IV • Il Viaggio che ci Aspetta (1 di 4)

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Sole si guardò attorno, ma in ogni direzione lo abbracciavano solamente il buio e il silenzio più totale

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Sole si guardò attorno, ma in ogni direzione lo abbracciavano solamente il buio e il silenzio più totale. L'unica cosa che poteva vedere erano due stelle di viola ametista, che lo fissavano appena percettibili, sopra di lui.

«State bene, sire?» gli chiese una voce pacata e piatta.

Solo allora il sovrano si rese conto che le mani non gli tremavano più, che non gli importava più dei fili che lo insultavano, e che dentro di lui non bruciava più rabbioso nessun fuoco. «Ovviamente,» disse lui. «Chi sei tu?»

«Sono qui per aiutarvi, principe,» disse la voce con tono calmo. Nel buio si aprì uno spiraglio di luce che illuminò per un attimo il volto legnoso in cui erano incastonati gli occhi di ametista. Ora guardavano fuori da quel buio, attraverso quel varco. Assieme alla luce entrarono anche una brezza che sapeva di foglie secche e alcune sporadiche parole come «Incivile!» o «Stupido!». Sole sentì il fuoco nel suo petto crescere e lamentarsi nuovamente. Il legnoso volto sembrò accorgersene, perché riabbassò lo sguardo sul sovrano e richiuse lo spiraglio. Tornò il buio e il principe fu di nuovo solo con quegli occhi viola.

«Shhh, state tranquillo. Va tutto bene,» disse tranquilla la voce, e Sole come per magia fu calmo di nuovo, stupendosi che la cosa non gli fosse costata nessuno sforzo.

La voce proseguì: «Si sono quasi placati, tra poco potremo andare via di qui. Dovremo uscire dal bosco in completo silenzio. Poi saremo al sicuro. Siete pronto, sire?»

Sole era ancora confuso e non sapeva cosa dire, così si limitò ad annuire in quel buio più totale. Mentre il mantello si apriva come un sipario, al principe si rivelò la scena che aveva abbandonato tanto bruscamente poco prima. Era ancora a terra tra le foglie e attorno a lui la Tela si era completamente ripristinata: le corde troncate si erano ricostruite, e i fili sparsi e disordinati che lo circondavano avevano ritrovato il loro posto e il loro silenzio.

Il principe raccolse da terra la sua sciarpa che giaceva morbida e inerme a poca distanza, se la rimise al collo e si alzò in piedi. Guardò verso la colonna di fili bianchi, ma il filo perlaceo con cui aveva parlato poco prima non c'era più. Quella Tela lo aveva lasciato sgradevolmente con molti più dubbi di prima, e Sole non lo sopportava.

Spostò lo sguardo sull'uomo che lo aveva aiutato. Il suo corpo era completamente coperto da un pesante mantello nero ricamato di rombi e linee dorate. Il suo volto era fatto di legno intagliato e giunture meccaniche in ottone; al suo centro erano incastonati quei suoi occhi di ametista, che ora lo guardavano con espressione vuota. L'ossidazione colorava il lucido metallo delle palpebre e del naso importante con diverse sfumature di verde opaco. L'uomo si limitò a estrarre dal mantello la sua mano di legno e ingranaggi per portarsi un dito alle labbra e ricordare al sovrano la richiesta di fare silenzio. Qualche filo della Tela attorno a loro vibrava, ma le voci ora erano solo sussurri e non parlavano più del principe del giorno. L'uomo nel mantello gli fece cenno di seguirlo e si voltò iniziando a camminare. Sole lo seguì in perfetto silenzio finché le voci della Tela e i fili sopra di loro non scomparvero del tutto, e l'unico suono non fu che quello dei piedi nudi di Sole che calpestavano ramoscelli e foglie secche. L'uomo davanti a lui invece pareva camminare senza produrre alcun suono. Nonostante i lembi del suo mantello si trascinassero sul terreno, le foglie a terra non sembravano accorgersene; esso vi scivolava sopra senza farle spostare o crepitare.

Finalmente furono fuori dal bosco di fulmini, al limitare di un prato che da lì si estendeva a perdita d'occhio.

L'uomo di legno e ottone si voltò verso il sovrano. «Siamo al sicuro ora, sire. Vi sentite bene?»

«Non so ancora chi tu sia, umano,» rispose lui, evitando di dichiararsi provato o di mentire dicendo di stare bene.

«Le mie scuse, sire. Non sono un umano, sono il Custode del Celato, per servirvi,» disse lui con un piccolo inchino. Quando allargò le braccia, il pesante mantello nero si aprì, rivelando un interno rosso sangue e un corpo fatto interamente di legno scuro e ottone.

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