NaNoWriMo Fratello

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NaNoWriMo Fratello
di kanako91

Questo è stato il sesto NaNoWriMo a cui ho partecipato e, anche quest'anno, si è confermata un'esperienza diversa dalle precedenti.
Ho scritto fanfiction durante i primi quattro anni (due delle quali pubblicate un anno dopo la prima stesura di novembre) e tra disagi e scoperte varie ho imparato molto su me stessa e il mio processo di scrittura. L'anno scorso ho provato per la prima volta con una originale e ho scoperto che pianificare in maniera molto dettagliata mi fa volare nella scrittura.

Sapendo questo, avrei dovuto fare lo stesso quest'anno: conoscere bene i miei personaggi ed esplorare tutta la storia dall'inizio alla fine, per procedere come un treno (più o meno) fino all'obiettivo. A maggior ragione perché avrei scritto in inglese per la prima volta.
Ma non è andata così.
Avevo lavori in corso da concludere che mi sono trascinata fino a fine ottobre e così ho iniziato il NaNo con idee vaghe sui personaggi e la storia e una scaletta scarnissima dei primi capitoli e nient'altro.
La premessa non era affatto buona, eppure in qualche modo ce l'ho fatta, ho raggiunto l'obiettivo e l'ho superato.
A fine mese avevo scritto 81.178 parole.

Ma come di preciso?
Risposta breve e un po' inutile: organizzazione, metodo e testardaggine.
La risposta lunga e (si spera) più utile richiede un po' più di elaborazione.

Prendere ritmo e instaurare una routine

Il primo NaNo, ma soprattutto il secondo, mi hanno fatto instaurare una routine di scrittura che attraversa tutto l'anno per quanto non marziale come quella che applico durante Novembre (non è sostenibile per me, sono così debole, sì).

Ho sempre una ventina di minuti di scrittura prima di entrare in ufficio, più due giorni a settimana in cui riesco a ricavarmi altri venti minuti prima di colazione. Durante il NaNo (o in caso di scadenze più o meno autoimposte) introduco la scrittura al rientro da lavoro.
I weekend, durante l'anno, fatico a scrivere e se posto storie li uso in genere per revisionarle o per betare i racconti di altri. Durante il NaNo, i weekend sono i giorni in cui cerco di portarmi avanti il più possibile – con sprezzo della vita sociale, ovviamente!
Finché si è trattato del primo weekend, ho lavorato con relativa calma e con qualche pausa per ricaricare il cervello di idee.
Il problema è sorto appena sono tornata a lavoro.
E con la lettura.

Lunedì e martedì della prima settimana sono andata a dormire tardi, quando avrei dovuto andare alla solita ora, ma ero presissima dalla lettura (nota a me stessa: non leggere narrativa interessante durante novembre!) e ho tirato avanti oltre l'orario ideale per i miei ritmi. Così mercoledì mi sono ritrovata a scrivere meno delle 1667 parole giornaliere prescritte dal NaNo, anche se mi sono trascinata fino all'obiettivo – più flessibile – suggerito dal programma di scrittura che uso, Scrivener. Ero avanti con il wordcount totale, ma una routine sballata non aiuta la mia salute e può portarmi facilmente a restare indietro o imprigrirmi (come ho visto succedere al terzo NaNo).

Al che ho deciso che dovevo cambiare ritmo: ho chiesto alla mia amica e betareader di sopportare i miei aggiornamenti (sono arrivata a casa, mi metto a scrivere, ho finito di scrivere), per sentire il peso di dover rendere conto a qualcuno di quello che facevo.
E così mi sono ripresa: sessione di scrittura mattutina – una ventina di minuti in auto, prima di entrare in ufficio –, sessione di scrittura prima di cena – tra un'ora e mezz'ora in media – ed eventuale sessione di scrittura dopo cena.

Con questo ritmo i giorni feriali sono stati coperti, approfittando del trucco migliore quando bisogna scrivere tante parole: la distribuzione tattica delle pause. Scrivere parte del wordcount giornaliero, fare altro e scriverne un altro pezzo più tardi aiuta a non distrarsi durante la sessione di scrittura e a riposare il cervello, permettendogli di tirare fuori idee per quel che verrà.

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