«Tutte le ragazze gli sbavano già dietro».
Hoseok sospirò, estraendo il suo pranzo dallo zaino. Taehyung si girò per spiare il gruppetto di studentesse che accerchiava il banco del nuovo arrivato, come dei corvi troneggianti su una carcassa animale; sul viso di Jungkook si specchiava un sorrisetto malandrino, la scioltezza dei suoi movimenti non trasudava affatto insicurezza o timidezza, proprio come se fosse abituato a ricevere le attenzioni di chiunque.
«Preferisco sbavino dietro a lui che a quegli energumeni» Taehyung afferrò un pezzo di salone e se lo portò alle labbra, «Almeno avranno un'altra vittima da tormentare oltre noi e ci lasceranno in pace».
«...Non vedo l'ora di diventare tuo amico, Jeon!» esclamò Euigeom alle loro spalle. I due amici si guardarono con gli occhi colmi di tristezza, frustrazione e delusione, abbandonandosi poi ad un sospiro di immensa rassegnazione.
«Sembriamo davvero così sfigati?» chiese Hoseok, rilassandosi contro la sedia.
«Forse, se mi togliessi gli occhiali...», borbottò invece Taehyung, sovrappensiero.
«Già riesci a cadere dalla bicicletta con quelli, figurati senza».
Imbronciato, Taehyung lanciò del riso all'amico, facendolo ridere sguaiatamente. «Comunque dovrei ringraziarlo per prima, deduco».
«Sì amico, credo proprio che dovresti».
Calò il silenzio fra i due per qualche secondo, si fissarono fin quando sulla fronte di Hoseok non comparve una ruga d'espressione bella profonda – segno indistinguibile di confusione. «So di essere bello, ma non mangiarmi con gli occhi».
«Hoseok, io mi vergogno!».
«Uh, che sarà mai, il solito problematico...».
«Dico davvero» Taehyung chinò leggermente il viso per spiarlo con la coda dell'occhio. «Ci sono troppe ragazze, con quale coraggio mi avvicino?!».
Le loro voci si ridussero ad un sospiro. «Preferisci fare la figura dello sfigato maleducato? Tuo padre non sarebbe fiero di te...».
«E se mi accompagnassi tu?».
«Mio Dio, hai tre anni?» la risata che ne seguì fu la più finta che Hoseok ebbe mai fatto.
Taehyung assottigliò gli occhi. «Anche tu ti vergogni! Sporco bugiardo!».
«Zitto, non strillare come una gallina! Cazzo—» gli occhi del ragazzo si allargarono e fu costretto ad avvicinarsi all'amico per non farsi udire da altri, «Tae, non ti allarmare ma ci sta fissando».
All'improvviso, Taehyung si paralizzò. Era sempre stato un ragazzo estremamente timido, capace di aprirsi solo con le persone che lo conoscevano più intimamente; non riusciva a parlare in pubblico, si imbarazzava per ogni minima cosa e fare una figuraccia, per lui, equivaleva a un suicidio sociale.
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TSUNAMI DI STELLE // vkook
FanfictionIn quanto figlio del pastore della chiesa, fin da piccolo Kim Taehyung ha ricevuto un'educazione fortemente rigida, che lo ha portato a sviluppare interessi lontani dalla sfera sessuale, oltre ad una timidezza sconfinata. Jeon Jungkook odia il paes...