Recensione Fuori Lista - FUCK ME Harry Stiles

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Ragazzi, oggi voglio proporvi una storia che mi è piaciuta davvero troppo, mi ha colpito nel profondo e volevo condividere con voi questa meraviglia del panorama letterario italiano. 

Ora bando alle ciance, ho intenzione di fare una recensione con i controfiocchi!

Parliamo intanto del titolo: "FUCK ME Harry Stiles".

E' strano il fatto che non lo abbia chiamato Erri Stails, ma va bene lo stesso. "FUCK ME" compensa questa quasi imperdonabile mancanza. Che poi, io dico, questo povero Cristo, soggetto alle fantasie di milioni di ragazzine, non ha il buon senso di ritirarsi a vita dalle scene? Poverino...

In cambio la copertina è mezza decente, dai, non le si può dire niente. 

La storia inizia così:

"Le porte del ascensore si aprirono rimasi incantata ha guardarlo era troppo fico
Ci guardamo e io mi senti andare ha fuoco."


Che dire? Un passo stupendo! La punteggiatura è solo un ostacolo per ciò che l'autrice vuole rappresentare, quindi perché usarla? Si può essere così profondi e così emozionanti anche senza punti e senza virgole, quindi perché usarli??

L'ultima "frase" di questo passo incredibile si può intendere in due modi. La protagonista si sente andare ha fuoco, oppure la protagonista chiede "Mi senti andare ha fuoco"?  Chissà... Questo tipo di quesiti sono importanti, forse l'intero libro è strutturato (cosa ho detto? Strutturato?? Scusate, volevo dire crollato) su di essi, pertanto è meglio appuntarli per non dimenticarsene. Magari sulla pelle, con un pennarello indelebile. Preferibilmente sulla natica sinistra, perché sulla destra dovreste avere già scritto in passato "Harry Stiles". 

Se non avete il nome di Harry Stiles sulla natica destra mi dispiace ma non potete continuare a leggere questa recensione!

"La vagina pilsava e mi baniavo i capezzoli si fecero duri e la bocca divento secca.

Allungo la mano e io entrai mi tiro i capelli e mi sbatte alla parete."

Da notare molto bene come le parole inerenti al sesso sono le uniche ad essere grammaticalmente corrette, segno di giorni (ma che dico? Notti!) di studio a riguardo. E ricordatevi sempre, le vagine pilsano! Erri le allunga la mano (a questo punto chiederei "Solo la mano?")  e la protagonista entra nell'ascensore. Erri le tira i capelli perché Erri è un feticista dei capelli. Erri spinge la protagonista alla parete, così i capelli si staccano e lui se li può portare a casa. Mai entrare in un ascensore con dei capelli, o ancora peggio delle extension, non sia mai che ci sia un Erri. Portate sempre con voi una cuffia di quelle per le piscine.

"Tiro sù la gonna dicendo bene bene sei tutta baniata ora ti scopo puttanella.

Le mani scendettero sulle coscie e mi tiro uno schiafo."

Ora arriva il momento preferito dell'autrice, che sembra gradire molto questo genere di racconti (ma vorrei vederla io a vivere una situazione del genere... Evito di commentare ahahah). Qui la protagonista diventa schizofrenica, si tira su la gonna mentre a quanto pare Erri nel frattempo è fuggito con i suoi capelli. Sempre lei dice "Bene bene *aggiungere sfregata di mani alla Bruno Vespa* sei tutta baniata ora ti scopo puttanella". 

Tutto nella normalità ragazzi, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Tutti abbiamo parlato da soli almeno una volta nella nostra vita, no?

La protagonista quindi sembra finire di sfregarsi le mani, e quindi le fa scendere sulle coscie (rigorosamente con la i, altrimenti la parola non rende di significato), e poi si tira uno "schiafo", probabilmente perché si rende conto di essere senza capelli.

"Io li dissi, siii scopami tutta"

Qui penso fosse la polvere dell'ascensore a parlare. Polvere bagnata... Che immagine poetica, no?

"Misse un dito dentro e inizio a stuzzicare il clitoride. Ahhh che goduria ora vengo."

Fin qui tutto nella normalità. Poi subentra un altro personaggio.

"Ma lui dicette, non venire ai capito, solo quando te lo metto dentro."

Ora a parlare è il tappetino dell'ascensore. 

"Devi fare come o detto io perche sei la mia puttanella"

Il tappetino dev'essere molto arrabbiato, immagino come sia fastidioso avere della polvere bagnata addosso!

"Poi si piego e mi lecco tutta la vagina mentre continuava a muovere i dito sopra il clitoride."

Poi arriva Diego, "Son Diego e mi piego", e quando arriva Diego la protagonista si lecca tutta la... beh, avete capito. Ma tutta eh. 

Mi colpisce sempre di più la minuziosità e l'impegno dell'autrice nel descrivere queste scene, dando dei dettagli molto importanti consentendo al lettore di cogliere l'attimo e vivere appieno le sensazioni della donna, del tappetino, di Diego e dei capelli contemporaneamente. 

Intanto, a proposito dei capelli, sappiamo per certo che da qualche parte del mondo c'è un Erri Stiles felice.

"Io mi squotevo e volevo che lo mettesse dentro. 

Ma li non a voluto e io gli o detto, ti prego entra e fottimi perché non ne la facio piu"


Qui la protagonista inizia a soffrire di convulsioni, e ora entra di mezzo pure un ago con il Diazepam. Vuole che il tappetino glie lo metta dentro, così che le possano parlare. Ma il tappetino, ancora arrabbiato per la polvere bagnata, non ha voluto. 

Ragazzi, io mi fermo qui perché il mio stomaco non regge altri colpi del genere, davvero, quando leggo certe cose mi cadono le braccia. Al di là dell'ironia, penso che il fatto che questa ragazza/bambina/donna sia approdata su questo social sia una cosa positiva, almeno può confrontarsi con altre persone che la possono aiutare. Sempre ammesso che non sia un profilo fake, in tal caso ringrazio chiunque ci sia dietro perché mi ha fatto sorridere ahahah Ci vediamo alla prossima!!


P.S. : Sono convinto che Mariposa_82 possa fare un ottimo lavoro con questa storia ahahah Poi ti mando tutto tramite messaggio privato! Stai comparendo in tutte le recensioni, sei famosa :')

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