Capitolo 59

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*pov's Amber*

Mi sembrò abbastanza strano il suo improvviso cambiamento d'umore, ma non disse nulla e rimasi ad aspettare almeno un segno da perte sua.

"Reggimi il gioco"sussurrò Colin poco distante dalle mie labbra prima di baciarmi.

Riuscii a percepire la voragine che in poco tempo diventò un grosso buco nero all'interno del mio stomaco.

Che qualcuno potesse vedermi attraverso probabilmente si spaventerebbe da tutte e svolazzanti farfalle che ci troverebbe.

Le sue mani si spostarono sotto il mio sedere prendendomi da lì e portandomi sopra di lui, dove mi ci aggrappai.

Per un attimo mi dimenticai di tutta la gente intorno a noi e non sentii neanche tutti i rumori a partire dalla forte musica.

Mi lasciai trascinare dal momento fino a quando non arrivammo sopra le scale per poi entrare nella prima camera libera.

Buia e priva di rumori.

Neanche noi due parlammo anzi, ci lasciammo trasportare dal leggero boato proveniente da sotto e neanche mi accorsi di essere già mezza nuda davanti a lui.

Non mi preoccupai di cosa pensasse, ne cosa volesse fare ma, per un attimo, mi sentii padrona impropriamente di qualcosa.

Mi buttò letteralmente sul letto, provocandomi una strana sensazione, come un gatto atterrai sulle coperte senza fiatare.

La prima cosa che fece fu togliersi la maglia e io rimasi li, alzata sui gomiti, a godermi la splendida visuale.

Appena non ebbe più niente da togliersi passò a farlo su di me mentre io, da perfetta paralizzata, rimasi lì a farmi fare tutto.

Ci ritrovammo subito nudi e in quel momento alzai io le lenzuola ricoprendoci completamente.

Non mi diede il tempo e, chinandosi sopra di me, mi penetrò in fondo bloccandomi il fiato per qualche secondo.

Può sembrare abbastanza banale e stupido però credo di non aver mai fatto sesso in questo modo, come se ci appartenessimo senza però farlo veramente.

Si aggrappò al mio sedere portandomi ancora di più verso di lui e urlai dal piacere quando lo sentii arrivare al limite.

"Colin..se continui così mi arriverai allo stomaco"dissi cercando un attimo di riprendere fiato mentre lui, con una risatina, continuò nei suoi movimenti.

Dopo le sue continue spinte decise il piacere mi invase ovunque provocando la vibrazione dei nostri corpi l'uno contro l'altro.

Ricaddi sul cuscino morbido sparendo sotto le lenzuola mentre lui, con il braccio, mi cinse alla vita.

Dopo poco ci addormentammo insieme.

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*pov's Colin*

Affianco a me sentii qualcosa muoversi ripetutamente ma non aprii gli occhi, sto morendo di sonno.

Infatti rimasi un po' fermo fino a quando non fui costretto a guardare cosa si stesse dimenando.

Rimasi scioccato nel vedere Amber strofinarsi gli occhi piani di trucco sbavato, come fa ad essere bella anche in queste condizioni.

Non so come siamo finiti qui né tantomeno che ci facciamo a letto insieme, l'unica cosa di cui sono certo è che ieri mi sono preso una bella sbronza.

"Buongiorno"dissi ancora con voce impastata dal sonno.

Lei ricambiò accoccolandosi sul mio petto come una piccola bambina assonnata.

"Dimmi che almeno tu ricordi qualcosa"mi domandò aprendo solo un occhio per abituarsi meglio alla luce del mattino.

Dissi di no.

"Siamo finiti insieme anche sta volta però"affermai girandomi a guardarla, lei rise.

"Esilarante vero?"disse mordendomi il labbro inferiore con i denti.

Sorrisi e poi mi girai a guardare sul comodino, pieno di birre e altri alcolici, la sveglia puntò esattamente le 11:56.

"Alziamoci, è mezzogiorno"dissi alzandomi insieme a lei.

Per fortuna siamo capitati nella stanza degli ospiti dove negli armadi è pieno di vestiti sia per femmine che per maschi.

Dopo aver avuto l'opportunità di vestirci come si deve senza sembrare due puttanoni da combattimento.

Decidemmo di scendere le scale per guardare cosa fosse successo intanto che noi stavamo facendo altro.

Pessima idea, proprio perché, appena arrivammo di sotto, trovammo Lucas e Crystal prepararsi la colazione.

Sembrò quasi la scena di un film quanto Amber e Crystal incrociarono rispettivamente i loro sguardi.

"Cosa ci fai qui?"chiese Crystal venendoci incontro.

Mi misi davanti a lei cercando una scusa plausibile per non mandare all'aria tutto ma no, non sarebbe servito ad un cazzo.

"L'ho invitata io, colpa mia"si intromise Lucas, povero ragazzo, credo rimarrà in bianco per un po'.

La sua ragazza lo guardò male per poi girarsi ancora verso di noi, temo che da un momento all'altro possa fulminarci.

Invece prese le sue cose e correndo sparì dalla casa con la sua auto, lasciandoci li scioccati.

Devi solo starmi lontano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora