-Scacchi?- ripete Irvan, poi, sotto lo sguardo di Irina, aggiunge -Io conosco le regole e avrò perso qualche partita contro papà, ma non ci ho mai giocato seriamente.-

Irina storce la bocca, non sembra molto contenta.

-Michæl sa giocare, ha proposto di fare qualche partita mentre aspettiamo la cena. Sta battendo tutti e stiamo cercando qualcuno in grado di tenergli testa.-

-Tu non...- si interrompe -La cena?-

-Certo. È quasi il tramonto. Tranquilli, tutti noi abbiamo dormito tanto.-

Mirta e Irvan si scambiano una rapida occhiata, poi si stiracchiano e si alzano.

Passano per la loro camera per lavarsi e cambiarsi, poi seguono Irina nella mensa.

Michæl è seduto ad uno dei tavoli più lunghi. Di fronte a lui, dall'altra parte di una grossa scacchiera, c'è Ben, l'allievo dell'Aria, accerchiato da molti altri Cercatori.

In effetti, intorno al tavolo si è radunata molta gente.

Marvin, da dietro all'angelo, li saluta con un cenno della mano.

Lo raggiungono.

-È la stessa partita di prima?- chiede Irina stupita.

-No, Michæl ne ha vinte altre tre da quando te ne sei andata. Ben continua a chiedere la rivincita.-

Michæl se ne sta tranquillamente seduto, immobile come solo un angelo sa stare, e sembra proprio una statua di bronzo. Se si escludono i bermuda arancioni e le infradito di gomma ovviamente, di sicuro il suo creatore non li aveva previsti.

È l'immagine della tranquillità.

Ben, dall'altra parte, tiene gli avambracci appoggiati al tavolo, le mani unite e si contorce le dita nervoso. Non distoglie lo sguardo dalla scacchiera e non parla se non per borbottare. Muove i pezzi senza toccarli, ma persino il suo tocco invisibile trema un po'.

Michæl non ci mette molto a batterlo di nuovo.

Ben si alterna a qualche altro Cercatore. Tutti perdono, ormai la gara è a chi dura di più.

Irvan osserva le partite una dopo l'altra, cercando di assimilare ogni dettaglio, ogni mossa, ogni strategia. La sensazione della propria mente che si apre, avida di nuove cose da apprendere è quasi reale. Solo che serve a poco riesce a prevedere alcune delle mosse più semplici, ma praticamente nessuna delle sue strategie.

Quando ormai tutti i Cercatori che sapevano giocare si sono arresi, Irvan sente di non avere più nulla da imparare.

Tentar non nuoce, si dice.

-Posso provare anch'io?- chiede.

Michæl sorride tranquillo. -Prego.- risponde mentre con un gesto della mano gli indica la panca davanti a lui.

Mentre Irvan si siede e di nuovo i Cercatori si radunano intorno a loro, l'angelo rimette i pezzi al loro posto.

Irvan guarda i pezzi. Hanno l'aria piuttosto vecchia, ma allo stesso tempo nuova. Nessuno doveva averli mai usati.

-Posso essere il bianco?- chiede, senza pensarci.

Michæl gira la scacchiera.

Per le prime mosse Irvan ripete quelle che ha visto fare in quasi tutte le partite.

Appena una buona parte dei pezzi è entrata in gioco si ferma.

Si concentra.

Apre la mente. E di nuovo si sorprende di quanto sia reale questa sensazione.

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