Mi schiarii la voce e scossi il capo per fargli capire che era meglio evitare. Il suo sguardo perse subito di luminosità, ma il suo sorriso non scomparve del tutto, «Scusa», biascicò infine, passandosi quella mano nei capelli castani e leggermente spettinati.

E di cosa si stava scusando esattamente? Non aveva fatto nulla di male, aveva semplicemente reagito senza pensare alle conseguenze. Be', a quella parte ci avevo pensato io.

«Tranquillo, è tutto okay», mi avvicinai a lui e gli diedi una leggera spallata, ridacchiando appena.

Brava Mavis, non lasciarti travolgere dalle emozioni. Sii te stessa, senza renderti imbarazzante. Più facile a dirsi che a farsi.

Dopo averlo sentito ridacchiare a sua volta, mi sentii molto meglio e le mie guance presero colore perché la sua risata era veramente cristallina e bellissima.

«Prima mangiamo e poi pensiamo al resto», mi confermò Morgan, una volta usciti da quell'inferno, comunemente conosciuto come liceo.

I miei occhi si illuminarono sentendo quelle poche parole e il mio stomaco prese subito a brontolare affamato, facendomi imbarazzare.

Fantastico, avevo appena fatto la prima figura di merda del giorno!

«Complimenti Cooper, sai come rendere felice una ragazza», ribattei, portandomi una mano sopra agli occhi per evitare che la luce li colpisse in pieno, ma soprattutto per evitare che incominciassero a lacrimare per via dei raggi solari. Non mi serviva fare un'altra figuraccia, al momento.

Il mio stomaco si contorse quando le nostre dita si sfiorarono mentre ci stavamo dirigendo verso la sua auto parcheggiata nel parcheggio della scuola.

Dannazione, mi aveva solo sfiorato per sbaglio la mano! Perché il mio cuore doveva reagire in quel modo?

«Tutto bene? Ti sei irrigidita di colpo», mi domandò Morgan, una volta di fronte alla sua auto nera e di ultima generazione.

Scrollai le spalle con noncuranza poi scoccai la lingua contro il palato, fingendo indifferenza, anche se in realtà stavo morendo dall'imbarazzo perché dannazione, lui si era accorto della mia reazione al suo semplice tocco!

«Sto bene, Morgan.»

L'aria calda all'interno della macchina aveva appena appannato tutti i finestrini e la musica di sottofondo stava creando una strana situazione intima.

Fuori pareva non pioveva, ma doveva aver incominciato a far molto freddo perché sennò i finestrini non si sarebbero appannati in quel modo, neanche fossimo a Silent Hill.

Morgan guidava con tranquillità, anche se aveva azionato i tergicristalli per tenere pulita la sua postazione e in quel momento mi accorsi che stava piovigginando.

Meraviglioso, ci saremmo bagnati per fare quello stupido graffito. Quella pioggerellina era solo l'inizio, ne ero certa. Ben presto si sarebbe scatenato un pauroso temporale.

«Pioviggina», biascicai, tracciando sul finestrino dei cerchi continui che mi diedero la possibilità di vedere com'era la situazione fuori. E a quanto pare la pioggia era già aumentata e pareva cadere di sbieco quindi ci saremmo bagnati per bene, anche se Morgan, da un momento all'altro, facesse comparire un ombrello per ripararci.

«Già... Speriamo smetta prima di stasera, almeno non ci laveremo quando faremo il graffito», Morgan si voltò per mezzo secondo verso di me e mi sorrise con dolcezza.

Ricambiai il sorriso, notando come i suoi occhi col quel tempaccio sembrassero quasi neri talmente erano scuri. Ed erano ipnotizzanti. Magnetici.

«Non possono tipo posticiparla a quando il tempo non farà schifo?», chiesi e in effetti quella non era una brutta idea.

Falling for a ChallangeWhere stories live. Discover now