Non l'avevo mai visto sul treno e mi arrovello su chi possa essere, mentre sto tornando a Pegli. Fantastico sulla sua professione, sulla sua vita, cercando di aggrapparmi all'aspetto esteriore e a ciò che è successo.
Avvocato? Medico? La fretta che aveva sarà stata causata da quel messaggio ricevuto? Nella prima parte del viaggio non mi era sembrato agitato. Ora che ci ripenso ho notato un'impercettibile contrazione della mascella, mentre rimetteva il telefono in tasca, tipico segnale di tensione e poi tutta quella fretta mi è parsa fuori luogo rispetto alla rilassatezza con cui stava leggendo la sua rivista. Il pensiero non mi passa neanche quando varco la porta di casa, la mia tana. Forse leggo troppi gialli. Lo sguardo punta alla libreria che corre dall'ingresso sino alla camera da letto. I volumi sono raggruppati senza un ordine preciso e rappresentano un motivo di orgoglio personale: sono tutti gialli con qualche variazione sul mistery o le spy story, non tralasciando il thriller. Non leggo altro da anni ormai. Ne avrò qualche centinaio. Sembra il covo di un topo da biblioteca, non di una programmatrice di videogame.
Appoggio le chiavi in uno dei tanti souvenir raccolti durante le mie vacanze in giro per il mondo: uno svuotatasche in pelle acquistato in Wyoming da un cowboy che sembrava uscito da un film western. Avrei proprio bisogno di un viaggio, mi dico. Do un'occhiata alle pareti del mio appartamento, in cui ho raccolto le fotografie dei miei vagabondaggi divise per continente, vorrei riempirle di più. Il sogno sarebbe l'Australia.
Apro il frigo e recupero gli avanzi del giorno prima, oltre a una mozzarella scaduta da giorni. Da quando vivo da sola ho cominciato a ignorare le date sulle confezioni, così applico il metodo ormai rodato: se al primo assaggio il cibo non ha gusti strani, per me è ancora commestibile. Preparo con rapidità una cena soddisfacente, consapevole che, però, non avrò nulla da portare al lavoro per il pranzo di domani, consumato come al solito davanti al computer. Dovrò comprare qualcosa prima delle tredici, imposto un promemoria mentale.
Mi sdraio sul divano e col telefono cerco del porno gratuito sul web. Di solito mi aiuta a sbollire l'eccitazione da sola, pur essendo consapevole di essere un palato fino: devo sempre cercare parecchio prima di trovare qualcosa di adatto ai miei gusti. Troppi video li reputo insoddisfacenti, perché finti. Alcune attrici sembra non vedano l'ora che tutto finisca il prima possibile. Questa volta non riesco proprio a darmi pace, il pensiero torna all'uomo del treno. Meglio fare una doccia.
Mi butto a letto cercando di dimenticare quello strano incontro, ma dall'altro lato mi cullo ripensando alla sensazione provata. Se non mi fossi lasciata sorprendere dalla sua fuga improvvisa, mi sarei fatta avanti per attaccare bottone, forse un modo di dire non proprio azzeccato visto che il mio obiettivo sarebbe arrivare a sbottonargli la camicia. Denudare quei polsi e non oppormi alle sue mani su di me...
La sveglia suona alle sette. Scivolo fuori dal letto ancora confusa dal sogno fatto durante la notte: catapultata in un labirinto opprimente, in fuga da una serie di tentativi di omicidio. Mi sarei aspettata un sogno erotico, viste le condizioni emotive in cui mi sono addormentata.
La mattinata procede senza scossoni. Mi piace lavorare alla Gold Games. Ho dei colleghi che sono un catalogo abbastanza rappresentativo di come non sia facile socializzare sul posto di lavoro, mi sono anche divertita a dar loro un soprannome: da Solid Snake, il freddo che mira solo a finire il suo compito il prima possibile, silenzioso ala stregua del personaggio di Metal Gear Solid, a Player one, il bambinone che ha intrapreso questo mestiere perché i videogame sono la sua unica ragione di vita. Alcuni invece sono particolarmente brillanti e spesso prolungo la convivenza con loro anche fuori di qui per serate a base di alcol e musica.
Dave, così chiamo il mio vicino di scrivania Davide in onore di Dangerous Dave, un platform anni Novanta, ha notato che non ho portato il solito contenitore per il pranzo: «Vuoi far diluviare? Pranzi fuori? – sogghigna – O ti sei messa a dieta?»

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Big Trouble
Mystery / ThrillerPerdere la testa per uno sconosciuto sul treno si rivela un grosso errore per Gloria Ferrari. Trent'anni, programmatrice di videogame, non ha mai avuto una relazione fissa. La sua vita ruota attorno ai giochi che lei stessa contribuisce a creare e a...