Capitolo 16.

6.8K 393 32
                                    

"La mia assicurazione non copre la sindrome premestruale."

10 cose che odio di te.

Mi sveglio nel letto di Kevin e ho il presentimento che sia tardi. Molto tardi.

Appena guardo l'ora faccio uno scatto dal letto che, secondo me, hanno sentito persino i vicini.

Kevin si sveglia di soprassalto , «Cosa succede?», mi chiede con voce roca e assonnata.

«È tardi», mi limito a dire, vestendomi in fretta e furia.

«Devi andare per forza?»

«Sì».

Mi sono svegliata con la luna storta oggi, perché sono un fascio di nervi.

«Ti preparo la colazione?», si alza, mostrandomi la vista di lui nudo.

«Cosa non capisci del sono in ritardo?»

So di comportarmi da stronza, ma la verità è che non mi va per niente di andare a quell'intervista. L'unica cosa che voglio è stare tutto il giorno con Kevin.

«Svegliata male oggi?»

Non rispondo e mi fiondo fuori dalla porta per guidare a tutta velocità verso Bergamo.

«E ora voglio presentarvi per la prima volta in carne d'ossa una ragazza di venticinque anni, con la passione per la scrittura e che nella vita ha realizzato tutti i suoi sogni: Diletta Cabello».

Quando la presentatrice mi annuncia, faccio la mia entrata teatrale nello studio, cercando di mascherare quanto in realtà sono agitata e anche assonnata.

Le persone disposte in modo circolare mi osservano e applaudono mentre prendo posto vicino alla conduttrice Clara.

Saluto il pubblico e mi affretto a sorridere a Clara che ha in mano dei fogli con le domande che si è preparata su di me.

«Dunque, Diletta, iniziamo da una domanda semplicissima: emozionata?», chiede, come se riuscisse a leggere l'emozione nei miei occhi per essere in tv.

«Molto! È la prima volta che finisco alla televisione e non sui giornali».

Delle risatine si levano nello studio e anche Clara si abbandona ad un sorriso.

«Non dev'essere facile essere te, in effetti. Tutti ti stanno alle calcagna, ma di questo ne parleremo dopo. Ora vorrei che parlassi del libro nuovo che stai scrivendo, che so uscirà tra qualche mese», mi incita a parlare.

«Già, ma non posso parlarne perché rovinerei la sorpresa», mi affretto a dire, mentre vado nel panico perché fra una settimana ho la scadenza e andrà in fase di valutazione e poi stampa, peccato che non abbia scritto nemmeno la metà del libro.

«Possiamo sapere almeno il titolo?»

«Uhm... in realtà ci devo pensare».

Clara sembra visibilmente turbata, ma si affretta a pormi altre domande.

«Allora, cosa ti ha portato a leggere e poi a scrivere libri?»

«Credo... la vita», faccio spallucce, guardandomi intorno.

Mi rendo conto di essere a corto di parole e non so se è l'ansia o la stanchezza.

«Cosa intendi?»

«La vita, spesso, non supera la nostra fantasia, quindi ho cominciato a metterla per iscritto, perché la scrittura permette proprio di rendere vivibile, attraverso le parole, la nostra immaginazione.

Leggere, invece, permette di vivere nell'immaginazione degli altri e farne un nuovo punto di vista».

«Interessante. Cos'hai imparato nei libri degli altri?»

«A volte tutto, altre volte assolutamente nulla. La verità è che leggere i libri è un po' come conoscere nuove persone.

Attraverso la lettura di quello che scrivono gli altri, tu capisci quasi subito con che persona hai a che fare. Se il libro è di tuo gradimento, vuol dire che hai molto in comune con lo scrittore. Se il libro non ti lascia nulla, allora lo scrittore non vale la pena di una conoscenza».

Clara mi guarda colpita ed un altro applauso mi arriva alle orecchie.

«E tu che tipo di scrittrice pensi di essere?»

«Io penso di essere una scrittrice che regala molto se stessa nei suoi libri. Qualche anno fa' scrivevo quella che avrei voluto essere. Ora posso avere la fortuna di scrivere ciò che sono, perché ciò che sono ora mi piace. Spero che dai miei libri le persone traggano la forza che so di avere».

«Nei tuoi libri scrivi sempre di storie d'amore. E tu l'amore l'hai trovato?»

«Purtroppo non quello che scrivo nei libri», sghignazzo, anche se sento una fitta di delusione appena pronuncio quella frase.

«Sicura?», Clara mi guarda con un'espressione di chi la sa lunga e quasi immediatamente il senso di delusione e malinconia lascia posto alla paura.

Cosa sa?

«Te lo chiedo perché il fatto che tu sia stata alla partita di basket ieri sera ha fatto molto discutere i fan. Non è che ti frequenti con qualcuno?», sorride a trentadue denti, invitandomi a parlare con lo sguardo e regalare piccanti pettegolezzi per la sua trasmissione.

«Nessuno di importante», dico, anche se subito dopo me ne pento amaramente.

«Quindi qualcuno c'è», continua a guardarmi in modo furbo, «Avete sentito? Diletta Cabello si frequenta con un giocatore di basket. Possiamo sapere chi?»

«No. Comunque gliel'ho detto, Clara: nessuno di importante», faccio spallucce e deglutisco sonoramente.

Spero con tutto il cuore che Kevin non stia guardando la televisione ora, anche se dubito fortemente.

«Quindi nemmeno questa persona si avvicina al personaggio di qualche tuo libro?»

«Assolutamente no», faccio una risatina finta, «Anzi, tutto l'opposto».

«Strano, perché gira voce che tu e Kevin Leone Piras avete una relazione, neghi?»

Spalanco gli occhi e la gola diventa secca. So di non poter rifilare nessuna bugia perché la mia espressione mi tradisce, ma non posso nemmeno dire la verità.

«Io e Kevin siamo amici», annuisco, facendo un sorriso tirato.

«Amici che vanno al mare insieme?», continua Clara, assumendo un'espressione che non riesco a decifrare.

«Uhm», mi guardo intorno in cerca di qualsiasi aiuto, va bene anche una forza aliena che mi rapisca da questo studio.

«Il fatto è che ci siamo conosciuti al raduno degli atleti e abbiamo vinto un soggiorno al mare, ma nulla di che. È stato solo un gioco».

Solo un gioco. Ovvio. Noi stiamo giocando, no?

«Strano, perché certe fonti mi dicono che vi siete conosciuti al matrimonio di tuo fratello Tommaso», continua Clara, ed io in questo momento vorrei strapparle tutti i capelli.

«Ma chi sei, Barbara D'Urso?», mi altero, rendendomi conto solo dopo di cosa ho detto.

«Scusami, voleva essere solo un pensiero», dico con un tono preoccupato.

Lei fa un sorriso sprezzante e prima di chiudere la conversazione, mi guarda e dice: «Preparati a tornare su tutti i giornali».

«Ah sì?», la guarda con aria di sfida, «Sai cosa ci farò con quei giornali? Mi ci pulirò il...»

BIP.

Viva la femminilitá.
Cosa ne pensate del personaggio esuberante di Diletta?
***
Commentate e votate!
Giulia Paradiso.

Due cuori e un proseccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora