Invidia

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Ero in classe e lo fissavo, come avevo fatto a non notarlo in tutti questi anni? Era la prima volta che ero distratta durante le lezioni, non mi capitava mai, e per cosa? Per un ragazzo? Mi misi seduta composta e guardai attentamente la professoressa.
Erano passate due settimane da quando avevamo iniziato le lezioni con questo ragazzo, l'avevo visto tre volte durante la settimana. E potevo affermare che era quasi divertente. Sia lui che farmi vedere in giro con lui. La ragazza emarginata conosceva "il ragazzo più carino della scuola", le altre ragazze morivano d'invidia. E non ne capivo il motivo, ai miei occhi era un ragazzo come un altro, non aveva nulla di particolare.

«Meg, ci sei? La prof ti ha fatto una domanda», disse Ashlee dopo avermi dato una gomitata.

«Um-cosa?», mi guardai in giro spaesata, non avevo la minima idea di cosa stesse parlando ed era grave. Continuavo a pensare a lui al posto di seguire la lezione. Dovevo smetterla.

«Ti ha chiesto della seconda guerra mondiale..», mi suggerì Ash sotto voce, sapendo l'argomento era più facile. Iniziai a dirle tutto e sorrise mettendomi un + ma dopo la campanella mi chiese comunque di restare un attimo in classe per parlare.
Aspettò che uscirono tutti gli studenti dall'aula prima di parlarmi.

«Megan prego siediti», mi disse, mi accomodai nel primo banco seduta composta, «che ti succede ultimamente? Ti vedo molto distratta, non presti attenzione, i tuoi voti sono ancora ottimi ma non vorrei che col tempo calassero drasticamente», mi informò, pensava che potessi avere un calo nei voti? Non poteva succedere, erano l'unica cosa che importava nella mia vita, con quelli sarei riuscita ad arrivare da qualche parte non come..

«No, signorina Devòn, non succederà più», dissi molto decisa. Mi alzai, «mi scusi ma devo dare ripetizioni ad un ragazzo e non vorrei fare tardi, se non segnalo l'orario sono dei punti in meno nel mio curriculum», lei mi diede il permesso di andarmene e così feci. Corsi verso l'armadietto per prendere i libri ed andai nell'aula di chimica, ormai era diventata la nostra aula per le lezioni visto che capitava sempre nell'ora buca. Quando arrivai lui non c'era, dovevo aspettarmi un suo ritardo, lo era quasi sempre.
Lo aspettai per venti minuti ed ancora non si era fatto vivo. Mi ero stufata così andai via, non avrei avuto punti per quella lezione ma era colpa sua, sia lui che io ci stavamo rimettendo. Avrei voluto davvero sapere dove si fosse cacciato. Mi incamminai nei corridoi andai verso il mio armadietto, posai i libri e notai un bigliettino: "vieni in piscina", c'era scritto. Mi guardai intorno, chi cavolo voleva incontrarmi in piscina? Perché proprio a me? Forse aveva sbagliato armadietto, di fianco al mio c'era quello di una ragazza molto gettonata forse volevano metterlo a lei.
Incuriosita però, andai verso la piscina. Se fosse stato di Ryan? Impossibile, ma se fosse? Avevo comunque un'ora buca quindi non avevo molto altro da fare.
Entrai dalle porte antincendio ed andai verso gli spalti posizionati intorno alla piscina, l'entrata era in mezzo ad essi ed appena a metà sentii delle voci. Mi fermai, potei distinguere la voce di un ragazzo, di una ragazza che rideva ed il rumore dell'acqua, evidentemente erano immersi in piscina. Okay, il messaggio non era per me. Ricevuto. Feci per tornare indietro quando sentii un nome uscire dalla bocca della ragazza.

«Oh Ryan.. mi fai impazzire», mi fermai. Non era venuto a lezione per una sciacquata qualunque? Per divertirsi in piscina con lei? Come poteva aver preferito lei a me? Volevo andare lì, prenderlo per i capelli e portarlo nell'aula di chimica con me. No. Aspetta. Cosa stavo pensando? Era davvero gelosa che lui stesse qui con questa ragazza al posto di essere in un aula di chimica con me? Ovvio che da ragazzo se gli avessero esposto le opzioni avrebbe scelto di tuffarsi in piscina con una ragazza. Ma chi era quella? Mi girai, volevo vedere chi fosse anche se non avrei risolto nulla vedendo il suo volto, ma fu più forte di me.
Mi affacciai e vidi proprio lei. Melanie Wallett. Mi sembrava strano che "i due più carino della scuola non stessero insieme", già, avevo letto il giornale delle ragazze, mi ero abbassata a questi livelli queste due settimane.. stavo davvero degenerando. Ero invidiosa di Melanie? Ero diventata come praticamente tutte le ragazze della mia scuola? Stavo diventando una di loro? No, non ero così.

Mi girai ma sbattei contro il secchio dell'inserviente, che cazzo.. non riuscii neanche a girarmi che loro mi notarono.

«Ehm, scusate vi lascio alle vostre cose», dissi prima di girarmi ed iniziare a camminare veloce. Che figuraccia. Non sarei dovuta andare lì, mi ero fatta dei viaggi che non esistevano nemmeno, cosa pensavo di trovare? Ryan in una piscina piena di rose? Ma cos'erano questi pensieri sdolcinati? Mi facevo schifo da sola.
D'un tratto mi sentii sbattere contro un armadietto.

«Senti freak, non dire a nessuno quello che hai visto, ci siamo capite?», Melanie con gli occhi fuori dalle orbite. Per niente intimidatoria.

«Okay..», dissi quasi ridendole in faccia.

«Dico sul serio. O vuoi che tutti sappiano il tuo segreto?», smisi di ridere mentre il mio sorriso passò sul suo viso, non poteva sapere del mio segreto. Nessuno ormai ne parlava più, i miei genitori avevano cambiato il mio cognome per non farmi associare a quella vicenda dai titoli dei giornali dell'epoca, come era riuscita a scoprirlo? Magari non stava parlando di quello, «già, proprio così. Chi è la mia nipotina preferita?», sgranai gli occhi, come poteva saperlo? «allora è vero..», disse con un sogghigno sul viso, iniziai a respirare affannosamente ed il battito mi accelerò. Non poteva divulgare il mio segreto, a nessuno, avrei dovuto rivivere tutti i momenti peggiori, i ricordi, gli sguardi, gli insulti, mi avrebbero evitato ed io non volevo. Ero una solitaria, è vero, ma non volevo che sapessero il motivo.

«Tranquilla..non dirò nulla..», dissi cercando di avere un tono calmo. Lei mi fissò ancora per qualche minuto minacciosa, l'avevo vista arrabbiata ma mai scagliarsi così contro una persona. Riusciva davvero a incutere timore, specialmente se aveva qualcosa di concreto tra le mani..

«Sarà meglio per te», mi puntò il dito contro avvicinandosi e poi se ne andò sparendo tra i corridoi.

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora