Capitolo 26 - Tra vestiti e ricordi

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Un po' di tempo dopo, nel negozio di vestiti da sposa...

- Ma non ci siamo già visti noi? - chiese la negoziante.
- Sì... volevo farle vedere il vestito che ho scelto per mia sorella... - le rispose Alice.
- Ah, ma allora tu sei la famosa Eva! - predicò la donna.
- Eh sì. - annuì la maggiore delle Cudicini, sorridendo.
- Auguri... maschietto o femminuccia? - le domandò la negoziante.
- È un maschietto. - disse Eva.
- Beh, auguri ad entrambi, tu sei il papà? - si congratulò la donna, rivolgendosi a Marco.
- Sì. - annuì il cantautore.
- Siete una bellissima coppia... proprio come Rudi e Alice... - li elogiò la negoziante.
- A proposito... non vorrai vedere il vestito prima del matrimonio te? - disse Alice a Rudi.
- Eh? No no, ora esco con mio padre e mio fratello. - la rassicurò il ragazzo.

Rudi, Giulio e Marco uscirono, permettendo ad Alice di farsi prendere le misure del vestito...

- Gli uomini... così fragili, vero? - scherzò la negoziante.
- Sì... ma senza di loro, noi non possiamo vivere... - la seguì Alice.
- Vero. - annuì la donna, lavorando con ago e filo.
- Allora, sorellona, cosa ne pensi? - chiese la piccola Cudicini alla sorella.
- Ali, sei davvero bella... sembri una Principessa... - la elogiò Eva che pensò a Maya. - anzi, più di una Principessa... sei mia sorella!
- Bene, allora non resta che prenderlo... - disse Alice.
- Di già? - domandò sorpresa Lucia.
- Beh, lo mettiamo nell'armadio... almeno avremo un pensiero in meno, no? - predicò la figlia maggiore.
- Sì, hai ragione. - affermò la Liguori.
- Bene, vi aspetto alla cassa. - concluse la negoziante, portandosi con sé il vestito per incartarlo.

Lucia ed Eva aiutarono Alice a sistemarsi, quindi si recarono alla cassa per pagare ed infine uscirono fuori dal negozio, lì dove raggiunsero il futuro sposo...

- Ah, già scelto! - esclamò Rudi, sorpreso dalla loro rapidità di acquisto.
- Già... sposerai una vera... ehm, una vera donna! - predicò la maggiore delle Cudicini.
- Beh... io e Alice abbiamo pensato ad una cosa un po' di tempo fa... - continuò il giovane Cesaroni.
- Cosa? - chiese Marco.
- Ci farebbe piacere se voi foste i nostri testimoni di nozze. - disse Alice.
- Ali... ma è bellissimo, grazie davvero... - le sorrise commossa la sorella.
- In fondo chi meglio di noi può testimoniare il loro amore? - dedusse il cantautore.
- È proprio per questo che vi abbiamo scelto. - affermò la minore delle Cudicini.
- Ah, che belli i miei figli... - esclamò soddisfatto il signor Cesaroni.
- I nostri figli! - lo corresse la Liguori, sorridendogli e prendendogli la mano.

Il giorno dopo erano riuniti in cucina per fare colazione...

- Sapete? Questa notte ci ho pensato. - disse Alice.
- A cosa? - le chiese la sorella.
- Perché non facciamo una simulazione di quel giorno, tutti noi fratellastri? Magari al mare... - propose la minore delle Cudicini.
- Sarebbe magnifico... - annuì Eva.
- Certo che se vede che siete sorelle. - continuò Rudi.
- Già... - lo seguì Marco.
- A me piace l'idea... - disse Lucia.
- Devo di' che è proprio carina, brava Alice. - si complimentò Giulio.
- A me invece tutte 'ste feste non me vanno mai giù... non so perché! - predicò infastidito Cesare.
- E invece no! Non dovresti essere così, tesoro mio... perché non aiutiamo anche noi con i preparativi? - propose Pamela.
- Ma se mancano mesi e mesi... e dai Pame', su! - ribatté il vecchio Cesaroni.
- Da quando sono nato... non ho mai visto mi' fratello organizza' una festa. - sghignazzò Giulio.
- Vabbè, sarà meglio che io vada in bottiglieria. - disse il fratello.
- Ti accompagno, ce vediamo stasera, dai un bacio a Marta e al maschione. - continuò il signor Cesaroni, rivolgendosi alla figliastra maggiore.
- Sarà fatto. - annuì sorridendo Eva.

Giulio e Cesare uscirono di casa e si incamminarono verso la bottiglieria...

- Che ricordi... ripenso ancora a quando abbiamo organizzato il mio matrimonio. - predicò con nostalgia il vecchio Cesaroni.
- Ah e allora lo vedi che sotto sotto sei un tenerone? - gli sorrise il fratello.
- Ma che tenerone.. ma che stai a di'? Era solo un ricordo. - ribatté infastidito Cesare.
- Eh certo. - continuò Giulio, ridendo.
- Anche se per te e Lucia in quel periodo non andava proprio tutto rose e fiori... - lo seguì il vecchio Cesaroni.
- Sì... ricordo bene! Le sole donne che davvero ho amato nella mia vita sono Marta e Lucia. - affermò Giulio.
- Io Elisa e Pamela. - disse Cesare.
- Elisa? - gli chiese confuso il fratello.
- Perché? Non te la ricordi Elisa? - sghignazzò il vecchio Cesaroni.
- Aaah, quella Elisa! Anche tu hai avuto una bella storia. - continuò Giulio.
- Già, ora però annamo a lavora'. - concluse Cesare.

Intanto i due fratelli, camminando, videro Ezio che lavorava in autofficina...

- Non ce credo! Un miracolo! - esclamò sorpreso Cesare.
- Questo è un miracolo davero. - concordò Giulio, ridendo.
- Sì sì, fate gli spiritosi voi... intanto ve ce dovete abitua'! - disse Ezio, infastidito.
- Eh! Anche te però... - ribatté il vecchio Cesaroni.
GIULIO: Vabbè, allora noi annamo, Ezio! Ce annamo a prendere una birretta fredda e a leggere il giornale. - lo seguì il fratello, continuando a deridere l'amico.

- Possiate mori' ammazzati! - esclamò Ezio, fissandoli mentre si allontanavano.

I due fratelli giunsero in bottiglieria...

- Ezio che lavora... speriamo che continui così! - predicò Cesare.
- Beh, speriamo! Almeno per lui. - annuì Giulio.

Dopo un po' il meccanico entrò in bottiglieria...

- Ciao, amici, rieccomi qui in pausa lavoro. - disse il signor Masetti.
- Ecco! - esclamò Cesare.
- Pausa lavoro? Ezio, so' passati soltanto cinque minuti sa quanno hai ripreso a lavora'. - continuò Giulio.
- Che te devo di', Giu'? Me sembrava de più.... anzi, me fai 'na birretta che ho un po' la gola secca? - gli chiese l'amico

Ezio intravide il vecchio Cesaroni salire su uno sgabello e decise di aiutarlo...

- Aspetta, vai piano che non si scherza su queste cose, che sei 'na persona anziana! - lo raccomandò il signor Masetti.
- Ma che stai a di'? Anziano a chi? - si lamentò infastidito Cesare.
- Lascia fa' a me! - ribatté il meccanico.

Improvvisamente però il viso di Ezio si scurì in un istante...

- Ma questo non è un semplice sgabello! Questo è il mio sgabello! Ma che c'avete tagliato? Le gambe?!? - predicò furibondo il signor Masetti.
- Ezio... tu non ci sei stato per anni... non è che noi potevamo sta' con le mani così, no?!? - si giustificò il vecchio Cesaroni.
- Questo è lo sgabello dove io... cioè dove noi... cioè... - continuò a spiegarsi il meccanico.
- Oh e parla e poi vattene che c'abbiamo da fa', e su! - lo interruppe Cesare.
- Quando Stefania me amava ancora! E ora s'è rifatta una vita con un altro uomo... e quell'uomo non so io! - si sfogò lui.
- Ezio... non voglio contraddirti, però... non è stata Stefania a lasciarti... - gli disse Giulio, tentando di farlo ragionare.

I Cesaroni... alcuni anni dopo (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora