Capitolo 43 - Il dilemma dell'autofficina

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Dopo le vicende passate negli ultimi giorni, in casa Cesaroni iniziò una nuova avventura. In salotto vi erano Ezio e Stefania seduti uno di fianco all'altra...

- Stefa', anche se non stiamo più insieme... io te devo di' 'na cosa importante... - le disse il signor Masetti.
- Sto qua, Ezio... dimmi. - annuì la Ansaldo.
- Ricordi l'autofficina? - le chiese lui.
- E certo che la ricordo... e chi se la scorda! - lo seguì lei.
- Ecco, da diversi giorni ho deciso di venderla... - continuò il meccanico.
- Che cosa?!? - esclamò incredula la donna.
- Sì, così per migliorare anche un po' il mio futuro. - le spiegò l'uomo.
- Ah, il tuo futuro? Ezio, ma te sei impazzito... guarda che me so' spaccata la schiena, anzi la voce a fa' la preside, per finire di comprare quell'autofficina... mentre tu eri in bottiglieria a bere birra e leggere giornali! - lo rimproverò Stefania.
- Che c'entra, Stefa', scusa? - ribatté Ezio.
- Come, che c'entra? - lo seguì la Ansaldo.
- Senti, tu fai la tua vita ed io la mia... - disse il signor Masetti.
- Va bene! Allora la puoi vendere... però l'80% va a me, e il 20% a te... e ho fatto un affare! - urlò lei.
- Non ci penso neanche, cara! Anzi, sai che te dico?!? 100% a me e il - 0% a te... e ora me ne vado! E se fossi in te non mi vanterei troppo! - concluse lui, alzandosi dal divano e andandosene via.
- Stronzo! - predicò Stefania, rincorrendolo, venendo fermata dall'amica. - Senti, Lucia, lasciami che non è giornata... è meglio che vado a casa...
- Ma aspetta, cosa è successo? - le chiese la Liguori.
- Te spiegherò, scusami. - concluse Stefania, andando via e lasciando Lucia sorpresa.

Intanto in mansarda...

- Ma scusa, Marco, sono tre volte consecutive che ti chiama questo numero... rispondi, no?!? - disse Eva.
- Ma sì, dai! - annuì il cantautore, rispondendo alla chiamata. - Pronto?... Sì!... Ma io, guarda, lo avevo ripubblicato così per... Va bene. Allora ci vedremo in questi giorni.
- Ah, ci vedremo in questi giorni?!? E chi sarà mai? - chiese la ragazza, mentre questi chiuse la chiamata.
- Beh, se te lo dico non ci crederai mai... - predicò Marco.
- Per scoprirlo, devi dirmelo, amore. - gli sorrise lei.
- Ho pubblicato per gioco la canzone "Adesso che ci siamo noi"... e l'hanno ascoltata... - le spiegò il ragazzo.
- Quindi? - continuò la Cudicini, sorridendo.
- La vogliono ritrasmettere in radio, in diretta. - la seguì il cantautore.
- Non ci credo. - esultò entusiasta Eva.

Mentre il resto della famiglia era in cucina a fare colazione...

- Comunque sì, è carina questa casa... anche se io ieri ne ho visto altre e... - disse Rudi.
- E non ci resta che confrontarle, allora. - lo seguì Alice, sorridendo.
- Che ne dici se andiamo ora? - le propose il giovane Cesaroni.
- Sì, andiamo che Charlie ci aspetta. - annuì la minore delle Cudicini.

- Ora litigano per quell'autofficina che non veniva usata da anni. - si lamentò Giulio.
- Mamma mia, veramente... - affermò Lucia.
- Ezio, era meglio se non tornava... - predicò il signor Cesaroni.
- Beh... chissà in futuro cosa succederà... - continuò la Liguori.
- Quello che succede ora... litigare come sempre! - la seguì lui.
- Annamo a lavoro, va. - concluse lei, quindi uscirono di casa.

Nel frattempo in mansarda...

- Verrò anche io con te. - disse Eva.
- Certo che verrai, amore mio... - annuì Marco, quando suonarono al campanello. - Dai, proprio ora! Amore, non è che magari potresti andare ad aprire un attimo?... Tanto sicuramente sarà zio Cesare...
- Sì sì, amore, non preoccuparti. - lo rassicurò lei, quindi scese le scale mentre il campanello continuava a suonare. - Mi date un attimo! Chi sarà così impaziente!

Eva arrivò all'ingresso e aprì la porta...

- Chi è così impazien...? - predicò la Cudicini, rimanendo sbigottita di fronte alla figura che si trovò davanti.
- Ciao, Eva... - disse la sagoma.

Eva, guardando quella figura, ricordò una frase...

- Ti stai comportando da egoista, Eva... non è la cosa giusta da fare.

- Jean?!? Ma che ci fai qui?... - gli chiese lei.
- Eva, ti trovo in perfetta forma. - le sorrise lui.
- Aspetta un attimo... eri tu che mi mandavi gli sms?!? - continuò la Cudicini.
- Perché? Non lo avevi capito? - la seguì il francese.
- Tu sei pazzo! - lo respinse la ragazza.
- Eva, ti devo parlare... - ribatté questi.
- Jean, non qui! Ti va tra poco al parco? - gli propose lei.
- Va bene! Ma non farmi aspettare altri anni... - annuì lui.

Eva risalì in mansarda...

- Oi, allora chi era? - le chiese Marco.
- Ehm... era Carlotta... Marco, io devo andare con Carlotta... che devono finire di sbrigare delle faccende per il parto... poi ti spiego! - predicò la Cudicini.

Intanto in bottiglieria...

- Stefania mi ha già comandato troppo quando stavamo insieme... ora che mi ha escluso dalla sua vita, vuole anche le mie parti buone... ma voi ce credete? - disse Ezio.
- Comunque Stefania non ti ha mai escluso, Ezio, non dimenticarti che sei stato tu ad andartene... - puntualizzò Giulio.
- E se proprio così fosse... più della metà... e dico poco, l'ha pagata Stefania... il resto tuo figlio Walter quando lavorava con te... beh, secondo me dovresti fare la cosa giusta... - lo seguì Cesare.
- E quindi? - continuò il meccanico.
- E quindi, Ezio, se davvero la vuoi vendere... beh, non devi fare altro che dare il giusto a Stefania... - gli spiegò Giulio.
- Ora vado però che si è fatto tardi... - concluse il signor Masetti, uscendo dalla bottiglieria.
- Che amarezza! - esclamarono in coro i due fratelli Cesaroni, guardandosi con profonda stanchezza.

Mentre in libreria, Lucia era intenta a fare ordine, quando venne interrotta da Pamela...

- Oi, buongiorno bella, come mai da queste parti? - le chiese la Liguori.
- Ciao, cara... no, volevo vede' come stavi... da quando Stefania se n'è andata. - predicò la cognata.
- Il lavoro continua, ed è anche raddoppiato. - le sorrise Lucia.
- Certo, poverina che sei... già c'hai casa, i figli, i nipoti, devi cucinare, mettere a posto... poi fai anche 'sto lavoraccio tutta sola... secondo me, una pausa te la devi prende'. - le consigliò Pamela.
- Eh magari, guarda, Pamela. - annuì la Liguori.

Pamela osservò attentamente Lucia, facendole un occhiolino...

- Che? - le chiese la Liguori.
- Ma guarda... se ogni tanto, magari te servisse una mano... io ce sto, eh... - le spiegò la cognata.
- Ma davvero dici? - continuò Lucia.
- E perché no, scusa? Dai dimme te... Quanno posso veni'? così me preparo... - le domandò Pamela.
- Ma per me va bene anche domani, no? Così vedi un po' il lavoro come funziona e se te trovi bene. - le sorrise la Liguori.
- Grazie, bella. - le disse la cognata, sorridendole a sua volta.
- Davvero, mi fa molto piacere un po' di compagnia tua... - continuò Lucia.
- E anche a me un lavoro, Lucia... non è che stiamo tanto messi bene economicamente... - le spiegò Pamela.
- A chi lo dici, cara... dai, a domani allora. - le sorrise la Liguori, quindi la cognata le diede una stretta di mano e andò via.

Intanto a casa Cesaroni, Eva stava per uscire, quando aprì la porta d'ingresso e si ritrovò davanti Walter...

- Ciao, mia Regina. - la salutò l'amico.
- Ciao. - gli rispose, sorridendo.
- Dove vai di fretta? - le chiese lui.
- Esco con Carlotta. - disse lei, mentendo.
- Ah... ma non era impegnata Carlotta? - continuò il giovane Masetti.
- Sì, infatti, con me... ciao, Walter. - annuì la Cudicini, uscendo, mentre Walter salì in mansarda da Marco.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora