3. L'ultima idra

39 8 4
                                    

"«Quinetiam bellum e bello seritur, e simulato verum,

e pusillo maximum exoritur, neque raro solet in his accidere quod

de Lernaeo monstro fabulis proditum est»

(E poiché guerra genera guerra, da guerra finta nasce guerra vera,

da guerra piccina guerra poderosa, non di rado suole

accadere ciò che nel mito si racconta del mostro di Lerna)"


---------------------------------

Ululati ringhiosi e prolungati, dapprima simili a ronzii, poi sempre più forti, giunsero alle orecchie del drago che dimorava nel corpo dell'uomo. Tutti sollevarono la testa per scoprire da dove provenisse quel suono.

Shadow non credeva ai suoi occhi: non aveva mai visto un'idra, che da quanto ne sapeva erano innaturali mutazioni genetiche generatesi dai draghi bruni del nord.

Bestie brutali, mostri pazzi, poiché un corpo con tante teste non poteva in alcun modo mantenere la propria sanità mentale. Ed avrebbero dovuto essere estinte...

Il mostro non era apparso in volo ovviamente, sebbene tutti avessero per istinto guardato il cielo, ma da sotto terra, liberando il proprio enorme corpo con movimenti fluidi delle zampe e delle teste, che erano tre.

Era lungo, per quanto se ne capiva, circa una ventina di metri, senza ali funzionali, ma con numerose escrescenza a punta lungo tutto il dorso. Le tre bocche rosse sgranocchiarono le zolle di terreno con feroce foga per liberare le zampe anteriori, tozze e potenti, ricoperte di spessi strati di squame irregolari punteggiate di aculei grigi scuri, corti e larghi, appuntiti.

Aveva un colore che ricordava quello delle viverne, ma con sfumature rosse intorno alle tre paia di occhi gialli dalle pupille verticali, macchie da giaguaro lungo le guance ed ai lati dei colli lunghi da serpente, strisce tigrine sul dorso, almeno nella metà visibile.

Con un movimento in avanti, che ricordava lo strattone goffo di una grossa testuggine, liberò entrambe le zampe posteriori enormi e potenti, poi anche una parte delle code, che come le teste erano tre.

Con un movimento in avanti, che ricordava lo strattone goffo di una grossa testuggine, liberò entrambe le zampe posteriori enormi e potenti, poi anche una parte delle code, che come le teste erano tre

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Scontramondi - 1. La pietra delle fontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora