Vancouver, 27 Settembre 2015
Harry guida lentamente e la radio canticchia una canzone dei Beatles. Fisso la strada fuori dal finestrino e ancora una volta non ho il coraggio di parlare. Come suo solito, Harry mi confonde, mi intriga, crea dubbi e risponde alle mie domande solamente con ciò che sa potrebbe stuzzicarmi. Lo ha sempre fatto, fin da quando a Brighton gli chiedevo se preferiva il gelato o le patatine per merenda e lui rispondeva con una citazione aristotelica. Sospiro e spalanco gli occhi. La strada che stiamo percorrendo non è la strada di ritorno per la biblioteca.
"Aspetta Harry... Dove stiamo andando?" Rompo il silenzio tra di noi e lui sorride "Non ti sto sequestrando, puoi stare tranquillo"
"Mi puoi dire dove stiamo andando? Perché fino a che non me lo dici e io non ho accettato, tecnicamente è un rapimento"
Harry scoppia a ridere e mi lascia godere per qualche secondo del suono graffiato della sua risata e delle piccole rughe che si formano ai lati dei suoi occhi. L'ho fatto ridere. Di nuovo.
"Stiamo andando a fare un tatuaggio"
"Che? Ma io non voglio fare un tatuaggio"
"Infatti lo farò io, tu dovrai solo accompagnarmi"
Sul suo viso si forma un sorrisino compiaciuto e io non posso far altro che annuire. Per quale motivo avrebbe dovuto decidere di farsi tatuare proprio ora, proprio con me? E soprattutto, perché lo sto accettando senza indagare oltre? Lo odio fottutamente tanto per il modo in cui riesce a gestirmi e a manipolarmi fino a che non ha ottenuto da me esattamente ciò che vuole. Lo odio per essere così perfetto, così bello, così intelligente e giudizioso. Lo odio perché se non fosse così magari non sarei innamorato di lui.
Harry si ferma davanti a un negozio di tatuaggi che non ho mai visto, nonostante io sia cliente di praticamente tutti i tatuatori di Vancouver. L'estero del locale è essenziale e povero di decorazioni mentre l'interno rivela centinaia di schizzi appesi ai muri e il lettino per la tatuatura posizionato a pochi metri dalla porta. È piccolo ma confortevole. Si puó percepire l'odore di disinfettante che sembra provenire direttamente dalle pareti. Quando entriamo nel negozio un uomo con la barba ci viene incontro sorridendo.
"Harry! Che piacere rivederti! Quando tempo è passato? Mesi?" L'uomo abbraccia Harry vigorosamente. Sulle sue braccia sono cosparsi centinaia di tatuaggi, in un ordine che sembra totalmente casuale. Al contrario delle aspettative, la maggior parte sono scritte, lettere, piccole farfalle e a fatica riesco a intravedere anche qualche delfino. Trattengo a fatica un sorriso.
"Ho avuto parecchie cose da fare..." Harry si gira a guardarmi "Calvin, lui è Louis" Calvin si gira verso di me e mi porge la mano. Come può un uomo all'apparenza tanto forte e minacciosa aver tatuato sulle braccia dei delfini sorridenti?
Gliela stringo ma faccio una smorfia di dolore, avendo dimenticato di aver spiaccicato la mia mano contro una libreria solo un'ora prima.
"Hai qualcosa per la sua mano?" Calvin annuisce e torna dopo pochi secondi da noi con un panno bagnato e del ghiaccio.
"Eviteró di chiedere cosa abbiate combinato, ragazzi" Ridacchia e io ringrazio con un cenno della testa.
"Allora Harry, che tatuaggio hai in programma per oggi?" Calvin si siede su uno sgabello davanti a un lettino per tatuaggi e infila i guanti. Harry inizia a sfilarsi il cappotto mentre io cerco con tutto me stesso di non fissarlo.
"Una D. Sul petto" Ho un sussulto e spalanco gli occhi. Una D. L'iniziale del nome di suo padre. Guardo in basso, pulendo la mia mano dal sangue secco e contemporaneamente sorrido.
"E chi è questa D, una nuova fiamma?" Alzo il viso di scatto per vedere Harry annuire distrattamente. In un primo momento, data la mia inguaribile impulsivitá, sto per aprire bocca e chiedere in modo sgarbato a Calvin di smetterla di fare domande personali a un cliente ed eseguire solo il proprio lavoro, ma non lo faccio. Sul mio viso rimane impresso uno stupido sorriso e torno a torturare la mia mano con il panno. Possibile che io sia il solo in tutta Vancouver a sapere di suo padre? È un pensiero azzardato, ma non posso evitare di continuare a pormi questa domanda. Possibile che Harry si sia fidato di me nuovamente, tanto da affidarmi una delle sezioni più oscure del suo passato? Un brivido freddo mi attraversa la schiena e alla gioia di aver finalmente riacquistato la sua fiducia si sovrappone la paura di perderla di nuovo. Passano alcuni minuti nei quali desidero solo di poter tornare indietro nel tempo e non accettare l'invito di Harry. Mi sento debole, insufficiente nel soddisfare le sue aspettative, impotente nei confronti di un'indole che mi porterà a fargli del male di nuovo. Perché lo ha fatto? Perché si è fidato nuovamente di me quando nessuno ci avrebbe più provato? Perché é tornato a mettermi alla prova quando sappiamo bene entrambi che falliró? Alzo lo sguardo e mi accorgo che Calvin ha già iniziato il suo lavoro da parecchio. Harry fissa l'ago che penetra il suo petto, senza esprimere il minimo dolore. Il suo braccio sinistro e il torace sono ricoperti di tatuaggi che non ho mai visto, saranno tanti quanti i miei o forse di più. Sorrido, immaginando quante cose siano cambiate da Brighton e quante cose l'uno dell'altro dobbiamo ancora scoprire. Abbiamo fatto il nostro primo tatuaggio insieme e la stessa sera abbiamo giurato non ne avremmo fatti più, mentre ora la nostra pelle è ricoperta di inchiostro nero. Aguzzo la vista per cercare quel tatuaggio e quando lo trovo, circondato da decine di altri, mi sento sollevato. Avevo creduto per anni che lo avesse coperto quando in realtá quell'enorme barca a vela è sempre stata lì, vicino a un cuore nero e a una sirena. Sorrido e pizzico con le dita la manica della mia giacca, sotto la quale c'è la mia bussola. Una nave e una bussola.

STAI LEGGENDO
Le notti di Brighton
Fanfiction"Brighton era stata così bella da farmi illudere che la sua magia sarebbe potuta durare più a lungo del tempo, più a lungo di noi." Louis è un ragazzo inglese che da quattro anni si è trasferito nella città di Vancouver, in British Columbia. Ai suoi...