Prologo

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La mia vita era sempre stata tranquilla. Sì, lo ammetto, forse un po' burrascosa, ma in fondo serena. Come figlia di due agenti speciali dello Shield, gruppo segreto addestrato per difendere la Terra da attacchi e pericoli di qualsiasi genere, sei abituata a vedere di tutto fin dalla tenera età. La mia infanzia l'ho trascorsa tra mattine a scuola e pomeriggi in cui facevo i compiti in bunker sotterranei mentre i miei lavoravano. Mi portavano con loro quando potevano per non farmi sentire isolata. Ciò mi ha permesso di seguire da vicino molte delle loro imprese, ascoltando segreti inconfessabili mentre fingevo di ascoltare musica. Una volta violai il divieto dei militari che erano nella base segreta di avvicinarmi ad un oggetto alieno potenzialmente pericoloso. Quando loro si distrassero, convinti che fossi una bambina tranquilla, mi avvicinai un po' troppo. Scorsi delle immagini in esso: guerre, battaglie, orrori indescrivibili. Lo sfiorai, attratta e impaurita, sperando di agitare le sue figure come si fa con una sfera di Natale. Fu allora che il congegno di ghiaccio brillò più di prima e mi scaricò addosso non so quanti watt di energia. Caddi, ma mi rialzai subito per non far capire cosa era successo. Ero troppo giovane per capire a cosa potevo andare incontro, fortunatamente. La paura infatti non mi vinse e quando iniziai a sviluppare capacità diverse dagli altri non ne ebbi paura. Le tenni per me, affinandole e addestrandole. Ne imparai il controllo, i limiti...e il potere.

Per me erano cose normali vedere entrare agenti del Kgb armati o alieni assassini mutaforma. Ero talmente abituata che neanche scappavo più terrorizzata. Semplicemente continuavo a fare i compiti mentre i miei difendevano casa nella stanza accanto, ribaltando qualunque cosa trovassero sul loro cammino, facendo dell'intera casa un campo di battaglia. Un giorno, addirittura, stanca della loro confusione, gridai "Silenzio! Ma proprio ora dovete venire a darci fastidio? Domani ho interrogazione!". I soldati rimasero talmente di sasso che i miei genitori ebbero la meglio in 2 secondi su 5 di loro e l'ultimo scappò spaventato.

Iniziai ad allenarmi con i miei genitori dopo la scuola e nei week-end. Le scampagnate che erano normali per le altre famiglie per noi, invece, consistevano in scalate di montagne impervie o esplorazioni subacquee nella Fossa delle Marianne (luogo adorabile a parer mio). Mi laureai all'accademia dello Shield con il massimo dei voti e occupai immediatamente un ruolo importante. Non sul campo, però. Le mie mansioni iniziali consistevano nel monitorare i satelliti in cerca di eventuali pericoli o segnali da sottoporre a maggior controllo. I miei genitori partirono per la Russia, missione segreta. Capirete bene che non posso parlarvene o poi dovrei uccidervi ^^.

Fu allora che Fury, il capo dello Shield, saggio e sempre cupo, forse per promessa ai miei, suoi grandi amici, mi prese con sé, come sua assistente e segretaria. Facevo anche da tramite tra loro e Fury. E fu allora che udii per la prima volta il nome di Loki.

Ma andiamo con ordine.

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