Party night

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⚠️!Slightly NSFW!⚠️

Luigi cercò Matteo per ogni corridoio della scuola. Ma era ricreazione, c'era troppa gente in giro. Dopo qualche minuto, e successivamente all'aver scambiato almeno altri 3 ragazzi per lui, tornò sui suoi passi fino alla classe dalla quale era appena uscito, sperando quantomeno di incontrare Conte.
Invece, c'era Matteo.
Esattamente sulla sedia dove si era seduto lui poco prima. Con il cuore che batteva a mille, si avvicinò silenziosamente. Mormorò appena due sole parole. "Ricordo tutto".

La notte prima

Dopo aver bevuto un paio di bicchieri di whiskey, Matteo prese ingenuamente per mano il ragazzo, per fargli capire di seguirlo. Appena giunsero alle scale provò a lasciare la stretta, ma Luigi non glielo permise, così gli lanciò un'occhiata confusa e salirono i gradini mano nella mano, uno dietro l'altro, il più giovane che barcollava leggermente e borbottava parole prive di senso. Entrarono in una camera del padrone di casa, e senza accostare la porta Salvini lo fece sedere sul letto. "Riposati" Disse, con l'intenzione di andarsene, ma venne trattenuto dalla voce di Luigi.
"Come? Te ne vai?" Chiese con un tono quasi deluso, che avrebbe sorpreso lui stesso, se non fosse stato ubriaco.
"Ti devo pure fare compagnia?"
"Perché mi hai portato qui?"
Sospirò, chiudendo la porta dietro di sé e sedendosi accanto a lui in modo da parlare piano e da non farsi sentire da nessuno al di fuori di quella stanza. "Senti, non ti conosco. Ma sei ubriaco da fare schifo. E dei miei amici, di là, stanno parlando di rubarti il portafoglio e prenderti a calci appena esci da questa casa. O chissà cosa. Non hai una reputazione delle migliori, sei del sud, e sei pure amico di Grillo. Pensano che è quello che ti meriti"
"Tuoi amici?"
Esitò un istante, rendendosi conto di aver usato davvero quel termine. Forza dell'abitudine. "No, non veri amici. Ma devo stare con loro, o finirò con l'essere una vittima... come te" Restò in silenzio qualche secondo, durante il quale l'altro non disse nulla. "Allora vado. Sennò poi è sospetto. Tu resta qui, li controllo io. Ce ne andiamo presto a qualche pub, Berlusconi non mi sembra aver trovato nessuna di interessante. D'ora in poi cerca di evitare queste feste, lo dico per te" Ma prima che potesse alzarsi, Luigi gli posò la mano sulla gamba per fermarlo.
"No, aspetta"
"Cosa?" Domandò, stupito.
"Perché mi aiuti?"
Matteo lo osservò attentamente. Aveva le guance rosee per via dell'alcool, e sembrava non riuscire a focalizzare lo sguardo sui suoi occhi. I corti capelli erano leggermente bagnati dal sudore, ancora una volta colpa del troppo whiskey. "Stai messo male. Se ti devono picchiare, dovresti almeno essere sobrio, per difenderti" Girò la testa, imbarazzato dalla loro vicinanza. In realtà non era certo del perché stesse aiutando quel ragazzino. Forse si ricordava di quando era come lui: ingenuo. O forse non c'era un motivo.
Mentre cercava una possibile motivazione, Luigi si avvicinò ancora di più, ormai erano seduti senza alcun spazio tra di loro. Fece scivolare lentamente la mano lungo l'interno della coscia, e appena Matteo se ne accorse, lo bloccò con una ferma stretta. "Che stai facendo?"
Ignorandolo, il ragazzo portò il suo viso ad appena tre centimetri da quello di lui, che rimase fermo, troppo sbigottito per muoversi. "Me lo merito, per te? Di venir picchiato?"
Serrò la mascella e deglutì, mentre sentiva il suo battito accelerare. Lasciò andare la mano del ragazzo, che la ritirò. "Continua così e la risposta è sì"
Luigi sorrise, mentre sentiva il suo intero corpo andare in fiamme, per l'alcool o per la tensione che avvolgeva la stanza. Difficile a dirsi. "Dovresti andartene"
"Sì. Me ne vado. Cristo, non aiuterò mai più nessuno" Si alzò, e inaspettatamente scoprì le sue gambe tremare, i palmi sudati. Qualcosa in lui avrebbe voluto rimanere, davvero, ma non poteva. Non poteva andare contro i suoi stessi principi. Sarebbe stato disgustoso. Si avvicinò alla porta. "Sai cosa? Fai schifo, terrone" Sussurrò, per poi rigirarsi e trovarsi Luigi davanti. Lo spinse contro la parete alla loro destra con forza. "S c h i f o" Ripeté, scandendo con rabbia ogni singola lettera.
L'unica risposta del ragazzino fu mordersi le labbra, mentre cercava di trattenere delle risate.
"Andrai all'inferno" Incerto su a chi fosse diretta la frase, debole contro se stesso, avvicinò le proprie labbra a quelle di lui, abbassandosi leggermente per rimediare alla loro decina di centimetri di differenza.
"Vieni con me?" Strinse le morbide labbra dell'altro tra le sue, mentre il corpo di Matteo lo spingeva contro la fredda parete, quasi fino a togliergli il fiato, le mani sul suo giovane volto. Cinse i suoi fianchi in un abbraccio, per poi risalire con la mano destra la schiena, premendo le gentili dita sulla maglietta stropicciata.
Matteo si spostò appena, quanto bastava per riprendere entrambi fiato mentre gli sbottonava la camicia e con violenza gliela sfilava da dosso. Quando toccava accidentalmente la pelle con le dita un brivido gli percorreva la schiena, il cuore batteva all'impazzata. Si chinò e lo sollevò tenendolo per le cosce, per poi avvicinarsi al letto e gettarlo lì, il suo corpo tra le gambe di lui, accavallate sulla sua schiena. Sentiva spingere sul suo inguine l'erezione del ragazzino, e fece per sbottonargli i pantaloni, quando Luigi lo fermò.
"Ne sei convinto?"
"Di che parli?"
"Dopo è sicuro che vai all'inferno" Asserì, con un sorriso sarcastico.
"Fottiti"
In ogni caso, era troppo tardi.
Qualcuno al piano di sotto mise allo stereo una canzone che risuonava per tutta la casa.

Kiss me on the mouth and set me free
Sing me like a choir
I can be the subject of your dreams
Your sickening desire
Don't you wanna see a man up close
A phoenix in the fire

So kiss me on the mouth and set me free
But please, don't bite

My youth is yours // Salvimaio highschool AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora