"Hai idea di come si chiami questo affare?" mi chiese Felix, il suono della voce smorzato a causa dello sforzo "Non ne ho la più pallida idea, ma so che dovete sbrigarvi" risposi duramente, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di Mike che in quel preciso istante riuscì nel proprio intento. Spalancò le braccia in modo teatrale, come a volermi dimostrare qualcosa, aprendo le porte con un gesto secco delle mani. Risi sommessamente dinanzi alla sua espressione ridicola, dovendo voltarmi pur di non concedergli una soddisfazione simile, proseguendo poi verso l'entrata della biblioteca ─ "La ringrazio, monsieur".
Felix ebbe cura di chiudere le porte, seppur in modo brusco ed eccessivamente rumoroso. In un contesto diverso mi sarei sicuramente concessa un interminabile minuto di predica, ma lì, dove il tempo scarseggiava a nostro scapito, non vi diedi importanza. "Cos'è questa roba?" chiese lo sfregiato con disprezzo palpabile, andando a carpire alla cieca uno dei libri riposti sullo scaffale davanti al quale si stagliavano le figure dei due sperduti che, indiscreti, ispezionarono i rispettivi ripiani.
L'interno della libreria era accogliente, l'arredamento impeccabile e la combinazione di colori, dettato dai numerosi libri riordinati con estrema premura, donavano all'ambiente un aspetto armonioso e rilassante. Ignorando il tempo che scorreva rapido, eseguii la stessa azione di Felix. Lo sguardo setacciò ogni angolo della copertina rigida di quel libro: " Cent'anni di solitudine ", di Gabriel García Márquez. La mente vagò inaspettatamente, facendo riaffiorare i ricordi di un'adolescenza che non avrebbe mai più fatto ritorno.
Io ch'ebbi sfogliato spensierata le pagine ingiallite e rinsecchite di un libro regalatomi da mio padre che, la maggior parte delle volte, non ebbe badato minimamente alla trama; l'importante, per lui, fu portarmene uno al mese che, dopotutto, era il massimo che avesse potuto permettersi. In fin dei conti, anche io non ebbi mai dato importanza a tali frivolezze; poter dedicare parte del mio tempo a contemplare i suoi regali, immergermi ogni volta in letture differenti aventi ognuna il potere di trasportarmi altrove ─ mi aveva resa felice oltremisura.
Cent'anni di solitudine.
Il mio animo si rabbuiò.
L'immagine della ragazzina raggiante svanì in una nube di fumo, mostrandone una che, di quella precedente, quasi non ne aveva neanche le sembianze. Gracile, dall'incarnato cereo, i capelli fin troppo lunghi e poco curati, il sorriso finto, privo della sua solita luce, la voce grave, gli occhi neri, il cuore svuotato di tutto il suo amore, quell'amore puro che le aveva sempre permesso di vedere il mondo con gli occhi di una sognatrice. Cent'anni di solitudine, ebbero segnato per sempre la vita di un'innocente che, esattamente dopo cent'anni, aveva come unico scopo quello di salvare colui che l'ebbe inesorabilmente annullata.
*Annientare la mente di un'altra persona, significa infliggerle un destino peggiore della morte. È un potere terrificante.
"Posa quel dannato libro e datti una mossa, non abbiamo tempo da perdere" gli ordinai sferzante, con il tono di chi non avrebbe ammesso un rifiuto. Riposi distrattamente il libro sul proprio ripiano, proseguendo alla cieca tra gli scaffali. Ignorai deliberatamente i versi contrariati dei ragazzi, non avendo la benché minima intenzione di dare spettacolo. Proseguii dunque verso una meta ancora sconosciuta, ispezionando ogni angolo, ogni singolo centimetro, della biblioteca. Mi ci vollero diversi minuti ma, alla fine, l'occhio fu abbastanza abile da intercettare un dettaglio inciso sul pavimento classico: una striscia a mezza luna, profonda all'apparenza. "Ragazzi, credo di aver trovato qualcosa!" esordii, il suono della mia voce seguito da quello di passi svelti; "Aiutatemi a spostarlo! Forza! Cosa state aspettando?" chiesi retorica, chiaramente impaziente.
Quella volta collaborai, spostando lo scaffale in questione fino ad incastrarlo contro il muro retrostante. "Cazzo, sì!" esultò Mike a gran voce; lo ammonii prontamente con lo sguardo, dal momento che non avremmo dovuto riprodurre rumori molesti al fine di non farci scoprire.
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I've lost everything, except you. || Part 2 ||
Fanfiction‟ You know that place between sleep and awake? That place where you still remember dreaming? That's where we'll meet that's where I'll waiting because that's where I'll always love you „ #1 storybrooke
Chapter 3 - One hundred years of solitude.
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