già spazientito. Odio arrivare tardi.

«Questa volta non arriveremo in ritardo per colpa mia» – afferma Allevi ammiccando.

«Senti Allevi – rispondo – non è giornata». Lei per tutta risposta scoppia a ridere, contenta che l'impeccabile dottor Conforti sia per la prima volta nella sua vita in ritardo. Certo che ha davvero una bella risata: il suo viso s'illumina tutto e le si formano due deliziose fossette ai lati della bocca. Ma che sto dicendo? Mi sto rincretinendo seriamente! Finalmente ci lasciano passare e raggiungiamo il luogo del delitto. Calligaris e Visone sono già lì.

Siamo stati convocati alla piscina comunale. Entriamo dentro e notiamo che la scientifica è già arrivata e sta raccogliendo degli elementi da analizzare. Dopodiché un ragazzo consegna a Roberto una videocamera in cui sono presenti delle foto della vittima immediatamente prima di morire: utile alla polizia dunque per ricostruire il caso. Appunto: utile alla polizia non al medico legale! Ma Allevi ovviamente fa di testa sua: controlla le foto e poi quando scorge il volto del ragazzo strabuzza gli occhi.

«Marco! – esclama – che ci fai qui?». E questo chi è? – penso altamente infastidito. Come se mi avesse letto nel pensiero Alice afferma che è suo fratello. Uno strano sollievo s'impossessa di me. Il fratello si allontana poi velocemente asserendo ad un impegno importante.

«Dottoressa Allevi – le dico ironicamente – ha finito la riunione di famiglia? Avrei bisogno di lei!». Finalmente capisce l'antifona e prende la videocamera per filmare il tutto.

«Razza caucasica, circa vent'anni d'età e 1.70 di altezza – inizio – ci sono traumi evidenti al cranio e al collo, sono presenti fratture...sarò più preciso dopo l'autopsia. Comunque l'esame tossicologico ci darà dei risultati interessanti sulla sua morte». Nel frattempo, Alice si allontana e si dirige verso un punto imprecisato della piscina dove campeggia una borraccia azzurra.

«Ma cosa fa dottoressa?» – le urla Roberto.

«Credo sia la borraccia della vittima!» - risponde lei. Roberto le risponde che la scientifica è lì proprio per repertare le possibili "armi del delitto", non c'era bisogno di certo che glielo dicesse lei! «Spicciati Allevi – le urlo – andiamo via!». Meglio allontanarsi prima che faccia altre figuracce qui.

«Devi smetterla di giocare a fare la detective – le dico – a noi le indagini interessano relativamente, in quanto possono aiutarci a capire le circostanze in cui è avvenuta la morte». Sicuramente avrò parlato al vento per l'ennesima volta anche adesso!

«Sì lo so – dice – siamo medici legali». COSAAA? «Io sono medico legale – affermo piccato – tu se continui così, riuscirai a fare solo delle guardie mediche a Sacrofano». Stiamo per salire in auto quando noto che Allevi ha della popò di cane sulla suola della scarpa. Eh no! Nessuno può sporcare la mia bambina! Parto come un razzo senza darle il tempo di dire "ah". La mia auto è la cosa a cui tengo di più al mondo, mi dispiace Allevi.

§

«Non è che Marta Savi è stata avvelenata? Guarda che espressione fa dopo aver bevuto!». –afferma la nuova detective mostrandomi le foto scattate dal fratello alla vittima.

You changed my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora