Vancouver, 27 Settembre 2015
Trascorro l'intera notte in bianco. Non che sia strano, ma questa volta l'insonnia si aggiunge all'ansia e alla confusione che regna nella mia mente. Cerco di distrarmi guardando un film, ma dopo mezz'ora mi accorgo di non aver capito assolutamente niente della trama poiché il mio pensiero è totalmente e irrimediabilmente concentrato sull'invito di Harry. Fisso l'orologio fino alle cinque, quando decido di prendere la macchina e andare alla biblioteca, nonostante manchino ancora un paio di ore all'alba. L'insonnia da sempre mi permette di conoscere con precisione gli orari in cui il cielo inizia a prendere quella sfumatura rossastra e alla fine di Settembre l'orario oscilla tra le 7:00 e le 7:30 a.m. Alle sei sto già entrando nella sala dei manuali antichi. Il buio che regna nella stanza mi fa supporre che Harry non sia ancora arrivato. Sorrido, divertito dal pensiero di poter essere io a coglierlo di sorpresa per una volta. Il mio entusiasmo non dura molto però. La luce della stanza si accende, rivelando Harry appoggiato alla parete e con le mani nelle tasche dei pantaloni.
"Complimenti Louis. Sei arrivato con solo un'ora di anticipo, avrei scommesso che saresti stato qui almeno mezz'ora fa" Mi prende per il culo, ma la cosa non mi infastidisce più di tanto. Vorrei dire di esserci abituato ma so bene che in realtà è solo perché so che ha ragione.
"Latino? Sei serio? Da quando conosci il Latino?" Devio il discorso sul suo invito, avvicinandomi a lui. Si lecca le labbra e sorride, mandando a puttane la mia originaria intenzione di non farmi coinvolgere emotivamente e fisicamente da qualsiasi piega avrebbe preso questo incontro.
"Lo studio da qualche anno ormai. È una lingua davvero affascinante e nonostante l'inglese non derivi da essa, ti è molto utile per comprendere a fondo lingue neolatine come lo spagnolo o l'italiano. Dovresti provare, le traduzioni disponibili non sono mai uguali ai testi originali" Prima che io riesca a fermarla la mia mente lo sta già immaginando chino su un dizionario e con gli occhiali sul naso, intento a tradurre qualche brano. Inizio a sentire caldo.
"Perché hai voluto che venissi qui?"
Harry sospira e si avvicina a me, fino a quando rimangono solo pochi centimetri a separarci. È la seconda volta dopo quattro anni che troviamo il coraggio di annullare la distanza tra noi, quasi volessimo con questo gesto contribuire a distruggere anche la distanza emotiva e non solo quella fisica. La prima volta lo feci io, ora lo sta facendo lui.
"Non è ovvio, Louis?" Alza la mano, sistemando un ciuffo di capelli dietro il mio orecchio. Si ferma a sfiorare la mia pelle e poi scende piano verso la guancia. Le sue dita si muovono leggere e delicate e temo possa sentire il livello di calore che sto raggiungendo mano a mano che procede con la sua incantevole tortura. Sto per girare il viso e baciare il palmo della sua mano, quando istintivamente il mio corpo si allontana. Senza una spiegazione, senza doverci pensare troppo. Sento le lacrime agli occhi e un buco profondo nel petto.
"Ma che stai facendo..." Sussurro e la mia voce cede "Ho passato gli ultimi anni a odiarmi per ciò che ti ho fatto, a uccidermi dentro ogni volta che ricordavo il tuo viso, la tua voce, l'amore che avevamo condiviso e io avevo distrutto. Sono stato dallo psicologo centinaia di volte per far diminuire i sensi di colpa e per perdonarmi o per lo meno, anche se non per perdonarmi, per convincermi che dopotutto ci fosse qualcosa di buono in me. Sono stati i quattro anni peggiori della mia vita Harry e l'unica cosa che sai fare dopo tutto questo tempo, è cercare di fare sesso? Che rispetto hai per te stesso?! Mio Dio, non riesco neanche a baciarti senza scoppiare a piangere come un bambino, come credi che possa scopare con te senza sentirmi una merda, senza tornare a vedermi sbagliato come quella notte?"
Prendo fiato velocemente. Per un attimo ho il dubbio che tutto ciò che è accaduto negli ultimi minuti sia in realtà l'ennesimo inganno della mia mente, ma lo sguardo di Harry mi dimostra che non è così. Improvvisamente perdo tutta la sicurezza.
"Sono stati gli anni peggiori della tua vita, Louis? Davvero? E cosa dovrei dire io che ho visto il mio ragazzo, nonché l'uomo che più amavo al mondo, provarci con una ragazza in uno schifo di bar dopo che mi aveva giurato che il suo amore per me fosse sincero?! Ero venuto a Londra per farti una sorpesa, Louis. Pensavo ti avrebbe fatto piacere passare il weekend con me prima di ritornare al college. Mi ero preso ferie dal lavoro, mettendo cosí in difficoltá la mia famiglia, solo per vedere te" Fa una risatina amara e non mi guarda più negli occhi. "Che stupido che sono stato. Avrei dovuto capirlo che fossi solamente il giochetto per l'estate e che una volta arrivato Settembre saresti tornato alla tua vita di sempre. Stesse ragazze, stessi amici, stessi locali, stessa mondo del quale non ti importava che io facessi parte."
La mia testa è pesante ed è come se la stanza prendesse a girare. Dentro di me sento il forte istinto di urlare e prendere a pugni qualcosa, proprio come accadeva durante i primi mesi in cui lui non c'era più. E poi arriva il colpo di grazia. "Non fare la vittima Louis, non ti si addice per niente"
Il mio respiro si fa accellerato e sento il cuore battere nel petto e pompare sangue e rabbia a tutto l'organismo. "Perché cazzo mi hai voluto qui Harry?!" Urlo e mi avvicino a lui, alzando i pugni verso il suo petto "Per farmi tornare a far sentire un pezzo di merda? Per ricordarmi quanto io sia stato stronzo e tu il povero ragazzino tradito?! Credi che non mi stia punendo abbastanza da solo?" Urlo nuovamente e tiro un pugno alla libreria più vicina, sentendo le assi scricchiolare. Maschero il dolore e guardo le mie nocche sanguinare, mentre cerco di regolare il respiro. Sento il suo sguardo su di me ma non ricambio, certo che se lo facessi peggiorerei le cose o più probabilente scoppierei solo a piangere.
Perdo la cognizione del tempo e dopo quelle che sembrano decine di minuti, mentre non ho fatto altro che ascoltare il fischio delle mie orecchie, Harry riprende a parlare. La sua voce è diversa da prima. È tornata calma e composta.
"Ti voglio mostrare una cosa" Mi giro lentamente, senza però muovermi da dove sono. Harry si incammina verso la porta ma quando nota che non lo sto seguendo, si blocca. "Avanti, non vorrai mica che stia qui a pregarti" Sussurra "Per favore..."
Tiro su con il naso e acconsento a seguirlo. L'adrenalina e la rabbia sono sparite tanto velocemente quanto sono arrivate. "Fanculo..." Sibilo, sapendo bene che è una pessima idea, ma seguendo comunque la persona che più incasina la mia vita, fuori dalla biblioteca.

STAI LEGGENDO
Le notti di Brighton
Fanfiction"Brighton era stata così bella da farmi illudere che la sua magia sarebbe potuta durare più a lungo del tempo, più a lungo di noi." Louis è un ragazzo inglese che da quattro anni si è trasferito nella città di Vancouver, in British Columbia. Ai suoi...