Capitolo 2 ~ Risveglio

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Non che fosse una novità.

Entrai finalmente in cucina.

Entrai finalmente in cucina

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<Aspe, che dovevo fare?>

Avevo proprio una memoria di merda.

Feci spallucce, per poi prendere la caffettiera e cominciare a prepararla.

Una volta finito, la misi sui fornelli accesi in precedenza.

Un'altra fitta mi colpí alla testa.

<Ah, ecco che dovevo fare.>

Presi un Oki, di cui avevo una grande scorta, da sopra il frigo e un bicchiere dallo sportello, dovendomi mettere in punta dei piedi per arrivarci.

<Menomale che avevo ancora tempo per alzarmi...>

Pensai, ricordandomi le parole dette da Eren tre anni fa:

<<Tranquilla, {T.n.}, avrai ancora tempo per crescere!>>

Seh, come no.

Aprii la bustina e la svuotai nel bicchiere di plastica pieno d'acqua.

Mescolai con un cucchiaino preso dalla cassettiera e bevvi tutto in un solo sorso.

Nel frattempo il caffé uscí dalla macchinetta, imbrattando tutti i fornelli.

{T.n.}: <<Ogni mattina la stessa fottuta storia.>>

Spensi immediatamente il gas attraverso la manovella, per poi versarmi quel liquido scuro nello stesso bicchiere di prima.

Lo bevvi immediatamente, dato che senza caffé non riuscivo a connettere.

Sentii la gola bruciare a causa della temperatura della tanto amata bevanda.

<Amaro e bollente, come piace a me.>

Caffé is love, caffé is life.

La caffeina cominciò immediatamente a fare il suo effetto, insieme all'Oki.

<Oh merda.>

Corsi nuovamente in camera mia, prendendo il telefono, che era ancora sul comò affianco al letto, in mano.

Come temevo: 14 chiamate perse da Alan.

Alan era il mio ragazzo.

La sera precedente, probabilmente a causa della forte musica, non avevo sentito la suoneria.

<Sarà incazzato a morte...>

Ero già pronta a prendere delle grandi mazzate.

Si, esatto, il mio ragazzo mi picchiava.

Lasciarlo? Oh, grazie! Ma che idea eccezionale! Come ho fatto a non pensarci prima?!

Phf, illusi.

Non potevo lasciarlo.

Ci avevo già provato.

E non finí bene.

Ma questo ve lo racconterò in futuro.

<<Ieri sera hai fatto di nuovo tardi.>>

Sentii una vocina, che riconoscetti immediatamente, da dietro le mie spalle.

Mi voltai, sbuffando un'altra volta.

Lei mi guardava con occhi severi ed assottigliati, con il peso del corpo tutto su una gamba e le braccia incrociate.

{T.n.}: <<His, perché sei già sveglia?>>

Cercai di evitare la sua solita ramanzina, mentre mi mettevo un paio di pantaloni della tuta.

A volte sembrava lei la sorella maggiore tra le due.

Quando non rientravo a casa presto, mi rimproverava sempre.

La vidi alzare un sopracciglio.

Historia: <<Già sveglia? Sono le 16:00, {T.n.}.>>

<Ah.>

Davvero avevo dormito fino a quell'ora?

Mi sentii immediatamente in colpa.

{T.n.}: <<Hai mangiato?>>

Lei, in risposta, annuí.

Historia: <<Ho preparato anche qualcosa per te. È sul tavolo in cucina.>>

Mi informò la bambina dai capelli biondi.

<Che sorella maggiore di merda che sono.>

La ringraziai con un abbraccio, scusandomi, sinceramente pentita.

Tornai, questa volta insieme a lei, in cucina.

Sul tavolo c'era un panino alla mortadella.

Mi venne un conato di vomito.

<Oh, no...>

Circa ogni 3 mesi, da quando mia madre mi abbandonò, mi prendeva un lungo periodo, che poteva durare anche mesi e mesi interi, in cui non riuscivo a mettere nulla sotto i denti.

<È tornato.>

Sbuffai, rassegnata.

Vidi mezzo spinello lasciato nel posacenere chissà quanti giorni prima, quindi lo presi, insieme all'accendino rosso che era sempre sul tavolo, e misi tutto in tasca.

<Forse cosí mi verrà fame.>

{T.n.}: <<Mangerò dopo, ora ho da fare.>>

Mentii.

Historia: <<Fammi capire, hai intenzione di uscire di nuovo?!>>

Allargò le braccia lei, in segno di esasperazione.

{T.n}: <<Esatto.>>

Le risposi solo.

Historia: <<E dove vai, questa volta?>>

Andai di nuovo davanti lo specchio, per poi darmi una pettinata veloce con la spazzola che tenevo lí vicino.

Presi le cuffiette ed il telefono, poi il giubotto di finta pelle {C.p.} attaccato all'attaccapanni vicino la porta d'ingresso, ed infine mi misi le scarpe.

{T.n.}: <<A fare una passeggiata.>>

Aprii la porta ed uscii di casa.

Varcai anche la soglia del cancelletto secondario, non sapendo che lí, un ragazzo, era intento ad aspettarmi.

∆-Un Brivido D'Amore-∆ ~LevixReaderOù les histoires vivent. Découvrez maintenant