Capitolo 16 - Sfortunata

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Lea

Osservo i vestiti che mi ha regalato Marissa, mi mordo le labbra e cerco di capire cosa potrei indossare. Afferro un paio di jeans attillati e un semplice top e mi guardo allo specchio. I miei capelli biondo scuro sono legati ordinatamente in una crocchia. Quelle grosse occhiaie grigio scuro sotto i miei occhi le avrei coperte con il fondotinta e il correttore... peccato che io non abbia i trucchi con me.

Guardo l'orologio sopra il letto disordinato e vedo le lancette indicare l'una e mezza. River mi sta aspettando da più di mezz'ora.

Apro la porta e cammino con velocità verso le scale, lo vedo salire i primi passi per poi fermarsi quando mi nota. «I tuoi genitori sono a casa, vieni giù.», mi dice.

Annuisco. Si gira e lo seguo a ruota verso il piano inferiore e mi dirigo alla porta del soggiorno. Vedo i miei genitori seduti sul divano intorno al tavolino da caffè quadrato.

«Ti vogliono parlare.», mi dice River. «Mi trovi in cucina.», finisce sorridendomi. Lo guardo finché non sparisce dalla mia visuale entrando in cucina.

Osservo i miei genitori e da questa distanza - le loro posizioni sembrano demoralizzate - è facile intuire cosa hanno da dirmi... non sono di certo buone notizie. Cammino lentamente fino a raggiungere il divano di fronte a loro.

«Hey.», dico. «Cos'è successo?», ora che sono seduta di fronte a loro, posso percepire chiaramente la loro angoscia. Mio padre sembra stanco, come se non avesse dormito negli ultimi due giorni.

«Lea...», inizia mia madre, ma non continua. Gira la testa verso mio padre.

«Cos'è successo?», domando nuovamente, sto iniziando ad avere ansia.

«Lea... abbiamo visitato la casa stamattina...», dice mio padre.

«E?», dico, annuisco lentamente e faccio cenno a loro di continuare. Sapevo che sarebbe successo prima o poi.

«I costruttori hanno detto che non potevano recuperare molto.», mi informa la mamma. «La maggior parte dei mobili al piano di sopra si sono rotti e, durante il crollo, alcune tubature si sono spezzate causando una perdita, quindi molte cose sono andare distrutte e non ne vale la pena farle uscire.»

«Hanno detto che mentre sistemano, ci daranno tutto quello che possono recuperare, ma non penso che sarà molto...», conclude, mio padre, con voce debole.

Dev'essere difficile per lui. La casa per la quale è stato licenziato, cercando di saldare il mutuo, è andata. Insieme a tutti i suoi beni.

«Per quanto riguarda la casa? La ricostruiranno?», chiedo.

«Si, la compagnia assicurativa ha detto che ricoprirà lei i costi, ma ci vorrà un po'.», risponde mio padre. Almeno questa è una buona notizia.

Osservo le mie mani, le dita intrecciate che si stringono saldamente rendono la mia pelle giallastra. È qualcosa che faccio quando sono nervosa o stressata. Sospiro e penso a tutte le mie cose, la mia casa, i miei vestiti, le scarpe, il trucco, il mio portatile e il mio telefono. Alcuni di loro, come le fotografie personali o i regali inestimabili, non possono essere rimpiazzati. È uno schifo.

Poteva andare peggio, Lea.

«Quindi, ora?», dico dopo che i miei genitori mi hanno dato un minuto per digerire il tutto.

Mr. Popular And I (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora